X
<
>

Il Governo Meloni in Senato

Share
3 minuti per la lettura

Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni prepara i primi passi tra i temi previsti in Consiglio dei Ministri e il primi viaggio a Bruxelles

Di mattina Giorgia Meloni si reca all’Altare della Patria, per deporre una corona d’alloro sulla Tomba del Milite Ignoto. «Rendiamo omaggio – scrive in un post su Facebook – a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Nazione. Un passato da onorare e da trasmettere alle nuove generazioni».

È un sabato di lavoro, per il presidente del consiglio, che dopo aver lasciato piazza Venezia si dirige verso Palazzo Chigi, dove esamina i dossier principali (Covid, Pnrr, legge di bilancio, immigrazione), e prepara il primo viaggio fuori dai confini nazionali. Ha due bilaterali: il primo con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, un faccia a faccia su migranti e sicurezza, e il secondo con il titolare del dicastero della Salute Orazio Schillaci per fare un punto sul Covid e per avviare un progressivo ritorno alla normalità.

GIORGIA MELONI TRA IL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN PROGRAMMA E IL PRIMI VIAGGIO A BRUXELLES

Intanto giovedì prossimo sarà il giorno del suo battesimo a Bruxelles da premier. Ha voluto fortemente che il primo viaggio fosse in Europa, per allontanare le teorie euroscettiche del passato. Un segnale che il neo premier vuole rivolgere a tutte le cancellerie europee, anche perché si ritrova alla guida di uno dei paesi fondatori dell’Europa.

I dettagli del viaggio li sta limando con Raffaele Fitto, che ha la delega agli Affari europei, e con Antonio Tajani, che oltre ad essere vicepremier e ministro degli Esteri, a Bruxelles è di casa da oltre venti anni, essendo stato a lungo eurodeputato, presidente dell’Europarlamento ed essendo vicepresidente del Ppe. Incontrerà nell’ordine Roberta Metsola, Ursula Von der Leyen e Charles Michel. Di Meloni si presenterà in quel consesso per evidenziare che il Pnrr dovrebbe essere rivisitato perché «con la guerra tra Russia e Ucraina le priorità sono cambiate».

Un ragionamento che filtra dalla war room di Palazzo Chigi quando si sottolinea che il piano di Ripresa e Resilienza avrebbe bisogno di un «tagliando», che non significa stravolgere i contenuti e i progetti. Un viaggio in Europa che sarà preceduto dal consiglio dei ministri di lunedì. Al primo punto all’ordine del giorno c’è un decreto per mantenere il cosiddetto “ergastolo ostativo”. Una vecchia battaglia di Meloni, «considerata uno strumento essenziale nel contrasto alla criminalità organizzata».

RINVIARE L’APPLICAZIONE DELLE NORME SULL’ERGASTOLO OSTATIVO

Niente sconti di pena per i boss mafiosi. E sempre in materia di giustizia l’esecutivo intende rinviare al 30 dicembre l’entrata in vigore di alcune disposizioni della Riforma Cartabia, «raccogliendo le criticità già emerse nel dibattito parlamentare e che sono state confermate in questi giorni dagli operatori del diritto con una lettera al ministro della Giustizia». Matteo Salvini apprezza: «Bene, anche sulla giustizia si cambia, avanti così».

L’ultimo punto del consiglio dei ministri riguarda il Covid, un primo atto che va in direzione opposta rispetto ai precedenti esecutivi. Dopo aver eliminato il bollettino quotidiano, la misura che verrà approvato lunedì prevede il reintegro al lavoro dal 1 novembre dei medici sospesi perché si erano rifiutati di sottoporsi a vaccinazione. Non solo. Verranno cancellate le sanzioni per l’inosservanza dell’obbligo. Una misura che va nella direzione di «avviare un progressivo ritorno alla normalità».

Il ministro Schillaci osserva che la decisione è strettamente connessa «alla preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie». Il tutto senza dimenticare la partita dei sottosegretari che l’inquilino di Palazzo Chigi vuole chiudere al più presto. Al massimo entro i primi giorni della settimana.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE