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Decreto aiuti Quater, il governo accelera sul contante e sulla stretta sul Superbonus, entrambi inizialmente attesi in manovra

Dal rinnovo delle misure contro il caro-energia e il caro-carburante alla rateizzazione delle bollette per le imprese, dalla norma sblocca trivelle all’innalzamento del tetto al contante da 2mila a 5mila euro, fino alla stretta sul Superbonus.

Non c’è solo l’emergenza bollette quindi nel decreto Aiuti Quater, il primo firmato dal governo Meloni, che ha “approfittato” del provvedimento per anticipare l’intervento sul contante e sul bonus edilizio – quest’ultimo in bilico fino all’ultimo per via delle “perplessità” sui termini della revisione manifestata da Forza Italia – entrambi attesi in legge di Bilancio. Mentre il governatore leghista, Luca Zaia, con il sostegno del ministro Roberto Calderoli, ha fatto pesare il “no” del Veneto alle trivelle. Una navigazione non proprio tranquilla per il decreto approdato sul tavolo del Consiglio dei ministri ieri sera.

Rientrata da Ciampino dove ha accolto Alessia Piperno al suo rientro dall’Iran dopo 45 giorni di prigionia, la premier Giorgia Meloni ha presieduto la riunione che ha dato il via libera al provvedimento che ha una dote di 9,1 miliardi – frutto dell’extragettito certificato dalla Nadef – destinata soprattutto a ridurre l’impatto della crisi energetica e della galoppata dell’inflazione sulle famiglie e le imprese.

Un intervento più “pesante”, 21 miliardi, su questo stesso fronte arriverà con la manovra da 30 miliardi che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, intende presentare al massimo entro tre settimane.

DECRETO AIUTI QUATER: BOLLETTE E CARO-BENZINA

Intanto il nuovo decreto allunga fino a fine anno lo sconto sulle accise dei carburanti, in scadenza il prossimo 18 novembre, e l’aliquota Iva agevolata al 5% sul gas per autotrazione. Per un costo di 1,5 miliardi.

E viene prorogato fino al 31 dicembre anche il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, alle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale. Il bonus sull’acquisto di luce e gas per le imprese energivore è pari al 40% della spesa sostenuta per la bolletta, al 30% per le altre attività. Il costo dell’operazione per lo Stato è pari a circa 3 miliardi.

Punta ad attutire il colpo delle bollette stellari sui conti la possibilità per le imprese che hanno sede in Italia di chiedere ai fornitori una rateizzazione fino a 48 mesi, per i consumi effettuati dallo scorso 1 ottobre al 31 marzo 2023 e fatturati entro il 31 dicembre 2023, e con un tasso di interesse agevolato che non potrà superare quello del rendimento dei Buoni del Tesoro poliennali (Btp) con la stessa durata. La rateizzazione decade nel caso del mancato pagamento di due rate anche non consecutive. E’ prevista la possibilità di ottenere la garanzia di Sace, ma non per le imprese che abbiano approvato la distribuzione di dividendi o il riacquisto di azioni nel corso degli anni in cui si è chiesta la rateizzazione. Al finanziamento della misura provvede un fondo del Mef che passa da 2 a 5 miliardi.

WELFARE E FRINGE BENEFIT

Ci sono anche i rimborsi o le erogazioni per il pagamento delle bollette di acqua, luce e gas nel “paniere” dei fringe benefit, i premi esentasse concessi dalle imprese ai dipendenti, per cui la soglia sale da 600 euro a 3mila euro. Quindi entro questo limite il valore dei beni e dei servizi assegnati al lavoratore dipendente, o le somme elargite ad hoc per le bollette, non concorreranno a formare il reddito imponibile.

TETTO AL CONTANTE, SI RISALE A 5MILA EURO

Il decreto provvedere a “piantare” – in anticipo sui tempi annunciati – anche la misura-bandiera del centrodestra che ha segnato il debutto del nuovo governo, con la Lega di Matteo Salvini a sventolare (via proposta di legge) quella dell’innalzamento del tetto al contante nei giorni del voto delle Camere sulla fiducia a Giorgia Meloni. Il decreto ridimensiona le mire del Carroccio, che puntava a 10mila euro, ponendo a 5mila euro la quota massima – ora è 2mila euro – in linea con l’orientamento di Fratelli d’Italia. «Tetto al contante da mille a 5mila euro, niente tasse su premi e straordinari ai dipendenti, rateizzazione per le bollette delle aziende: altri passi in avanti, in coerenza col programma elettorale. Bene così», il plauso sui social di Matteo Salvini a Cdm ancora non iniziato.

DECRETO AIUTI QUATER E SUPERBONUS EDILIZIO

I conteggi sul Superbonus aggiornati in sede di NaDef hanno consigliato di una stretta sulla misura che finora è costata 37,8 miliardi più del previsto. Nella bozza del provvedimento è data “in valutazione” la revisione della norma sul bonus edilizio, riducendo – a partire da gennaio 2023 – dal 110% al 90% la percentuale dello sconto sulla spesa per i lavori di efficientamento energetico. L’agevolazione si considera comunque confermata anche per gli immobili unifamiliari, le villette, ma a condizione che l’unità immobiliare sia adibita ad abitazione principale e che il contribuente abbia un reddito di riferimento non superiore a 15mila euro, variabile in base ad una sorta di quoziente familiare.

L’articolo mantiene il maxi sconto del 110% nel 2023 per chi non ha ancora avviato i lavori, ma avrà presentato la Cila entro il 31 dicembre. E fino al 31 marzo per le villette che a settembre avevano raggiunto il 30% dei lavori.

La sforbiciata, oltre che a un’esigenza di sostenibilità dell’intervento, risponde anche alla necessità di recuperare risorse da investire nella manovra per finanziare altri interventi – in primis quello sulla flat tax -, dal momento le misure contro il caro-energia e il carovita assorbiranno tutte quelle “recuperare” in deficit nella Nadef. I “risparmi” confluiranno quindi in un fondo ad hoc nello stato di previsione del Mef.

Se l’Ance, l’Associazione nazionale dei costruttori, ha lanciato l’allarme, temendo che un giro di vite così a stretto giro metterebbe in difficoltà le famiglie e in crisi di liquidità le imprese, e il Movimento cinque stelle è salito sulle barricate, nemmeno a Forza Italia è piaciuta l’accelerazione sulla revisione dell’intervento via decreto. Tanto da far “vacillare” l’inserimento della norma nel decreto.

DECRETO AIUTI QUATER E SBLOCCA TRIVELLE

La crisi energetica determinata dal conflitto in Ucraina, in cui Putin ha messo in campo anche l’arma del gas, induce il governo a spingere sulla produzione nazionale di gas in modo da allentare il più possibile il giogo di Mosca.

Pertanto nel decreto è stata inserita la norma – già approvata dal Cdm – che sblocca le trivellazioni, riaprendo le concessioni per l’estrazione di idrocarburi nelle zone di mare poste fra le nove e le dodici miglia dalla costa, solo però per i giacimenti con una capacità superiore ai 500 milioni di metri cubi. Viene dato l’ok poi per le trivellazioni nel tratto di mare compreso tra il 45esimo parallelo e quello passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po, a una distanza dalla costa superiore a nove miglia. Tramite il Gse, il Gestore dei servizi energetici, il gas estratto sarà venduto alle imprese energivore e gasivore a un prezzo calmierato, compreso tra i 50 e i 100 euro al megawattora.

Si tratta di «raddoppiare la produzione italiana, da 3 a 6 miliardi di metri cubi all’anno», ha affermato Roberto Cingolani, ex titolare del Mite e ora consulente per l’energia del governo Meloni. «È una quantità che serve solo per fornire un po’ di gas a buon mercato alle imprese gasivore» che «stanno chiudendo. Anche altri paesi stanno intervenendo. E poi, questo gas – ha puntualizzato – andrà a sostituire quello straniero, non aumenterà i consumi». Intanto il ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, si è proposto come “mediatore” con il governatore del Veneto, Zaia, che ha ribadito il «no alle trivelle».

CALDEROLI: «VENETO SEMPRE ATTENTO E SOLIDALE»

Il Veneto «si è sempre dimostrato attento e solidale, ma in questa fase sarà difficile dipanare le perplessità di una comunità che ha già pagato un conto salato per quello che è stato. Nel Polesine è stato un disastro colossale», ha affermato, incassando anche il sostegno del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli espresso mentre varcava il portone di Palazzo Chigi a pochi minuti dall’inizio del Cdm. Insomma tra le “perplessità” di Forza Italia sul Superbonus e quelle di esponenti di peso della Lega sulle trivelle, il nuovo decreto Aiuti mette a fuoco le prime crepe nella maggioranza di governo.
Oggi intanto, in vista del varo della manovra, e dopo l’incontro di mercoledì con i sindacati, la premier riceverà a Palazzo Chigi i rappresentanti delle imprese.


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