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Raffaele Fitto

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L’atteso via libera è arrivato, il Consiglio Ue ha detto “sì” alle modifiche richieste all’Italia ai target per la richiesta della quarta rata del Pnrr. Il piano modificato dell’Italia riguarda 10 misure, tra cui gli incentivi per l’efficienza energetica, l’aumento delle strutture per l’infanzia, lo sviluppo dell’industria spaziale e cinematografica e il trasporto sostenibile.

La richiesta di modifica della quarta rata era stata presentata l’11 luglio e ha già incassato il sì della Commissione, questo di fatto sblocca, quindi, la possibilità per l’Italia di chiedere il pagamento anche della quarta rata, circa 16,5 miliardi di euro. Le modifiche riguardano, come detto, 10 dei 27 obiettivi: “Si tratta di un risultato molto importante che premia il lavoro svolto in questi mesi e che accogliamo con grande soddisfazione”, ha commentato a caldo, proprio da Bruxelles, il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto.

“Insieme ai miei omologhi degli Affari europei riuniti a Bruxelles per il Consiglio affari generali – ha annunciato – abbiamo adottato la decisione che accoglie definitivamente le richieste di modifica, presentate dal governo italiano, di alcuni obiettivi relativi alla quarta richiesta di pagamento del Pnrr. Questo risultato positivo è frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra il Governo e la Commissione europea e consentirà all’Italia di presentare la relativa richiesta di pagamento ed avviare la procedura per l’esborso dei 16,5 miliardi di euro previsti per la quarta rata del Pnrr”.

Secondo Fitto “la decisione del Consiglio dell’Unione europea è la migliore prova che l’ Italia può gestire in maniera efficiente le risorse europee, per dare impulso all’attuazione del Piano e rilanciare crescita, produttività e occupazione nel nostro Paese”. Dal ministero evidenziano che “le rimodulazioni degli obiettivi migliorano la definizione delle misure previste dal piano, rendendole più coerenti sia con le finalità del Pnrr che con il mutato contesto internazionale”.

Gli investimenti che hanno trovato, grazie alla revisione, una “più equilibrata definizione programmatica” vanno dalla cultura alle politiche per l’aerospazio, dagli asili nido alla transizione ecologica nei settori dell’edilizia, del trasporto stradale e del trasporto ferroviario, dalle sperimentazioni per l’idrogeno nella mobilità ferroviaria e nei settori altamente inquinanti al sostegno alle imprese femminili e alla lotta contro la povertà educativa.

Nonostante l’obiettivo centrato, resta un rischio di ritardo nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, stando a quanto si legge nel capitolo dedicato all’Italia del secondo report annuale Ue sull’attuazione del Recovery Fund. “L’attuazione del Pnrr italiano è in corso – è scritto – ma con un rischio crescente di ritardi. L’Italia ha presentato tre richieste di pagamento, che corrispondono a 151 tappe e obiettivi del piano e che comportano un esborso complessivo di 42 miliardi di euro (riferito alle prime due richieste di pagamento presentate.

Procedere rapidamente con l’attuazione del piano e la negoziazione della sua modifica è essenziale a causa della natura temporanea del Recovery in vigore fino al 2026”. Mettendo l’accento su due esempi per i quali l’Italia ha soddisfatto i criteri richiesti per l’erogazione dei fondi Recovery il report sottolinea: “L’Italia ha proseguito l’impegno per la riforma della pubblica amministrazione adottando tutti gli atti di esecuzione relativi alla riforma del pubblico impiego. La legislazione primaria è stata adottata nel 2022. Tutti gli atti di esecuzione sono entrati in vigore. Questo passo contribuirà a una gestione più efficace ed efficiente della forza lavoro pubblica nella pubblica amministrazione, dal reclutamento alla progressione di carriera. Gli atti di esecuzione sono particolarmente importanti per garantire un’efficace implementazione della riforma e per contribuire a un’attuazione omogenea in tutte le amministrazioni pubbliche”.

E ancora: “Va notato – si legge nel testo – che l’Italia ha già anticipato alcuni atti secondari, che sono stati adottati ben prima della loro scadenza prevista, per meglio inquadrare le disposizioni inserite nella legislazione primaria e per meglio inquadrare le disposizioni incorporate nella legislazione primaria e per dare loro rilevanza ai fini dell’attuazione concreta della riforma”.
Sul piano degli investimenti il report europeo sottolinea in particolare che “l’Italia ha completato con successo la progettazione, la preparazione, l’allestimento e il collaudo di quattro data center, che costituiscono il nucleo della nuova infrastruttura cloud nazionale, denominata Polo”.

L’Italia ha ricevuto finora dalla Recovery and Resilience Facility, cuore di Next Generation Eu, che finanzia il Pnrr, 28,95 miliardi di euro di trasferimenti e 37,94 miliardi di prestiti. La Spagna, altro grande beneficiario del piano per la ripresa post pandemica e per la transizione verde e digitale, ha ricevuto 37,04 miliardi di trasferimenti; finora non ha chiesto alcun prestito.
“Siamo stati criticati per aver costituito cabine di regia, comitati ministeriali, tavoli di gestione unitaria di eventi complessi”, fino ad arrivare al “tavolo più grosso e impegnativo, cioè la cabina di regia del Pnrr. Questo modo di lavorare non è un limite ma uno dei punti di forza della nostra azione di governo”, ha commentato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

“L’Europa approva le modifiche della quarta rata del Pnrr, alla faccia di quelli che prevedevano disastri e bocciature per l’Italia. Lo scorso anno alcuni dicevano che il governo Meloni non avrebbe fatto la legge di stabilità, ma l’ha fatta. Sul Pnrr, ogni volta, dicono che l’Europa non autorizzerà il pagamento delle rate e invece le autorizza. Sulla visione di un Pnrr fatto malissimo da Conte, che fu cacciato per questo, e con qualche imperfezione perfino da Draghi, il governo di centrodestra pone riparo agli errori del passato e viene apprezzato dall’Europa”, dichiara il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.


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