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Giorgia Meloni

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Imprese, reddito, lavoro e famiglie. Su questo si concentrerà la legge di Bilancio che sarà approvata domani dal Consiglio dei ministri. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a poche ore dal ritorno nella Capitale dal viaggio lampo in Africa, ha scelto il Villaggio della Coldiretti per ribadire la linea del Governo finalizzata a sostenere famiglie e imprese nella lotta all’inflazione. Perché le risorse vanno concentrate solo su cose importanti.

Ha ricordato che l’anno scorso, appena dopo le elezioni, aveva scelto un altro Villaggio Coldiretti, questa volta a Milano, per sondare il terreno e capire cosa vuole la gente e ha deciso perciò di ascoltare quella che al meglio rappresenta il Paese vero e reale, gli agricoltori. Meloni ha affermato che non è un anno facile, “sono tornata alle 6 di mattina – ha detto – ma quando si capisce che gli sforzi vengono compresi si recupera energia”. Un messaggio anche agli agricoltori che hanno accolto la premier con una standing ovation: siamo concentrati a difendere le eccellenze dagli attacchi finalizzati alla omologazione. E poi la promessa di incentivare nella manovra il lavoro.

Inflazione dunque in primo piano. Legata anche alle guerre in corso. Temi peraltro connessi per l’impatto che le due tragedie hanno anche sulle economie, soprattutto nei Paesi più poveri con l’aumento esponenziale delle popolazioni che soffrono la fame: 800milioni nel mondo. Nell’ultimo anno la speculazione sulla fame – secondo il rapporto presentato da Coldiretti – ha bruciato a livello globale quasi 100 miliardi di dollari solo per il grano con le quotazioni internazionali che si sono ridotte da 9,28 dollari per bushel dell’ottobre 2022 a poco più di 5,80 dollari per bushel senza alcun beneficio per i consumatori ma con milioni di contadini in ginocchio.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, anche lui di rientro dalla delicata missione a Gerusalemme, ha evidenziato il ruolo importante dell’Italia come portatrice di pace, e soprattutto ha detto che si sta facendo di tutto per riportare a casa gli ostaggi italiani. Poi il riferimento all’economia fortemente sostenuta dall’export che “vale il 40% del Pil” e il ruolo diplomatico che l’agroalimentare svolge nel mondo.

E’ entrato anche nel merito dei dossier agricoli affrontati dal suo dicastero e ha annunciato lo sblocco delle spedizioni negli Stati Uniti dei prodotti toscani e umbri, così come il superamento delle barriere in Cina per l’ortofrutta made in Italy. Ha ricordato anche la partecipazione della Coldiretti alla iniziativa in Africa per favorire in Egitto e negli altri Paesi africani un’agricoltura più fiorente.

Tutti concordi sulla necessità di concentrare impegni e investimenti sull’agroalimentare centrale nella lotta al caro prezzi come conferma l’operazione “carrello tricolore” Per questo per Tajani è fondamentale l’impegno contro il cambiamento climatico, ma al centro ci devono essere le persone, i contadini “i migliori difensori dell’ambiente” in particolare delle aree interne e fragili a maggiore rischio idrogeologico.

Perché dove non c’è agricoltura – ha incalzato anche il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida – viene tutto giù. E sempre nell’ottica del sostegno al made in Italy Lollobrigida ha annunciato entro il mese l’approvazione della legge che vieta la produzione, commercializzazione e vendita del cibo sintetico realizzato nei bioreattori.

Levata di scudi in favore di un settore che mette in campo – ha spiegato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – 585 miliardi di fatturato, oltre 60 miliardi di export e 4 milioni di occupati e che oggi più che mai va sostenuto per garantire l’autosufficienza alimentare. Numeri importanti, ma che rappresentano un punto di partenza.

Per andare ancora avanti Prandini ha proposto la trasformazione dell’Ismea in una cassa depositi e prestiti per l’agroalimentare per evitare così lo scippo di marchi italiani da parte di gruppi esteri. E poi una critica all’autonomia, almeno per quanto riguarda l’internazionalizzazione che non va delegata, secondo il numero uno di Coldiretti alle regioni. Nel mondo si deve presentare l’Italia perché altrimenti si lasciano spazi ai competitor e diventa difficile aggredire quei 120 miliardi di italian sounding.


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