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Nel grafico l’andamento delle ultime leggi di Bilancio e le principali misure del 2024

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Nessun cedimento sulla proroga del superbonus, una frettolosa retromarcia sull’aumento a 72 anni dell’età pensionabile per i medici ospedalieri e quelli delle università e, per finire, una raffica di micro-misure per placare, in parte, gli appetiti dei partiti. La manovra economica 2024 del governo Meloni ha superato senza grossi danni dal punto di vista dei saldi economici, il primo scoglio parlamentare, quello della Commissione Bilancio del Senato.

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha tenuto ben fermo il timone sulla rotta del rigore. Del resto, qualsiasi segnale di cedimento avrebbe avuto un effetto immediato sulla difficile trattativa per la riforma del Patto di Stabilità che riprende domani a Bruxelles. La battaglia principale è stata sul fronte del superbonus 110%, con gli esponenti di Forza Italia, a cominciare dal vicepremier, Antonio Tajani, che hanno premuto fino all’ultimo per una proroga della scadenza del 31 dicembre per i condomini che avevano completato il 60% dei lavori.

Uno slittamento di pochi mesi, che sarebbe costato circa 220 milioni all’anno da qui al 2027. Ma, al di là della cifra, c’è stato un problema di merito. Il maxi-incentivo è ancora “radioattivo”, ha spiegato Giorgetti, avrà un effetto pesante sul deficit anche nei prossimi anni. Cedere su questo punto avrebbe significato mandare un pessimo segnale anche ai mercati. Il capitolo è stato, così, archiviato, in attesa di qualche nuovo veicolo normativo in grado di accogliere la proroga.

Nel frattempo, Forza Italia, è riuscita ad incassare lo sconto sugli affitti brevi: la cedolare secca resta al 21% sia pure solo per una delle abitazioni che, il contribuente, dovrà denunciare in sede di dichiarazione dei redditi. Anche Fdi d’Italia riesce ad incassare qualcosa sul fronte della casa. E’ stato, infatti, ampliato l’accesso al fondo mutui prima casa per le famiglie numerose a basso reddito.

In particolare, con tre figli sotto i 21 anni, l’Isee può arrivare a 40mila euro, con 4 figli la soglia sale a 45mila euro e con 5 o più figli si arriva ai 50mila euro all’anno.La brutta sopresa, invece, potrebbe riguardare l’Imu: i Comuni avranno più tempo per fissare le aliquote. La norma riguarda 213 piccole amministrazioni, in gran parte sotto i 20mila abitanti, che non avevano presentato in tempo le delibere con il calcolo dell’imposta.

Solo per il 2023, in deroga alla normativa vigente, le delibere regolamentari e di approvazione delle aliquote e delle tariffe “sono tempestive – si legge – se inserite nel portale del federalismo fiscale entro il 30 novembre 2023”. Di conseguenza, il termine per la pubblicazione delle delibere, ai fini dell’acquisizione della loro efficacia, è fissato al 15 gennaio 2024. Se le nuove aliquote comporteranno una differenza positiva, i contribuenti saranno di nuovo chiamati alla cassa entro il 29 febbraio 2024 (senza sanzioni e interessi). Nel caso di una differenza negativa, il rimborso è invece “dovuto secondo le regole ordinarie”.

Novità anche per le pensioni. Il governo ha corretto la stretta (fino a un massimo del 25% della fetta retributiva) per il personale anitario, degli enti locali, degli ufficiali giudiziari e dei maestri. Saranno salvi i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e non saranno toccate le pensioni di vecchiaia, mentre resteranno penalizzate quelle anticipate. Medici e infermieri potranno godere di un ulteriore ammorbidimento prolungando la loro permanenza in servizio una volta maturati i requisiti per l’uscita anticipata: per ogni mese in più di lavoro il taglio dell’aliquota di rendimento sulla quota retributiva si ridurrà di un trentaseiesimo.

I sanitari potranno inoltre rimanere in ospedale anche dopo il raggiungimento dei 40 anni di servizio fino al limite di 70 anni di età. Per compensare l’impatto sui conti pubblici, per tutte le categorie saranno dilatate le finestre d’uscita: a 3 mesi nel 2024, a 4 mesi nel 2025, a 5 mesi nel 2026, a 7 mesi nel 2027 fino a 9 mesi a partire dal 2028. Le opposizioni riescono a portare a casa, invece, un emendamento (condiviso anche dalla maggioranza) che stanzia 40 milioni per costruire centri antiviolenza e case rifugio, per finanziare il microcredito di libertà e sostenere anche economicamente le donne vittime di violenza e per investire sulla formazione degli operatori.

Fra le novità inserite in Senato c’è la rimodulazione dei fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto, con una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi (su un totale di circa 11,6 miliardi al 2032). Le risorse risparmiate dallo Stato vengono recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni arrivano dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e 1.600 dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia. Aumentano anche i i fondi per gli interventi del gruppo Ferrovie dello Stato cofinanziati dal Pnrr, per un importo complessivo pari a 475 milioni di euro per gli anni dal 2024 al 2027. Via libera anche Fondo con 22,5 milioni in tre anni per finanziare interventi urgenti di riqualificazione, ristrutturazione, ammodernamento, ampliamento di strutture e infrastrutture pubbliche.


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