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Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti

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La bocciatura del Mes, Giorgetti tentenna, Salvini lo difende, ma ora bisogna blindare l’Italia in Europa

È il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ad essere finito nel “frullatore” delle polemiche dopo la bocciatura trasversale del Fondo salva-Stati. Così, dopo la telefonata pacificatrice partita da Palazzo Chigi, è arrivato anche l’assist del vicepremier, Matteo Salvini. Grande “affossatore” del Mes ma, nello stesso tempo, anche principale supporter del numero uno di via Venti Settembre.

MES, SALVINI DIFENDE GIORGETTI: «RESTA SALDO AL SUO POSTO»

«Non esiste nessun caso Italia in Europa, abbiamo fatto una scelta coerente. Il Mes era uno strumento inutile, non utilizzato, superato, dannoso. Un pensionato o un operaio italiano avrebbero dovuto pagare per salvare una banca tedesca. Il Parlamento ha esercitato il suo diritto democratico di bocciare uno strumento inutile e dannoso e lo spread è sceso. Abbiamo fatto quello che era nostro dovere fare per difendere il lavoro e i risparmi degli italiani». Insomma, nessuna retromarcia sul voto. Ma, nello stesso tempo, una blindatura del ministro dell’Economia: “Resta saldo al suo posto”.

Da parte sua Giorgetti non fa una piega, anche di fronte alle richieste di dimissioni che arrivano dall’opposizione. Anzi, ha anche raccolto la sfida arrivata da Cinquestelle e Pd di riferire in Commissione Bilancio della Camera mercoledì prossimo, quando ci sarà il rush finale sulla legge di Bilancio. Una disponibilità che va letta soprattutto nel segno della tenuta dell’esecutivo. La stessa linea spiegata da Salvini, che ha ridimensionato anche gli effetti sull’esecutivo guidato dalla Meloni dell’astensione di Forza Italia: “Era stata ampiamente comunicata, non rappresenta nessun problema. Abbiamo fatto quello che era giusto fare, ne sono assolutamente orgoglioso”.

DOPO IL MES LA PARTITA SI SPOSTA A LIVELLO EUROPEO SUL FILO DELLA DIPLOMAZIA

La partita, ora, si gioca a livello europeo e, soprattutto, sul filo della diplomazia. La mossa italiana, infatti, congela il meccanismo salva-banche per tutti i 27 membri dell’Unione. Fra le ipotesi che circolano in queste ore c’è anche quella di una proroga, magari fino a giugno, dell’attuale meccanismo in scadenza il 31 dicembre. Un modo che superare l’appuntamento delle elezioni e, magari, rimettere mano al trattato per venire incontro alle richieste italiane. La strada di un’intesa a 26, senza l’Italia, che tra l’altro è uno dei maggiori contributori del fondo, è obiettivamente più difficile.

I riflettori, comunque, sono ora concentrati sulle ultime due scadenze dell’anno: la manovra economica, che ieri è approdata in Commissione bilancio e che dovrebbe essere approvata definitivamente entro il 29 e il decreto “mille-proroghe”, in agenda per il 28 dicembre. Il testo della Legge di Bilancio, licenziato venerdì dal Senato, è praticamente “inemendabile”, nonostante le circa mille proposte di modifica presentate dall’opposizione. Il nodo da sciogliere resta, però, quella di una mini-proroga del superbonus 110 per i condomini che non hanno completato tutti i lavori entro la fine dell’anno.

SUPERBONUS, SI IPOTIZZA UN INTERVENTO A METÀ GENNAIO

Nelle ultime ora sta prendendo sempre più piede l’ipotesi di un intervento a metà gennaio, o con un provvedimento ad hoc o con un emendamento in sede di conversione in legge del decreto mille-proroghe. Una pausa di riflessione chiesta dal ministero dell’Economia per avere i numeri esatti del maxi-contributo e soprattutto capire gli effetti che la corsa ai “lavori” negli ultimi mesi ha prodotto sui saldi di bilancio. Secondo le ultime stime, l’effetto sul deficit del 2023 potrebbe essere superiore ai 20 miliardi già conteggiati, e avvicinarsi ai 23. Cifre che rischiano di complicare ulteriormente il quadro dei conti pubblici in vista dell’appuntamento primaverile a Bruxelles, quando la Commissione dovrà decidere se e come avviare una procedura per disavanzo eccessivo contro l’Italia. E, anche su questo terreno, il peso della bocciatura del Mes potrebbe farsi sentire in maniera molto netta.


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