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Giorgio Panariello

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Ogni fratello è figlio unico. E l’infelicità, insegna Anna Karenina, è sempre un dolore al singolare. Due bambini che fanno famiglia sono l’uno specchio dell’altro. Entrambi senza scampo. E quello che da lontano sembra poesia, un libro che si legge, è il racconto di Giorgio Panariello in cerca del fratello Francesco ritrovato sul tavolo di un obitorio. Un incendio di dolore. Un ago al braccio, pochi soldi e un documento. L’infanzia al collegio, l’adozione e l’abbandono. Il cerchio che si chiude in un’aiuola sul lungomare di Viareggio in una mezzanotte che non arriva all’alba: “Io sono mio fratello”. Ognuno è fratello a se stesso.


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