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Ferdinand Antoni Ossendowski (1876-1945)

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Avanza l’empietà sulla terra. Il fatto è questo. Si viaggia con una capsula di cianuro in tasca nell’eventualità di essere fatti prigionieri dai depravati. Così si vive nel tempo in cui la rivoluzione ingaggia la propria guerra d’odio contro la bellezza. Il difficile è nel saper scorgere ciò che la realtà ha di favoloso ed è la diana di un’azione ancora più estesa affinché il cielo – col barone Ungern Khan – torni a specchiarsi sui campi, sulle cime e sulle acque. Ma com’è che ancora non c’è una coproduzione italo-polacca per realizzare un kolossal, ossia “Bestie, uomini e Dei” dal libro scritto dal Robinson Crusoe del XX secolo, e cioè Ferdinand Antoni Ossendowski?


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