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Antonio Triolo

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Addio a Antonio Triolo, la comunità siciliana perde nell’improvviso della fatalità un uomo di raro valore

Le parole più belle le ha dette Claudio Borghi: “Ciao Antonio. Quell’incontro in Sicilia di cui abbiamo parlato ieri lo faremo in un altro momento, quando Dio deciderà che sarà l’ora anche per me. Aspettami, e fai preparare la sala. Fai mettere le nostre sedie vicine, ho bisogno di parlarti”.

L’ADDIO AD ANTONIO TRIOLO

Se n’è andato Antonio Triolo – dirigente politico della Lega, organizzatore culturale – e la comunità siciliana perde nell’improvviso della fatalità un uomo di raro valore che ha saputo fare della militanza un vissuto tutto di poesia. La fiaccolata per Paolo Borsellino a Palermo ogni anno è cosa sua, e cosa solo sua è la passione, l’attenzione e la cocciuta volontà di portare il segno della bellezza ovunque alligni il berciare della sciatteria, lo sciabordio guasto della palude, l’inconcludente indolenza di chi si vota al nulla per restare nel niente. Lascia due figli piccoli e con loro Rosalba, sua moglie.

Lascia lo sgomento di tutta una fabbrica di musei, parchi e istituzioni cui dedicava ogni giorno – da capo segreteria di Alberto Samonà, all’assessorato regionale dei Beni Culturali – tutto di sé, e sempre nel segno del Clemente e del Misericorde. Il Lupo ulula con te, Antonio caro. E la Luna ti bagna di sua luce. Col muezzin che dal Castello di Maredolce chiama alla preghiera la gente del Val di Mazara, del Val Demone e del Val di Noto per rammemorare con te e per te: “Da Lui veniamo, a Lui torniamo”.


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