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Una magnifica prostituta scende da una deserta via Veneto, a Roma, e si dispera. La strada un tempo detta de La Dolce vita è deserta, gli alberghi sono già svuotati e lei ferma l’unico passante dicendogli – a modo di un coro greco – “non c’è nessuno, non c’è anima viva”. L’indomani chiude tutto, cala il lockdown e dopo due anni – o sono già tre? – la nuova normalità perpetua l’emergenza, ormai mentale, dell’umanità italiota bisognosa ancora di perpetuare la Ffp2 sul muso. Dalla nostalgia delle case chiuse alla nostalgia di chiudersi in casa, in un niente.


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