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Il rettore Gerardo Canfora con gli universitari

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“L’Università in questa regione ha funzionato come ascensore sociale. Nata nel 1998, 24 anni fa, per molti anni è stata l’università con il più alto numero di studenti laureati provenienti da famiglie con entrambi i genitori non laureati. Oggi fortunatamente non è più così. È un segno tangibile che il rapporto con il territorio ha funzionato, che l’UniSannio ha dato la possibilità di crescere a molti ragazzi che probabilmente non avrebbero avuto accesso all’università”.

Gerardo Canfora, rettore dell’Università campana con sede a Benevento, è a capo di un piccolo ateneo – 5 mila gli studenti iscritti nell’anno accademico 2021-2022, milleduecento gli immatricolati, circa 800 i giovani che si sono laureati lo scorso anno e altrettanti che taglieranno il traguardo il prossimo 18 luglio – , che ha fatto delle piccole dimensioni un elemento di valore straordinariamente efficace. Efficace non soltanto per la capacità di trattenere i giovani talenti sul territorio, contribuendo all’avanzamento della conoscenza e favorendo lo sviluppo economico locale e la coesione sociale, ma anche perché l’Ateneo ha puntato sulla ricerca scientifica di qualità e sulla valorizzazione delle proprie competenze di eccellenza, specie nell’ambito delle tecnologie informatiche e digitali, facendo network con altri atenei ed anche con istituzioni e grandi imprese, coniugando la dimensione territoriale con quella globale.

Per l’UniSannio la stretta relazione con il territorio e la capacità di combinare le competenze multidisciplinari con la tecnologia sono due dei più consolidati punti di forza, di cui misura l’impatto positivo. La sua presenza sul territorio nel solo 2021 ha generato una domanda diretta e indiretta per circa 34 milioni di euro, pari allo 0,83% del valore aggiunto della provincia di Benevento e un’occupazione di circa mille posti di lavoro. Il pollice su arriva anche da altri versanti. Gli importanti progetti in cui partecipa o di cui è capofila riguardano ambiti applicativi disparati delle tecnologie digitali. Nel Cultural Heritage (Patrimonio Culturale), il progetto SHerIL (Samnium Heritage Innovation Lab) è solo il più recente. Finanziato con 5 milioni di euro dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, è rivolto alla formazione, ricerca, creazione d’impresa, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale materiale e immateriale. C’è poi l’applicazione delle tecnologie finalizzate alla medicina personalizzata. Qui, partendo dalla fibra ottica e dall’informatica per l’analisi dei dati, l’Unisannio sta lavorando ad un prototipo di “prognostica” che combina la diagnostica precoce con il rilascio personalizzato del farmaco. Le tecnologie digitali sono al centro anche del progetto “Modelli Organizzativi e Innovazione Digitale: il nuovo Ufficio per il Processo per l’efficienza del Sistema-Giustizia”, di cui è capofila la Federico II di Napoli e che è stato finanziato con 8.5 Mln di euro dei fondi PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020. Il progetto mira all’efficientamento dell’Ufficio Per il Processo (UPP) con riferimento al macro ambito territoriale “macroarea 4”, “con l’obiettivo di medio termine di ridurre l’arretrato, in quanto l’assenza di tempi certi è ritenuta ormai un limite agli investimenti nelle aree meno sviluppate del paese”.

L’Ateneo “collabora per gli scopi del progetto con i Tribunali di Benevento e Avellino, insieme alla capofila Federico II e agli atenei del Molise e Abruzzo, alla Napoli “Parthenope” a alla “Luigi Vanvitelli” di Napoli. Il progetto punta a definire nuovi modelli organizzativi per gli UPP supportati da strumenti informatici e processi digitalizzati, integrando competenze multidisciplinari che includono quelle giuridiche, informatiche, organizzative ed economiche.
I riconoscimenti e i percorsi di laurea innovativi

Per il Times Higher Education l’ateneo “è in posizione 261 nella classifica globale riguardo all’impatto della ricerca scientifica, su 1662 atenei, piccoli e grandi, con storia recente e ultracentenaria” – aveva ricordato il Rettore Canfora lo scorso gennaio all’inaugurazione dell’Anno Accademico 2021-2022, alla presenza della Ministra per il Sud, Mara Carfagna. Secondo le recenti rilevazioni Almalaurea, il 93,4% dei laureati nel 2021 è soddisfatto dell’esperienza all’UniSannio e il 78,5% si iscriverebbe di nuovo all’Università. “Il nostro obiettivo è formare professionisti che siano non solo preparati e competenti nelle proprie aree di intervento, ma che siano anche consapevoli del ruolo che sono chiamati a giocare nella società e delle sfide che il futuro gli pone davanti” – spiega il Rettore Canfora.

Nel suo discorso inaugurale a gennaio aveva elencato nome per nome i riconoscimenti ottenuti nelle varie competizioni internazionali dai suoi studenti e laureati, ricordando anche le “21 imprese gestite o avviate da ex studenti dell’Ateneo che operano anche a livello internazionale e danno lavoro a circa 450 dipendenti”. La carta vincente è “un modello formativo articolato, che combina in maniera sapiente i saperi, ossia le conoscenze teoriche e metodologiche, il saper fare, con attività di laboratorio e di carattere sperimentale sul campo, e il saper essere, con attenzione alle soft-skill e alle abilità di tipo trasversale”.

In questo solco rientra lo sviluppo di esperienze di didattica innovativa, in rete con altri piccoli atenei ed anche percorsi di “double degree” con Università estere, “grazie ad accordi bilaterali con la Polonia, il Portogallo e presto anche con il Marocco”. La sperimentazione della laurea di secondo livello in ingegneria medica sui tre poli degli Atenei di Campobasso, Benevento e Cassino, esempio di didattica innovativa, è partita lo scorso anno. “I tre atenei hanno competenze complementari rispettivamente in medicina e ingegneria e informatica. Ospitano in tre trimestri in successione gli studenti nelle loro residenze. L’ultimo semestre si svolge presso partner industriali e strutture, per poter fare le attività di impresa. Integrare le competenze, permettendo agli studenti di toccare con mano laboratori e comunità diverse è un fatto importante”- spiega Canfora.

“In una certa misura abbiamo anticipato l’idea dell’Erasmus interno fra atenei lanciato dal Ministro Messa”, osserva il rettore, mentre aggiunge: “Non vedo l’ora che si creino le condizioni per realizzare concretamente questa idea, magari aiutando anche economicamente questi giovani”. Servirebbe ad arginare la migrazione dei cervelli al Nord.


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