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Il Parlamento europeo

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Matite e Fantasanremo per l’Europa e Taylor Swift “influencer” di voti per gli Usa, ecco come avvicinare i giovani al voto


La partecipazione alla vita politica è uno dei temi al centro del dibattito: il 2024 sarà infatti un anno denso di elezioni. Su tutte le elezioni per il Parlamento europeo e quelle presidenziali negli USA. Milioni i giovani chiamati a esprimere la propria preferenza, in uno scenario che vede la partecipazione politica giovanile in costante calo, soprattutto in Italia.
Negli ultimi decenni, come mostrano anche dati Istat, le dinamiche demografiche, la precarietà dei percorsi lavorativi, il posticipo delle tappe del ciclo di vita e la ridotta mobilità sociale hanno compromesso la possibilità di realizzazione delle opportunità dei più giovani e ne hanno scoraggiato la partecipazione a livello culturale, sociale e politico.

I DATI

Il Rapporto Annuale Istat per il 2023 osserva come il 18,2% dei giovani tra i 18 e i 34 anni mostri segnali di deprivazioni nel contesto della Coesione Sociale, che l’Istituto identifica quale partecipazione civica e politica e fiducia nel Parlamento. I giovani, cioè, non svolgono nessuna delle seguenti attività: parlare di politica almeno una volta a settimana; informarsi dei fatti di politica italiana almeno una volta a settimana; esprimere opinioni su temi sociali o politici attraverso siti web e social network nei tre mesi precedenti all’indagine.
Questi dati hanno trovato conferma alle scorse elezioni, quando il tasso di astensionismo maggiore si è registrato tra chi ha 18-34 anni, attestandosi al 42,7%. I giovani italiani, insomma, sono scoraggiati sia dalla politica passiva che da quella attiva. E sono consapevoli di essere quasi irrilevanti dal punto di vista elettorale: i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 25 anni sono circa 4,7 milioni, meno del 10% rispetto ai quasi 51 milioni di aventi diritto al voto. E molti di loro vengono penalizzati dall’impossibilità a votare fuori sede.
Eppure, le elezioni europee del 2019 avevano registrato una straordinaria mobilitazione degli elettori più giovani. E anche di coloro che avevano votato per la prima volta, con un balzo del +8%. Ben il 42% dei votanti aveva infatti tra i 16/18 anni e i 24 anni, mostrando così un enorme capitale di fiducia.

LA CORSA AL VOTO, IN EUROPA SI PUNTA SULLE MATITE

Proprio per mantenere e migliorare questi numeri e combattere l’astensionismo non stupisce che le matite, simbolo di democrazia rappresentativa, siano approdate persino sul palco dell’Ariston durante la 74° edizione del Festival di Sanremo. Tra i successi di quest’anno non spiccano solo le canzoni già in testa alle classifiche globali delle piattaforme di streaming, ma anche il gioco del momento: il FantaSanremo. Gioco che ha toccato quota 2,6 milioni di iscritti e l’ha fatta da padrona con i bonus e i malus legati ai gesti compiuti dagli artisti in gara.
Nato cinque anni fa come iniziativa spontanea, è divenuta un fenomeno di costume. E quest’anno si è avvalsa anche della collaborazione con il Parlamento Europeo, che ha voluto promuovere la partecipazione alle elezioni del prossimo giugno investendo sul fenomeno che ha spopolato tra i più giovani. La pubblicità non è passata del tutto inosservata, sebbene l’impatto sia stato trascurabile rispetto al ballo del qua qua, e non solo per il bonus speciale Eu da 20 punti. La matita, oggetto che per alcuni oggi sembrerebbe essere ormai desueto, è sempre stato, è e sarà ancora a lungo simbolo di un diritto. Quello al voto, da non sprecare.

L’Unione Europea lancia il messaggio a Sanremo

«Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Attraverso il voto i cittadini con le idee più diverse possono contribuire a costruire l’Europa del futuro». Questo il messaggio lanciato dall’Unione Europea a Sanremo per sottolineare l’importanza della democrazia. Un valore che le ragazze e i ragazzi hanno a cuore e che, secondo Eurobarometro, hanno dimostrato di riconoscere ancora di più dopo il referendum Brexit che, se fosse dipeso dai giovani britannici, non sarebbe mai avvenuta. In primavera le iniziative di incoraggiamento al voto giovanile si intensificheranno, in particolare in occasione dell’Eurovision Song Contest che si terrà in Svezia. La rappresentanza italiana, per esempio, sta già promuovendo il concorso per videomaker “Ciak, Europa si vota”, ma non mancherà il coinvolgimento di personaggi di spicco del mondo dello sport e dello spettacolo.

OLTRE ALL’EUROPA CON LE MATITE, ANCHE IN USA LA CORSA AL VOTO MA CON TAYLOR SWIFT

Voto non solo in Europa: anche negli Usa la corsa elettorale sta per entrare nel vivo. Mentre Donald Trump si avvicina alla conquista della nomination repubblicana, i democratici corrono ai ripari andando anche alla ricerca di personaggi di spicco – noti come surrogates – che appoggino pubblicamente Biden per cercare di convincere gli elettori a supportarlo a loro volta. L’asso nella manica si chiama Taylor Swift. Secondo gli esperti, un nuovo endorsement della cantante dei record, con oltre 50 milioni di album venduti e 279 milioni di follower su Instagram, potrebbe influenzare circa un milione di voti. Non sarebbe la prima volta per Swift che, lo scorso settembre, grazie a un appello sui social media è riuscita a far sì che 35mila giovani si registrassero per votare. Una versione 2024 dell’effetto Oprah Winfrey che, nel 2008, portò all’ex presidente Barack Obama circa un milione di voti.

La partecipazione civica e sociale attiva non segue più gli schemi ingessati di un tempo e non può basarsi solamente sui confronti elettorali che, per quanto preparati e imprescindibili, non sono sufficienti ad attrarre le giovani generazioni che non si sentono rappresentate da rappresentanti politici troppo distanti da loro, ma prediligono spesso le prese di posizione dei loro idoli in cui potersi rispecchiare. Millennials e Gen Z sono ormai distanti dalle polarizzazioni di un tempo. E hanno a cuore temi quali i diritti civili, la lotta al cambiamento climatico e alle forme di discriminazione, la qualità della formazione e interventi mirati contro il precariato. Ascoltarli e richiamarli al voto è un dovere, qualunque sia la strada da intraprendere per farlo. Dopotutto è in gioco il loro presente e soprattutto il loro futuro.


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