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Valentina Stinga

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VALENTINA Stinga, 32 anni, dopo una laurea alla Bocconi e un master a Il Sole24ore, ha deciso di lasciare tutto e tornare a Sorrento, dove è nata e cresciuta.

Nel 2017 ha avviato la sua azienda agricola “Rareche”, che in dialetto napoletano vuol dire radici, dove coltiva ortaggi. Nominata responsabile di Donne Impresa Coldiretti della Campania, la sua è una storia di coraggio.

Tutto ha inizio a 18 anni, quando va via di casa per trasferirsi a Milano. Laureata in Economia e specializzata in marketing, quella città del nord le sta stretta, le fa capire cosa sta perdendo e cosa davvero le manca, il richiamo delle sue radici è più forte di ogni altra cosa. E così, dopo essere tornata nella sua terra e dopo varie esperienze lavorative, con l’aiuto della famiglia Valentina intraprende la strada dell’agricoltura nel terreno acquistato dal papà. Ad oggi la sua clientela è cresciuta molto, e con essa l’amore per i frutti della terra, una passione che non sapeva di avere, ma che con forza e sacrificio ha trasformato in lavoro.

Valentina, hai fatto una scelta molto coraggiosa, perché hai deciso di tornare a Sorrento?

«All’inizio non mi vedevo trascorrere una vita intera a Milano. Era più una scelta di cuore che ragionata: in quel momento mi sembrava la cosa migliore da fare. Quando sono tornata mi sono resa conto che era più difficile di quanto pensassi, ma non mi pento, ho fatto la scelta giusta. Sicuramente non immaginavo di fare quello che faccio ora».

Che legame hai con la tua terra?

«È stata proprio lei a richiamarmi a casa. Sono cresciuta qui e il trasferimento a Milano, nonostante mi abbia aperto la mente, mi ha fatto apprezzare ancora di più la bellezza e le opportunità che c’erano a Sorrento. Molti giovani vanno via perché hanno poche opportunità nella loro terra, ma sapersele creare con quello che c’è è ancora più difficile e se ci si riesce è una grande soddisfazione.»

Parlaci di Rareche, la tua azienda agricola. Qual è la sua forza?

«La sua forza è anche un po’ la mia, faccio quasi – e ci tengo a sottolineare il quasi – tutto io. Credo che la forza più grande sia la genuinità: se non ho un prodotto non cerco quello di qualcun altro per darlo ai miei clienti al posto del mio. Questo ripaga tutto».

Sei stata nominata responsabile di Donne Impresa Coldiretti della Campania, che significato ha avuto per te?

«All’inizio avevo molta paura di non esserne all’altezza. Sono diventata Responsabile della Provincia di Napoli e quando è successo ancora non conoscevo bene il funzionamento di un’azienda agricola e la burocrazia che c’è dietro. Quando poi sono diventata Responsabile Regionale ho avuto comunque paura, ma è stato un ottimo stimolo per conoscere altre realtà, altre coltivazioni, altre donne. Siamo tanti a fare questo lavoro e tenere sott’occhio ogni esigenza, ogni problematica ed ogni aspetto positivo non è facile, ma spero di riuscirci bene».


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