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Una manifestazione contro i vaccini obbligatori

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Facebook sta incredibilmente perdendo la lotta contro i No Vax. Ufficialmente la guerra del gigante californiano alla disinformazione sui vaccini contro il Covid19 è stata dichiarata lo scorso 3 dicembre, quando la piattaforma ha annunciato di voler portare a un nuovo livello la politica di rimozione delle false affermazioni sull’efficacia delle profilassi oggi più diffuse in tutto il pianeta. Solo nel periodo compreso fra marzo e ottobre la società ha raccontato di aver eliminato 12 milioni di post (sia su Fb che su Instagram) e di aver posizionato, con l’ausilio dei debunker, 167 milioni di avvisi di possibile contenuto fuorviante su altrettanti messaggi.

Questa campagna anti fake news, secondo gli esperti, non sta tuttavia scoraggiando il fenomeno, che anzi continua a proliferare con numeri da capogiro su entrambi social. Instagram in particolare – di cui Facebook è proprietario – sta diventando il principale campo d’azione degli utenti banditi dalla piattaforma ammiraglia di Mark Zuckerberg. Un continuo trasferimento di user, gruppi e pagine che sta rendendo tremendamente complicata ogni misura di prevenzione.

Il risultato è che Facebook è diventato bersaglio di critiche da parte del Center for countering digital hate (Ccdh), che aveva auspicato l’adozione di provvedimenti più severi. «Ora che sanno cosa sta accadendo – ha spiegato Ccdh – qualunque misura diversa dalla cancellazione di profili, pagine e gruppi legati a questi individui e dal diniego permanente di accesso (alle piattaforme ndr) equivale a una volontaria acquiescenza». Riemergono, in sostanza, le zone d’ombra dei social network, piattaforme talmente diffuse da non potersi smarcare dalle responsabilità di trasparenza, liceità e opportunità dei contenuti, senza farsi tentare dalla viralità degli stessi in ottica pubblicitaria.

La presenza di movimenti complottisti e cospirazionisti sui social media non, è in ogni caso recente. Prima della pandemia di Covid19 l’Oms aveva già inserito i “dubbi nei confronti dei vaccini” nella lista delle dieci maggiori minacce per la salute pubblica mondiale. Lo scorso anno su Facebook erano già fioriti numerosi gruppi che tentavano di persuadere le madri a non far vaccinare i propri figli e, contestualmente, ad avviare vere e proprie campagne d’odio nei confronti dei medici più impegnati a favore delle profilassi. L’arrivo del coronavirus e l’ok ai sieri sviluppati da Pfizer-Biontech e Moderna hanno fatto il resto.

Lo scorso ottobre si sarebbe svolto un meeting online riservato fra i principali attivisti del movimento per definire una strategia comune. Ne sarebbero emersi tre principi attorno a cui costruire la campagna sociale dei No Vax: «E’ pericoloso, non ne hai bisogno, l’immunità di gregge è tua amica».


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