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Soli, spaventati, naufraghi nell’oceano del web, che può in trasformarli in vittime o carnefici. È un quadro allarmante quello tracciato dall’osservatorio Indifesa di Terre des Hommes, in collaborazione con Scuolazoo, in occasione della Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, andata in scena ieri. I protagonisti sono loro, giovani e giovanissimi, psicologicamente provati dal primo anno di pandemia.

Non stupisce allora che il minimo comune denominatore dei singoli disagi espressi dai circa 6mila ragazzi di età compresa fra i 13 e i 23 anni che hanno partecipato all’indagine sia il senso di solitudine. Percezione acuita dalle misure di distanziamento sociale in funzione anti Covid. Oggi il 93% di adolescenti e ventenni vive questa condizione emotiva, dieci punti in più rispetto all’ultima rilevazione. Un incremento ancor più significativo se si pensa che la percentuale di chi ha indicato di provare solitudine «molto spesso» è passata dal 33% al 48%. Questi dati, ha commentato il direttore generale di Terre des Hommes, Paolo Ferrara «siano già oggi drammatici. L’isolamento sociale, la didattica a distanza e la perdita della socialità stanno provocando una profonda solitudine e demotivazione ma anche ansia, rabbia e paura».

Sentimenti negativi che si riversano in quel poco che resta dei rapporti umani, nei quali si fa sempre più largo l’incubo del bullismo. Il 68% degli intervistati ha dichiarato di aver assistito ad atti inquadrabili nel fenomeno, mentre il 61% sostiene di esserne stato vittima. Quanto ai bulli sono l’8,02%, quota che arriva sino al 14,76% nel caso dei ragazzi. Il 42,23% dei partecipanti ha detto di soffrire a causa di episodi di violenza psicologica da parte di coetanei e in particolare il 44,57% delle ragazze ha segnalato il disagio provato nel ricevere messaggi non graditi di carattere sessuale online. Da qui al revenge porn il passo è breve. Per il 52,16% delle intervistate è secondo solo al cyberbullismo nella classifica degli atti di violenza online più temuti. Seguono il rischio di subire molestie sul web, l’adescamento da parte di malintenzionati e la perdita della privacy. Inoltre, quasi tutte le ragazze (95,17%) riconoscono che vedere le proprie foto o video hot circolare online o su cellulari altrui senza aver dato il proprio consenso sia grave quanto subire un abuso fisico. Spaventa, poi, quel 15,21% di giovani di sesso maschile secondo cui una ragazza che decide di condividere foto e video hot con il proprio partner sarebbe «facile».

In un panorama caratterizzato da solitudine e disagio torna prepotentemente in auge il tema del suicidio, seconda causa di morte – afferma l’Organizzazione mondiale della sanità – nella fascia di età 15-29 anni. In Italia la situazione non cambia: delle circa 4mila persone che mediamente ogni anno decidono di farla finita il 5% ha meno di 24 anni. Con la pandemia la situazione rischia di degenerare.

Un campanello d’allarme è rappresentato dal boom di episodi di autolesionismo (a scopo suicidario e non) fra i più giovani, recentemente denunciato a Repubblica dal primario di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza all’ospedale “Bambino Gesù” di Roma, Stefano Vicari. Con la seconda ondata i ricoveri legati al fenomeno sono cresciuti del 30%, col risultato che nel reparto guidato dal luminare il tasso di occupazione dei posti letto ha raggiunto anche il 100%. E viene da chiedersi quale sarà il conto da pagare per questa generazione quando ci sveglieremo dall’incubo Covid.


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