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SCENDE in campo anche la Banca d’Italia per sottolineare che in questa fase di profonda crisi economica generata dal coronavirus «l’economia avrà bisogno di un adeguato periodo di sostegno e rilancio, durante il quale politiche di bilancio restrittive sarebbero controproducenti».

Questa valutazione è espressa anche nel Documento di economia e finanza (Def) del governo, ma Bankitalia, attraverso il capo del dipartimento economia e statistica, Eugenio Gaiotti, la rimarca nell’audizione presso le Commissioni bilancio di Camera e Senato. Servono risorse subito, per il sostegno alle famiglie in difficoltà e per le imprese che rischiano di non riaprire, non per loro responsabilità. Poi servirà anche una «strategia di lungo periodo, dalla quale dipende anche la riduzione del rapporto tra debito pubblico e Pil».

TEMPI STRETTI

Appunto, il “rapporto” che dipende, sì, dal numeratore, che inevitabilmente aumenterà e di molto, ma anche dal denominatore, il prodotto interno lordo, la crescita economica, che rende sostenibile il debito di un Paese. Anche il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, intervenendo in Parlamento sul Def e sulle linee guida del prossima decreto con misure per 55 miliardi, in corso di preparazione, ha parlato di «manovra espansiva doverosa» che «non mette a repentaglio la sostenibilità della finanza pubblica, anzi è condizione per il suo rafforzamento». Ma il problema, come più volte sottolineato dalle pagine di questo giornale, è relativo ai tempi e all’attuazione concreta della misure. Il cosiddetto “decreto di aprile”, già annunciato alla fine di marzo, ora sarà approvato a maggio (a meno di una volata finale che lo porti oggi in Consiglio dei ministri, ma siamo comunque al 30 di aprile). E molte delle misure di sostegno alle fasce più deboli previste nel precedente decreto “cura Italia”, ancora non sono arrivate nelle tasche dei beneficiari. Ritardi si registrano per la cassa integrazione in deroga e in molti casi per il bonus agli autonomi. Per non parlare del provvedimento sulla liquidità delle imprese che solo in questi giorni sta muovendo i primi passi. Ieri il ministero dell’Economia ha fatto sapere che negli ultimi giorni si è registrata «una impennata» di richieste per i prestiti fino a 25.000 euro garantiti dallo Stato, passando dalle 5.000 di venerdì scorso a 30.000. Ora bisognerà capire quando arriveranno i soldi.

PRESTITI E AIUTI

Ancora nessun avanzamento per i prestiti di maggiore entità alle aziende medie e grandi, quelli garantiti dalla Sace e per i quali è richiesta una valutazione più attenta delle banche sul merito del credito. Ieri il ministro Gualtieri, intervenendo in Aula alla camera, ha assicurato che con il prossimo decreto «verranno rafforzati e prolungati gli interventi già operativi. Sarà previsto il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali e dei sostegni al reddito. Nessuno deve perdere il lavoro a causa dell’epidemia e il sostegno sarà erogato finchè ce ne sarà bisogno». Per sostenere la necessità di un consistente e fattivo intervento pubblico che spinga la ripresa economica, Bankitalia sottolinea come l’incertezza sulla durata della pandemia renda «estremamente difficile la quantificazione delle sua conseguenze economiche, ma tutti gli scenare indicano ripercussioni molto forti, che si estenderanno oltre il breve periodo. Questa incertezza può pesare in maniera prolungata sugli investimenti e sui consumi. I tempi del recupero dipenderanno in primo luogo dall’evoluzione del contagio, ma un ruolo essenziale avrà l’efficacia delle politiche di sostegno».

RILANCIO E RISCHI

Secondo Banca d’Italia le misure adottate dal governo sono «appropriate». Ma passata l’emergenza «l’azione politica sarà necessaria per assicurare il rilancio dell’economia», anche considerando che il calo del Pil dell’8% nell’anno in corso, stimato dal governo nel Def, si basa sulla previsione di «un graduale riassorbimento delle misure di lockdown da giugno e con una ripresa relativamente rapida delle attività nella seconda parte dell’anno». Ma potrebbe essere una valutazione ottimistica. L’Ufficio parlamentare di bilancio descrive scenari più pessimistici, caratterizzati da «una incertezza senza precedenti» e con «rischi al ribasso» che possono essere determinati da una recrudescenza del virus, da un marcato deterioramento del contesto internazionale e da rischi di nuove tensioni finanziarie.


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