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Jacopo è rimasto colpito dall’immagine del bambino che piange dietro i vetri della finestra di casa, mentre sotto di lui passano, con il loro rumore di odio e disperazione, i cingolati di quella che una volta si chiamava Armata Rossa, quando i comunisti mangiavano i bambini. Sara esplora qualsiasi social, compreso TikTok, l’ultima moda tra i modi della Generazione Z. Nicolò si affida di più a Instagram. Aurelio va a cercare i post sui social: non è difficile per i nativi digitali, basta guardare tra le tendenze del momento. L’Ucraina, la Russia, Zelensky, Putin, Biden sono tutti nell’empireo dei topic trend.

A CACCIA DI NOTIZIE

Lorenzo dà anche un’occhiata ai giornali e legge qualche articolo perché vuole capire di più, e il post non basta per capire, ma può servire giusto per una spolverata di informazione. O forse di disinformazione: difficile navigare nell’oceano delle fake news, dove l’onda anomala fa gigantesca schiuma.

Federica guarda le città e quelle strade che fino a qualche giorno fa erano probabilmente abitate da automobili e da vita e che adesso sono una piazza d’armi. Roberto segue i missili che squarciano il cielo di Kiev e dell’Ucraina tutta. Leonardo pensa a quel che vede: i banconi dei supermercati vuoti, piene le strade che portano verso un altrove che forse gli automobilisti che le percorrono non sanno neppure dov’è e dove sarà.

Jacopo, Sara, Nicolò, Aurelio, Federica, Leonardo, Roberto, sono alcuni tra le ragazze e i ragazzi della 5ª I del liceo scientifico “Primo Levi”, scuola romana che sta “verso l’Eur” o “verso la Laurentina”, questione di punti di vista.

Hanno vissuto, come tutti quelli dell’età loro, l’esperienza straniante della vita ai tempi del virus: la didattica a distanza, la socialità negata, i molti accadimenti che ne hanno condizionato il loro accesso al mondo e la loro crescita in questi disgraziatissimi anni.

Si preparano alla maturità (la loro è una lunghissima notte prima degli esami, altro che i romanzetti di Moccia e il fontanone del Gianicolo), si preparano alla “nuova normalità” che, come usa dire con frase abusata, “nulla sarà più come prima”.

IL PUTIN VERO COME L’IMITAZIONE DI CROZZA

A qualcuno di loro i discorsi di Putin sono sembrati i discorsi di un imitatore che gli facesse il verso, un Crozza sotto il Cremlino, sulla Piazza Rossa, verso il Teatro Bolshoi o la Basilica di San Basilio. Ma questo Putin non faceva sorridere.

Qualcun altro non giustifica il nuovo zar, ma cerca di comprendere, e «la colpa è della Nato, degli americani» e sa tutto dei missili a Cuba, dell’epoca castrista, di Kennedy che gli bastò minacciare perché i sovietici se ne tornassero a casa, la coda fra le gambe e i missili nel container. E c’è anche chi (ma sì, sono ragazzi, e parlano da rapper e trapper) dice che gli pare di assistere, «scusi la parola, a una gara su chi ce l’ha più lungo».

Sono sportivi i ragazzi della 5ª I del “Primo Levi” che non vivono sulla luna dei videogiochi, ma hanno anche letto “Se questo è un uomo”, come sarebbe bene facessero tanti dei nostri teenager, che se alcuni (molti?) non leggono probabilmente non è colpa loro: la scuola, la famiglia eccetera eccetera in spicciola sociologia.

Sono ragazzi di tutti i giorni: spazieranno un domani dall’ingegneria spaziale alla fisioterapia; qualcuno di loro è un’ipotesi di campione, come Maia, che ha già nel cassetto qualche medaglia internazionale nella disciplina dei tuffi, che è sport aperto alla discussione se si tratti di sport d’acqua per lo splash o d’aria per il volo che propone; qualcuno sfida certi pregiudizi duri a morire, come quello che ti vorrebbe un gigante per giocare a basket, come quello che magari può andare contro il bullismo di chi pensa che la ginnastica artistica non sia proprio il timbro della virilità.

Ma di questi tempi fluidi ancora queste baggianate? “Rappiamoci sopra”. Stanno imboccando il loro futuro in uno di quegli incontri di “avviamento all’università” (quello cui partecipano è organizzato dalla Link Campus University), si entusiasmano per la produzione di un podcast, la prova di organizzazione di un evento, la stesura di un post. Ascoltano, chiedono, commentano: l’Ucraina non è lontana come si potrebbe credere.


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