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Sono state promesse 80mila assunzioni, ma intanto mancano 250mila supplenti e al Sud occorrono almeno 30mila professori. È questa la condizioni in cui riparte, anzi dovrebbe ripartire tra il 14 e il 24, la scuola in Italia.

IL SOSTEGNO

Il sostegno agli alunni con disabilità il primo problema. Le cattedre in organico di diritto destinate a garantire la continuità didattica e la stabilizzazione per i tanti docenti specializzati sul sostegno sono pochissime. In Sicilia i posti a ruolo di sostegno per le graduatorie di merito sono 14 all’infanzia; 39 alla primaria, 115 alla secondaria I grado, 37 alla secondaria II grado. In Campania 50 all’infanzia, 128 alla primaria, 78 alla secondaria II grado. In Campania mancheranno all’appello 6.500 insegnanti di sostegno.

In media, con differenze nei diversi ordini di scuola, alle elementari un alunno disabile ha un insegnante di sostegno per un massimo di 22 ore (su 30 o più di frequenza), alle medie per un massimo per 18 ore. Se i genitori vogliono che il figlio abbia accanto l’insegnante di sostegno per l’intera giornata scolastica “l’unica soluzione a disposizione delle famiglie è ricorrere al Tar – spiega Toni Nocchetti, presidente dell’associazione “Tutti a scuola” e candidato alle regionali con la lista Per –

Questo rappresenta ovviamente un costo di avvocati che spesso le famiglie non riescono a sostenere. In seguito alla sentenza 80 della Corte Costituzionale, datata febbraio 2010, come associazione abbiamo contribuito a determinare la vincita di tutti i ricorsi al Tar e, a riprova di questo, oltre 30mila famiglie in tutta Italia hanno ottenuto le ore di sostegno pari alla frequenza scolastica in questi anni». Il diritto allo studio, uno dei diritti fondamentali e inalienabili della persona, si perde tra le scartoffie di una burocrazia asfissiante e insensibile. Ecco perché serve assumere gli insegnanti nell’ottica dell’inclusione.

Al Sud poi ancora di più, considerando che le fasce sociali deboli sono quelle dove la dispersione scolastica maggiormente si diffonde perché si tende a far lavorare da piccoli i ragazzi. In Puglia c’è grande preoccupazione. I docenti sono circa 58 mila per oltre 500 mila studenti. «Ne servono almeno 15 mila in più», dice Verga della Uil. «Chiediamo – continua il segretario Uil – presìdi sanitari all’interno di ciascuna scuola o almeno su reti di scuole. Chiediamo un organico aggiuntivo almeno del 40%, in misura straordinaria solo per il prossimo anno scolastico, tra docenti e personale Ata. Chiediamo che ai Comuni siano date le risorse per far fronte alla ricerca di nuovi spazi”.

IL COVID

L’altro problema è la gestione del Covid, con paure e patologie annesse. Sono esonerati dall’insegnare i lavoratori “fragili”. Per legge, rientra nella definizione chi è affetto da più patologie in contemporanea, gli immunodepressi, i pazienti oncologici. Ad essi si possono aggiungere anche coloro che hanno più di 55 anni (nel 2019 su 730 mila insegnanti di ruolo, quelli con più di 54 anni erano oltre 300 mila): non tutti ovviamente, ma coloro per i quali il medico Inail deciderà che è necessaria la sorveglianza sanitaria eccezionale prevista dalle regole generali di tutela dei lavoratori e da quelle emanate nei mesi scorsi per tutti coloro per i quali il Covid potrebbe avere conseguenze anche molto gravi, se non fatali. Lavoratori fragili o no, il 2020 sarà un anno record per le supplenze che potrebbero raggiungere la cifra record di 250mila.

I NUMERI

Nelle singole regioni meridionali vi sono peculiarità. In Calabria, per esempio, si tornerà il 24 tra sdoppiamenti delle classi, doppi turni, riduzione degli orari, carenza di personale docente e personale Ata. Secondo la Cisl Scuola, mancano circa 4.500 docenti, mentre il personale Ata necessita di circa 2.500 unità. I sindacati sono pronti a protestare.

«Il problema della riapertura delle scuole – sostiene Raffaele Vitale, segretario generale della Cisl Scuola Catanzaro, Crotone, Vibo – interessa tutta l’opinione pubblica. La pandemia non è finita. I focolai di questi giorni ci confermano il fatto che gli ambienti di frequente contatto tra le persone sono veicolo di immediata trasmissione del virus».

Dovrebbero arrivare in compenso i materiali tecnologici. I fondi consentiranno di acquistare strumenti e dispositivi digitali, accessori e periferiche hardware (come proiettori, webcam o scanner), software e licenze per piattaforme di e-learning, monitor touch screen e per creare spazi digitali nelle scuole, favorendo nuove metodologie di apprendimento.


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