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Il ministro Provenzano

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La bacchettata è alla Conferenza Stato-Regioni: con i fondi europei «possiamo mettere in campo ogni politica meridionalista e di riequilibrio territoriale, ma se poi la politica ordinaria non segue e non è all’altezza avremo fatto poco. Ad esempio, con i fondi strutturali abbiamo orientato delle risorse ai sistemi sanitari territoriali, ma se poi la Conferenza Stato-Regioni ha una ripartizione del fondo sanitario che segue lo squilibrio che si è consolidato nel corso degli anni, difficilmente riusciremo a colmare quel divario. La politica ordinaria deve, quindi, essere all’altezza di un progetto di riequilibrio territoriale».

Firmato Giuseppe Provenzano.

Il ministro per il Sud non le manda a dire durante il dibattito “Next Generation EU e Mezzogiorno” che si è svolto ieri e che è stato promosso dal presidente della XIV commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato, Dario Stefàno.

«Dobbiamo evitare – ha aggiunto Provenzano – uno squilibrio territoriale nella fase di ripresa. Abbiamo la necessità di dare una risposta alla crisi che provi a colmare i divari nel nostro Paese, non solo territoriali ma anche sociali». Il ministro ha evidenziato che il «tema non è quello delle quote» perché «in alcuni settori allocare il 34% delle risorse al Sud è una fetta davvero minima».

«Il tema del Sud – ha evidenziato – non può essere solo una missione di intervento del Next Generation, deve essere perseguito in tutte le missioni, deve essere esplicitato in tutte le missioni. Porterò – ha annunciato – una proposta in Consiglio dei ministri: uno dei criteri di allocazione delle risorse dovrà essere il riequilibrio territoriale. Non faccio un discorso di quote non perché è scomodo parlarne, ma perché in alcuni settori il 34% di allocazione delle risorse al Sud è una quota minima. Il tema non è le quote ma la progettualità per il rilancio produttivo, lo sviluppo in termini di crescita e dell’occupazione buona».

Sui tempi Provenzano ha invitato i suoi colleghi di governo a fare presto: «Spero – ha detto – che possa essere varata al più presto, in Consiglio dei ministri, una proposta di piano» e «di avviarci verso un piano che sia unico, che tenga insieme sia il Next Generation sia i fondi strutturali, e dove i comuni siano protagonisti».

Alla domanda su quando sarà pronto il piano, Provenzano ha risposto: «Chiedo di fare il prima possibile perché siamo in ritardo con l’Italia a discutere sui progetti». Al dibattito ha partecipato anche Antonio Decaro, presidente Anci: «Il problema più grosso per i Comuni del Sud – ha sottolineato – è legato ai collegamenti. Se pensiamo all’Alta velocità ci accorgiamo che la percentuale di Alta velocità è del 2,4% al Sud mentre nel Nord Est, invece, oltre il 9%».

«Sono un parlamentare del Sud, al Sud è legato il tema della destinazione delle risorse che sia coerente con le indicazioni dell’Europa. Il nostro Mezzogiorno è stata la ragione per la quale l’Italia ha ricevuto maggiori risorse, il Sud quindi deve essere al centro di maggiore attenzione», ha concluso, Dario Stefàno.


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