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I tecnici del Mef sono al lavoro per mettere a punto il nuovo pacchetto di interventi di sostegno per il sistema economico messo in ginocchio dalla crisi pandemica: il testo del decreto – che potrebbe essere ribattezzato proprio “Sostegno” – dovrebbe arrivare la prossima settimana.

Intanto è atteso il nuovo capitolo della “pace fiscale”, con il rinvio delle cinque rate della rottamazione e due del saldo e stralcio sospese dai precedenti provvedimenti emergenziali. In assenza di una proroga, il 1° marzo scatterebbe il pagamento per 1,2 milioni di contribuenti, che porterebbe nelle casse del fisco 950 milioni. Il rinvio dovrebbe arrivare intanto fino al 30 aprile.

Lunedì dovrebbe invece riprendere l’attività di riscossione degli oltre 50 milioni tra avvisi e cartelle finora congelata con successivi atti normativi fino a domani. Si ipotizza di allungare i termini delle notifiche, diluendole su due anni, per non gravare sulle famiglie e sulle imprese già in difficoltà. Mentre per non perdere i crediti fiscali si dovrà provvedere ad estendere i tempi della prescrizione.

La crisi di governo prima, la complicata partita sulla composizione della squadra di sottogoverno, nonché gli impegni internazionali con l’emergenza vaccini all’ordine del giorno, hanno rallentato il cammino del quinto decreto Ristori con a disposizione la dote dei 32 miliardi dell’ultimo scostamento di bilancio autorizzato dal Parlamento a gennaio. Intanto associazioni di categorie, imprese ed enti locali rilanciano quotidianamente l’appello a fare presto.

Ieri Federalberghi ha presentato il conto dei danni che per il quarto trimestre del 2020 segna un crollo del fatturato del 70% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 54,4% per l’intero 2020.

Gli operatori del comparto “Wedding” sono scesi in piazza, portando gli abiti da sposa, a Bergamo, Cagliari e Cuneo. A Napoli i ristoratori hanno bloccato il lungomare e la categoria si è data appuntamento lunedì a Montecitorio alle ore 15, quando giureranno viceministri e sottosegretari del governo Draghi.

Il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha sollecitato il miliardo “promesso” ai Comuni da Conte per coprire i mancati introiti fiscali. A rischio, ha sottolineato, sono le spese correnti che servono a pagare i servizi, dai trasporti pubblico all’illuminazione.

Di fatto, dalla fine di dicembre ristori e restrizioni non viaggiano più parallelamente. Il riallineamento dovrebbe essere prossimo: il testo del nuovo provvedimento dovrebbe arrivare la prossima settimana, il prossimo Dpcm con le misure anti-Covid entrerà in vigore il 6 marzo.

Sul fronte dei ristori alle imprese colpite dalle restrizioni, alla filiera del turismo di montagna è in prima fila, con 4,5 miliardi “opzionati” per coprire i danni di una stagione mai partita e che ha visto sfumare anche la possibilità di una “tregua” pasquale sui bilanci in profondo rosso. Gli indennizzi dovrebbero arrivare tutti coloro che hanno registrato cali di fatturato: resta da stabilire se sarà confermata o meno la soglia del 33% per poter accedere ai ristori.

Ma sicuramente sarà superata la la logica dei codici Ateco. Si prevede la copertura dei costi fissi e un conguaglio relativo alle perdite sul fatturato del 2020. In arrivo anche la proroga della Cig Covid: si ipotizzano 8 settimane di cigo e 26 settimane di cig in deroga e assegno ordinario da utilizzare entro il 31 dicembre 2021. C’è poi il nodo del blocco dei licenziamenti da sciogliere. Il ministro del Lavoro Catalfo del Conte Bis aveva legato la proroga al Ristori Quinques.

Oggi il nuovo ministro, Andrea Orlando, vedrà le parti sociali per avviare il confronto sugli ammortizzatori e non è escluso che il tema tornerà sul tavolo, con i sindacati che spingono per un rinnovo generalizzato e Confindustria per concederla solo alle imprese fortemente in crisi o soggette alle restrizioni. Il punto di caduta potrebbe un’estensione dello stop che inizialmente riguardi tutti, per poi divenire più selettivo.


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