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I ritardi del governo sul via libera alla ripartenza del settore del wedding rischiano di tradursi in un danno al Sud. «L’azzeramento del wedding tourism, che valeva il 30% del fatturato totale del settore, ha penalizzato soprattutto le aziende meridionali, visto che al Sud sono particolarmente numerose le cornici naturalistiche mozzafiato scelte dalle coppie straniere per celebrare il matrimonio» spiega al Quotidiano del Sud Maria Spena, deputata di Forza Italia e vicepresidente della commissione Agricoltura della Camera, che sulla questione ha presentato un’interpellanza urgente in Parlamento.

La deputata Maria Spena

Ad oggi, prosegue, «continuano ad essere vietate le feste nei luoghi al chiuso e all’aperto, comprese quelle conseguenti alle cerimonie civili e religiose. Non c’è ancora una data certa e questo fa sì che il comparto del wedding sia il grande assente nel decreto riaperture». L’iniziativa formale di Spena mira a ottenere dall’esecutivo tempi certi sulla ripartenza del comparto a vantaggio «delle imprese, dei lavoratori e dei futuri sposi che vivono le conseguenze economiche e psicologiche dei continui rinvii». Anche perché, osserva, «non stiamo parlando di attività alle quali è sufficiente alzare la serranda per ricominciare: serve una pianificazione che, senza notizie precise nell’immediato, rischia di essere impossibile. Se il quadro epidemiologico lo consente, bisogna permettere loro di ripartire subito».

Nelle more delle incertezze ognuno si arrangia come può. Negli scorsi giorni, su questo giornale, la presidente di Federmep, Serena Ranieri, ha lanciato un vero e proprio allarme sicurezza sulle location che possono permettersi di aggirare il divieto, offrendo solo il (consentito) servizio di ristorazione all’aperto a sposi e invitati ma in assenza di specifici protocolli previsti per eventi privati di grandi dimensioni.

«Questo è un punto che merita di essere evidenziato – sottolinea la deputata azzurra – gli operatori del settore non si stanno limitando ad invocare la ripresa delle loro attività, ma chiedono anche l’approvazione di un protocollo per poter lavorare in sicurezza. A questo proposito, le associazioni di categoria hanno presentato al Cts delle proposte dettagliate che si rifanno alle normative nazionali e prevedono, tra le altre misure, anche percorsi distinti tra staff ed invitati, confezioni monouso per evitare il contatto degli abiti nel guardaroba, la disposizione di segnaletica visiva, dispenser ed igienizzanti. Le rivendicazioni delle imprese della filiera non sono fine a sé stesse; sono costruttive e partono da un profondo senso di responsabilità unito alla necessità di tornare a lavorare».

Fra le recriminazioni degli operatori del wedding c’è quella legata alla disparità di trattamento con altri comparti che prevedono un’ampia partecipazione di pubblico, come quello fieristico, per i quali (tuttavia) è stata fissata una data di ripartenza.

Per Spena si tratta di «un’incongruenza che Forza Italia, sia con il coordinatore nazionale Antonio Tajani che con il nostro capo delegazione al Governo Mariastella Gelmini, ha voluto sottolineare immediatamente dopo l’uscita del decreto riaperture. È positivo che gli operatori del settore delle fiere e dei congressi, anch’essi tra i più colpiti dalla pandemia, sappiano già in che giorno potranno ripartire. La stessa possibilità deve essere concessa alla filiera del wedding: l’organizzazione di ricevimenti per matrimoni e cerimonie richiede una lunga programmazione, non può essere improvvisata dall’oggi al domani. Senza contare che siamo a ridosso dei mesi in cui si concentra la maggior parte del fatturato di fotografi, wedding planner, imprese di catering, musicisti, fiorai e negozi di bomboniere e di tutte le attività del comparto».

Sullo sfondo la questione del coprifuoco, che interessa anche la filiera del wedding e sulla quale continuano a registrarsi tensioni nella maggioranza. Nell’ultimo voto in Parlamento i partiti di centrodestra inquadrati nel governo (Fi e Lega) hanno deciso di astenersi sull’odg presentato da Fratelli d’Italia per l’abolizione della misura, mentre le altre compagini hanno votato contro. «Sappiamo che questa maggioranza è composta da compagni di strada temporanei e sul tema coprifuoco esistono punti di vista diversi – commenta Spena – Su questo, come su altro, abbiamo il dovere di cercare una sintesi per provare a portare a casa i risultati. Il lavoro di mediazione che è stato fatto martedì ha consentito di arrivare alla riformulazione di un altro odg grazie al quale si è impegnato ufficialmente il governo a valutare già da maggio una revisione dell’attuale coprifuoco».


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