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Il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Domrbovskis

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Recovery, ma anche crescita e occupazione sono tra le priorità dell’Ue per i prossimi mesi. «La ripresa in Europa si sta accelerando e anche se le stime di crescita variano tra i vari Paesi, si prevede per tutti gli stati il ritorno a un livello pre-crisi entro il 2022. Confermiamo quindi la clausola di salvaguardia per la sospensione del patto di stabilità per tutto il 2022, ma non per il 2023», ha detto il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Domrbovskis al termine della riunione informale dei ministri delle Finanze (Ecofin).

Dombrovskis ha, però, sottolineato l’importanza di «non rimuovere prematuramente e senza coordinamento» le misure temporanee di sostegno fiscali per non compromettere la ripresa. Su questo punto i ministri hanno concordato che è importante «continuare ad aiutare i settori più gravemente colpiti dalla crisi per garantire una ripresa inclusiva e prevenire un’improvvisa ondata di fallimenti, con impatti sulla capacità di finanziamento da parte del settore bancario».

Sulla stessa linea, di una rimozione graduale delle misure di sostegno, è anche il vicepresidente della Banca centrale Ue Luis De Guindos, che non ritiene ci saranno cambiamenti alla politica monetaria accomodante seguita finora dalla Bce. Secondo i ministri delle finanze è fondamentale però concentrarsi sulle politiche per la crescita. Nei prossimi mesi le discussioni si focalizzeranno su strategie per investimenti pubblici e privati, per la crescita economica e la creazione di posti di lavoro. Finora i giovani e le persone con basse qualifiche risultano le categorie più colpite dalla crisi e quelle che hanno maggiormente perso il lavoro.

«Anche questa crisi ha lasciato degli impatti negativi, ad esempio, sul debito pubblico e privato, il mercato del lavoro e sugli aspetti sociali». Per questo, secondo Dombrovskis, è fondamentale l’attuazione del fondo di ripresa e resilienza ma soprattutto l’implementazione reale dei piani nazionali. «Diversi Paesi Ue hanno fretta di ricevere il prefinanziamento dei fondi del Recovery, la Commissione Ue sta lavorando il più rapidamente possibile all’esame dei piani nazionali di ripresa e resilienza – spiega Dombrovskis -. Stiamo esaminando i dettagli, ma questo richiede tempo sia per il numero dei piani sia perché è una valutazione complessa».

Finora i piani nazionali ricevuti sono diciotto. Dombrovskis prevede comunque che la Commissione Europea farà in tempo a presentare un primo gruppo di piani verso la metà di giugno al Consiglio che avrà un altro mese per esaminarli. Bisogna quindi poi vedere quanto tempo si prenderà il Consiglio per la valutazione.

Manca però ancora la ratifica da parte di cinque Paesi della normativa sulle risorse proprie, necessaria per permettere alla Commissione di andare a reperire sul mercato i capitali da allocare ai Paesi. Dombrovskis spera che arrivino tutte entro fine maggio. Il vicepresidente della Commissione ha, comunque, ribadito che i contenuti «dei piani nazionali di ripresa e di resilienza sono promettenti, anche perché hanno un forte focus sociale».

Un punto dolente è però che, secondo un’analisi presentata dal think tank Bruegel ai ministri, i Paesi del Sud Europa, i più colpiti dalla pandemia, vedranno una ripresa più lenta.  Inoltre, mentre il settore delle tecnologie (IT) ha beneficiato dalla crisi pandemica, il turismo, i viaggi e servizi hanno particolarmente sofferto.

E di conseguenza anche i Paesi, specialmente del Sud, che hanno gran parte delle proprie economie basate su questi settori. Secondo gli autori, (Gregory Claeys, Zsolt Darvas, Maria Demertzis e Guntram B. Wolff), mentre l’occupazione totale è quasi in ripresa, i giovani e quelli con qualifiche di basso livello sono quelli che hanno perso maggiormente posti di lavoro.

«La disuguaglianza potrebbe aumentare» avvertono gli analisti.  Nei prossimi mesi l’Europa dovrà ripartire anche in modo più inclusivo ma anche più sostenibile. Al centro della riunione c’è stata anche «una prima discussione – ha detto il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni – su una parte del pacchetto di transizione green che la Commissione presenterà a metà luglio, in particolare su come le tassazioni e il meccanismo di aggiustamento di carbonio alle frontiere potranno contribuire alla transizione verde».

Gentiloni ha spiegato che del pacchetto farà parte anche «l’aggiornamento della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici, che è di vent’anni fa e non si deve più basare sui combustibili fossili».


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