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Il presidente della Consob Paolo Savona durante il suo intervento

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LE FAMIGLIE italiane risparmiano sempre di più ma incassano sempre di meno dal loro patrimonio. Proprio l’assenza di rendimenti spinge un numero crescente di investitori a prendere rischi fin troppo elevati. Non solo azioni, derivati e altri strumenti finanziari. La criticità della nuova frontiera sono le criptovalute.  

La diagnosi arriva dal presidente della Consob, Paolo Savona, nel corso della relazione annuale alla comunità finanziaria che anche quest’anno si è svolta in remoto. «Il saggio di risparmio delle famiglie italiane rispetto al reddito disponibile è cresciuto nel 2020 del 50% – ha dichiarato Savona – ma, ove si escludano i risparmi investiti nelle società quotate, il suo rendimento è rimasto, prossimo a zero. Considerata la consistenza di attività finanziarie in mano alle famiglie, ogni punto percentuale di remunerazione si può stimare nell’ordine di circa 30 miliardi di euro, quasi il 2% del Pil la dimensione di una buona manovra di bilancio pubblico del passato».  

Il compito istituzionale della Consob è proprio quello di tutelare gli investimenti attuando l’articolo 47 della Costituzione (“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme”). Ora, però, una nuova minaccia si presenta all’orizzonte ed è quella delle criptovalute su cui si concentrano appetiti crescenti. È un’onda che non può essere fermata. Ma proprio per questo va incanalata e gestita da Autorità monetarie e di governo per evitare che una crescita incontrollata possa provocare danni paragonabili alla bolla speculativa sui derivati che portò alla crisi finanziaria del 2008. 

Paolo Savona dedica un capitolo importante del suo discorso al mondo del fintech e allo sviluppo delle criptovalute segnalando i rischi e lasciando intendere che limitarsi a moniti o proibizioni potrebbe risultare semplicemente inefficace. Savona ricorre a un’immagine suggestiva per rappresentare la situazione: «L’informatica finanziaria è una lampada prodigiosa dalla quale è uscito il Genio. Le autorità non riusciranno a riportarlo dentro, perché esso agisce nella sfera immateriale controllabile solo cambiando protocollo di scambio delle informazioni».

«Nelle attuali condizioni – ha aggiunto – le autorità possono intervenire utilizzando anch’esse i vantaggi delle tecniche digitalizzate; la loro azione risulterà più efficace se cooperano tra loro ma, per raggiungere lo scopo, devono comprendere innanzitutto i limiti e le possibilità nell’uso delle nuove tecnologie che la Scienza dei dati e quella delle reti va sviluppando a ritmi incalzanti. Alle condizioni che si sono affermate sul mercato, i soli ammonimenti sui rischi corsi dai risparmiatori o le stesse proibizioni risultano inefficaci”. I rischi non sono comunque trascurabili. «Questi nuovi comparti del mercato sono in rapida evoluzione e sembra ripetersi l’esperienza antecedente la crisi del 2008, quando i contratti derivati si svilupparono fino a raggiungere una dimensione di dieci volte il Pil globale. Pur con le dovute distinzioni, è prevedibile che stia accadendo qualcosa di analogo nel mercato dei prodotti monetari e finanziari virtuali, soprattutto criptati», ha sottolineato Savona.

Il presidente si è comunque soffermato anche sui temi macro, dalla crescita, al ruolo del risparmio fino al capitolo riforme. «A causa della pandemia, il 2020 è stato uno degli anni peggiori vissuti dall’Italia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”, ha sottolineato aggiungendo che “dopo aver registrato una caduta rilevante del Pil, il Paese si è avviato verso la ripresa economica fin dalla seconda parte dell’anno e, più nettamente, nei primi mesi del 2021, e mostra volontà propria di affrontare i problemi irrisolti». In questa chiave «offre un’occasione importante la riforma del fisco sollecitata da tempo e ribadita nel quadro del Pnrr».

Savona vede comunque segnali incoraggianti: «Per fare fronte alle difficoltà economiche e sociali il debito pubblico è cresciuto grandemente. La fiducia nelle capacità di reazione dell’economia italiana è tuttavia cresciuta, come testimonia la significativa riduzione dello spread tra i tassi d’interesse tra BTP e BUND.» Meno positivo è invece il ruolo che il risparmio delle famiglie gioca sul fronte dello sviluppo visto che «è cresciuto nell’anno del 50% ma, ove si escludano i risparmi investiti nelle società quotate, il suo rendimento è restato piuttosto basso, prossimo a zero».


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