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Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco

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LA RIPRESA economica si rafforzerà con decisione nella seconda metà dell’anno, tanto che il recupero del Pil potrebbe raggiungere almeno il 5%. Ma l’incertezza generale è ancora oltre i livelli di guardia e la vera sfida è «uscire dalla lunga stagnazione che ha preceduto la crisi pandemica». Dal palco dell’assemblea annuale dell’Abi arriva un messaggio di generale ottimismo firmato Bankitalia e Mef, in un momento nel quale il trend delle vaccinazioni e l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza devono accelerare per evitare battute d’arresto.

«Per il secondo trimestre le stime indicano una crescita congiunturale vicina al 2%, il Def di aprile aveva stimato una crescita del 4,2%, era  tra le previsioni più ottimistiche» dice il ministro dell’Economia Daniele Franco. Che rilancia: «Un recupero del Pil pari o superiore al 5% pare oggi raggiungibile».  

NON SOLO PNRR: SERVONO STRATEGIE

Parole che fanno eco a quelle pronunciate pochi minuti prima da Ignazio Visco: «Secondo le valutazioni attuali, la crescita nella media dell’anno potrebbe toccare valori intorno al 5 per cento, consentendo un recupero di oltre metà della caduta del prodotto registrata nel 2020». Il governatore di Bankitalia, però, parla di «incertezza elevata» e rilancia: «Ritardi nell’attuazione delle misure previste dal Pnrr potrebbero indebolire, anche per gli effetti negativi sulla fiducia di imprese e famiglie».

Proprio su questo tema arriva l’appello del padrone di casa, Antonio Patuelli. «Costruiamo insieme un nuovo clima di fiducia, con slancio morale per una nuova fase economica, sociale e civile, per un nuovo possibile miracolo economico», dice Patuelli, che chiede di «incoraggiare gli investimenti in ricerca scientifica in Europa e in Italia». In questo quadro rivestono un ruolo nodale gli istituti di credito: per l’Assocazione bancaria italiana «non si sono mai fermati e non si sono fatti trovate impreparati» davanti all’epidemia, con Visco che spiega come «continuando a operare con correttezza e con lungimiranza contribuiranno a sostenere la definitiva uscita dalla crisi pandemica e il rilancio della nostra economia».

E proprio per rilanciare il nostro Pil tutti puntano sul Pnnr.  Patuelli parla di «imponenti investimenti per un forte sviluppo sostenibile, utilizzando al meglio i fondi della Ue». Ma Franco avvisa: l’attuazione del Piano «non sarà facile» ed è sbagliato immaginarlo come «una panacea per tutti i ritardi dell’economia», bensì come «componente di una più ampia strategia di politica economica affinché il Paese sia più dinamico e innovativo».

IL RUOLO DEL SISTEMA BANCARIO

Tuttavia, per consolidare la ripresa  e cogliere le opportunità del Pnrr serve un sistema bancario forte.  Un pezzo di strada è già stato fatto, ricorda Visco, ma c’è ancora altro percorso da compiere. E per questo occorre favorire le fusioni. «Nel primo trimestre la redditività del patrimonio  (Return on Equity, Roe) è salito al 9%, dall’1% dello stesso periodo del 2020» ha ricordato il governatore, aggiungendo però che «nei prossimi mesi la probabile emersione di nuove perdite su crediti potrebbe riportare il Roe su valori più contenuti».

L’aumento dei nuovi crediti deteriorati dovrebbe tuttavia risultare inferiore a quanto osservato in precedenti episodi recessivi. «Segnali di deterioramento della qualità del credito provengono dalla dinamica dei prestiti in bonis facenti capo a debitori per i quali è stato rilevato un incremento rilevante del rischio di credito, che alla fine di marzo avevano raggiunto il 10,3% del totale, a fronte dell’8,7 della fine del 2019. Per le banche italiane classificate come significative ai fini di vigilanza la quota era ari all’11,2%, quasi 4 punti percentuali in più rispetto alla media delle corrispondenti banche europee».

I RISCHI PER I PICCOLI ISTITUTI

Il governatore non ha  escluso crisi tra gli istituti più piccoli. «Gli effetti della recessione, infatti, si aggiungono a difficoltà strutturali derivanti da modelli di attività non sostenibili e da carenze nel governo societario che abbiamo più volte invitato, spesso non adeguatamente ascoltati, a superare».

Per questo Via Nazionale potrebbe assumere nei prossimi mesi misure a tutela dei depositanti –  ha detto Visco – ricordando come dalle procedure di autovalutazione avviate lo scorso novembre siano emerse per alcuni intermediari condizioni, anche gravi, di fragilità, «cui non sempre ha tuttavia fatto riscontro una piena consapevolezza da parte dei vertici aziendali della necessità di correre tempestivamente ai ripari».

Nel suo intervento il governatore ha quindi auspicato che i depositi bancari accumulati dalle imprese durante la pandemia possano essere utilizzati tramite prodotti di risparmio gestito «verso l’attività produttiva anche sotto forma di capitale di rischio». A maggio, ha ricordato, i depositi delle imprese hanno raggiunto quasi 460 miliardi di euro e quelli delle famiglie  900 miliardi.


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