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Il documento del Pnrr

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Con la presenza del Presidente Draghi sono convinto che il PNRR troverà la giusta attuazione e, forse, rispetterà anche le scadenze ed i vincoli imposti dalla Unione Europea ma può darsi che non tutto si svolga secondo le previsioni, ciò soprattutto alla luce dei precedenti vissuti negli ultimi sei anni e riportati sinteticamente nella scheda pubblicata a fianco.

Ebbene, alla luce di questi indifendibili ed assurdi precedenti sarebbe consigliabile disporre, da subito, di un Piano B; non è sufficiente, a mio avviso, né la governance istituita con la cabina di regia perché priva di una visione organica delle esigenze dei grandi gruppi come quello delle Ferrovie dello Stato e né il tagliando sull’avanzamento del Programma che, secondo le previsioni dello stesso PNRR, si effettuerà nei primi mesi del 2023 perché la verifica sullo stato di avanzamento che effettueremo in quella data non credo possa disegnare soluzioni urgenti e capaci di evitare, non tanto la perdita delle risorse assegnate al nostro Paese sotto forma di prestito agevolato, quanto quelle assegnate a fondo perduto.

Pertanto andrebbe istituito subito un organismo che segua come osservatore l’intera evoluzione del PNRR e metabolizzi tutte le fasi e tutti gli interventi pronti a subentrare, pronti a salire sul Programma in caso di blocchi e di ritardi imprevisti.

Questo organismo avrebbe una chance in più: potrebbe utilizzare le risorse a rischio per mancato rispetto della scadenza del 2026 e realizzare, in tal modo, una serie di interventi che sarebbe bene elencare da subito.

In fondo penso sia stato poco compreso un passaggio della Delibera del CIPE sul Contratto dei Programma di Rete Ferroviaria Italiana del mese di luglio scorso che recita all’articolo 1 comma 4 bis:
“Al fine di garantire il raggiungimento degli obiettivi realizzativi generali condivisi con il presente Aggiornamento del Contratto, con specifico riferimento alla tempestiva conclusione degli interventi previsti nel PNRR, esclusivamente su tale paniere di investimenti il Gestore è autorizzato, dopo preventiva comunicazione al MIMS, a rimodulare temporaneamente tra le diverse esigenze le relative risorse , nel limite del valore dei finanziamenti complessivamente assegnati, con l’obiettivo di raggiungere tutti i targets realizzativi del Piano, salvaguardando la prosecuzione delle attività in corso e privilegiando riattribuzioni nell’ambito del medesimo territorio regionale ; le Parti provvederanno a recepire le modifiche intervenute nel prossimo Contratto o nel primo aggiornamento utile”.

Sarebbe quindi opportuno chiedere subito alla Unione Europea di rivedere la clausola che limitava o addirittura annullava l’inserimento di opere stradali nel PNRR (una clausola che, alla luce dei vincoli imposti nella Verifica di Impatto Ambientale effettuata dal nostro Dicastero competente tiene abbondantemente conto dell’evolversi dei cambiamenti climatici) e reinserire alcune opere viarie quali in particolare:
• Il completamento dell’asse viario 106 Jonica, un’opera da realizzare in sei lotti per un valore globale di circa 7 miliardi di euro
• Il completamento dell’asse viario Palermo – Agrigento e Agrigento – Caltanisetta in quattro lotti per un valore globale di circa 2,8 miliardi di euro
• L’adeguamento funzionale dell’asse viario 131 (Carlo Felice) in Sardegna articolato in 5 lotti per un valore di circa 1,2 miliardi di euro
Questa ipotesi raggiungerebbe due distinti obiettivi:
• articolando la esecuzione in lotti si riuscirebbe a rispettare la scadenza del 31 dicembre del 2026
• renderebbe più accettabile la quota di risorse di natura infrastrutturale assegnata al Mezzogiorno dal PNRR.

So bene che una simile proposta non troverà un apprezzabile consenso non tanto in Unione Europea quanto nel nostro Paese ormai convinto della capacità di spesa esplosa negli ultimi mesi, tuttavia, come già da me anticipato quando il Presidente Draghi a gennaio si recherà a Bruxelles per chiedere la seconda tranche di risorse del PNRR e, quando, in quella sede saremo costretti a raccontare che gli Stati Avanzamento Lavori della prima tranche di 24 miliardi non superano la soglia di 2,4 miliardi, allora questa mia proposta, senza dubbio discutibile, sarà presa in considerazione. Non tanto per le opere proposte ma come anticipo di un Piano B.


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