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Al miliardo e 400 milioni di perdite bisogna aggiungere altri 114 milioni derivanti da perdite del primo semestre 2021e dell’esercizio ristretto dal 16 ottobre al 31 dicembre 2020. Perdite coperte azzerando tutte le riserve e riducendo il capitale sociale per 320 milioni di euro, che dunque ora si attesta a 622 milioni. A carico dello Stato restano anche i due miliardi di npl rilevati da Amco

Ci sarà gran lavoro per il nuovo presidente della Banca Popolare di Bari, Giovanni De Gennaro e per l’amministratore delegato Giampiero Bergami. La dissennata gestione della famiglia Jacobini ha lasciato tracce profonde nella gestione della più grande banca meridionale salvata dallo Stato attraverso Mcc. Rimarginarle non sarà né semplice né veloce.

Dall’audizione in Commissione banche della settimana scorsa emerge un quadro drammatico. Le perdite sono ancora pesanti (1,4 miliardi l’anno scorso ridotte a 74 milioni al 31 marzo) e soprattutto la banca ha ancora un conto economico fortemente squilibrato visto che i costi sono pari al 155% del totale degli incassi. Una situazione di perdita strutturale.

“Per assicurare il necessario riequilibrio e il rilancio della banca l’indice dovrebbe scendere quanto prima al di sotto del 100%” dice il presidente della Commissione Carla Ruocco che sulla bonifica del sistema creditizio italiano si sta impegnando a fondo. La parlamentare grillina insiste molto sull’occasione da non perdere per costruire una grande banca del sud per intercettare i fondi del Pnrr.

Dalla relazione depositata alla commissione emerge che il piano Industriale «è esclusivamente focalizzato su una crescita per linee interne, non prevedendo alcuna ipotesi di acquisizione e/o di integrazione societaria con altri istituti di credito – afferma la presidente Ruocco – Il nostro Paese fa della “territorialità” un elemento imprescindibile e distintivo ed è importante, per questo motivo, che gli istituti bancari incentrino le proprie politiche sulle caratteristiche peculiari dei territori, rendendosi pilastri per un necessario sostegno all’economia reale». Prima di pensare al futuro, però bisogna pensare a chiudere i buchi lasciati dalla famiglia Jacobini.

Al miliardo 400 milioni di perdite bisogna aggiungere altri 114 milioni derivanti da perdite del primo semestre 2021 e dell’esercizio ristretto dal 16 ottobre al 31 dicembre 2020. Perdite coperte azzerando tutte le riserve disponibili e riducendo il capitale sociale per 320 milioni di euro, che dunque ora si attesta a 622 milioni. A carico dello Stato restano anche i due miliardi di npl rilevati da Amco, la finanziaria controllata dal Tesoro, destinata a diventare la discarica del sistema bancario italiano. Basti pensare al ruolo di primo piano che la finanziaria guidata da Marina Natale è destinata ad avere nel futuro di Mps.

È molto probabile che, alla fine, Amco debba farsi carico della “bad bank” di Siena. Alla Popolare di Bari sarebbe anche opportuno, per azzerare il passato, sapere a chi sono andati i prestiti non più tornati indietro. Chi sono i “furbetti” e i “furboni” che hanno depredato la banca lasciando il conto da pagare ai contribuenti ai risparmiatori. A cominciare dai 68.500 azionisti il cui investimento si è azzerato e i 17 mila obbligazionisti.

Non manca la cautela per il futuro. «Registriamo un ritardo nella riattivazione della macchina commerciale, rispetto a quello che avremmo voluto portare a casa – ha affermato l’amministratore delegato della Popolare di Bari, Giampiero Bergami – mentre sulle altre dinamiche, quelle di costo, tra personale, spese amministrative e costo del credito, per il momento la proiezione è allineata alle aspettative».

Bergami ha ricordato, come «eredità al 31 dicembre 2020 lo squilibrio molto forte in termini di costi e ricavi». E, ha affermato: «Il nostro compito primario è quello di riportare l’azienda in equilibrio, nella consapevolezza, oggi supportata da un anno di esperienza e conoscenza della banca, di alcune marcate e diffuse fragilità e della macchina operativa e del business».

L’ad ha quindi concluso che è in atto il confronto «con la capogruppo Mediocredito centrale per capire meglio se ci sono interventi strutturali da effettuare per rendere sostenibile questa operazione di rilancio». Il presidente De Gennaro ha tutte quelle criticità che Banca d’Italia ha rilevato nel 2019, «posso dire che oggi, a un ulteriore eventuale controllo, dovrebbero vedere risposte positive», ha affermato il presidente della Popolare di Bari, Giovanni De Gennaro, nel corso di un’audizione nella Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario.

L’Istituto, ha aggiunto, «su mandato della Consob, aveva rilevato delle inadempienze nei confronti dei clienti che investivano, c’era una carente attenzione ai clienti sulle formule di investimento, basti pensare al periodo in cui sono state acquistate azioni della banca con i risultati che poi abbiamo visto. E anche su questo fronte abbiamo completato tutte quelle che erano le risposte che si aspettavano Consob e Banca d’Italia».


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