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LA MINISTRA Carfagna ha promosso un forum per rilanciare il Sud; per fare del Sud, ha ribadito la Ministra, un punto di riferimento del Mediterraneo. Il forum con il contributo di The European House- Ambrosetti si terrà a Sorrento il 13 e 14 maggio; un forum alla presenza di nove Ministri dell’attuale Governo. La Ministra, inoltre, ha ribadito in una sua ultima dichiarazione “vogliamo definire una strategia europea per una nuova stagione geopolitica ed economica e socio-culturale in cui il Sud non sia più il “fanalino di coda” dell’Italia ma una forza trainante per il futuro”.

Comunicando tale iniziativa, la Ministra ha poi ricordato che questa volta non assisteremo come in passato all’arrivo di tante risorse dalla Unione Europea nel Sud che concretamente non hanno poi prodotto l’effetto sperato; in particolare questa certezza è legata a due fattori: “innanzitutto il metodo PNRR è diverso da ogni altro mai usato prima e prevede l’affiancamento o addirittura la sostituzione da parte della cabina di regia delle amministrazioni lente e o inadempienti.

E poi c’è il quadro politico: il PNRR non è la bandierina di un partito o di una coalizione, oggetto di ovvia contesa tra avversari sui territori, ma è il Piano di un Governo di salvezza nazionale sottoscritto da tutti, tranne Fratelli d’Italia, e che impegna tutti alla sua realizzazione” e, sempre nel campo delle rassicurazioni, la Ministra ha ribadito: “Abbiamo appena incassato la prima rata di 21 miliardi di euro del PNRR, presto vedremo i suoi effetti sullo sviluppo con le ovvie ricadute sull’offerta di posti di lavoro; le stime ci dicono che il PIL del Sud crescerà del 24 per cento nei prossimi quattro anni, con un aumento della occupazione giovanile del 4,9 per cento”.

Un incontro con tali premesse e con tali motivazioni è senza dubbio utile e sicuramente sarà una occasione per ricordare, ancora una volta, le distanze sostanziali che il Mezzogiorno ha con il resto del Paese e quanto nel tempo, un tempo lungo tantissimi anni, siano rimasti solo obiettivi quelli relativi al riequilibrio territoriale, al riequilibrio socio – economico, al riequilibrio di genere; quanto nel tempo, come ho ricordato poche settimane fa, sono stati disattesi due indicatori chiave quali:

  • I Livelli Essenziali delle Prestazioni e dei servizi (LEP) La Costituzione affida allo Stato, come competenza esclusiva, il compito di definire i LEP (Articolo 117 comma 2 lettera m della Costituzione). Al netto di quelli già impliciti nelle normative vigenti, sono ancora molti i settori in cui i LEP devono essere definiti, dai servizi sociali al trasporto locale. Ciò rappresenta una questione istituzionale di primaria importanza, perché significa che il dettato costituzionale resta inattuato su un punto dirimente. Oggi già disponiamo di dati che denunciano in modo davvero tragico la distanza tra Regioni del Centro Nord e Regioni del Sud; in particolare la distanza relativa ai servizi socio educativi adeguati al Centro Nord è pari all’89%, nel Sud non supera il 30%. È inutile sottolinearlo ma i Livelli Essenziali delle Prestazioni e dei servizi devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale
  • Il reddito pro capite: negli anni ’70 il reddito pro capite nel Centro Nord era pari a 32.000 euro con punte in Lombardia superiori a 38.000 euro. Nel Mezzogiorno, sempre negli anni ’70 il reddito pro capite era pari a 16.000 euro. Oggi il reddito pro capite nel Centro Nord si attesta sui 38.000 euro con punte in Lombardia superiori ai 42.000 euro; mentre nel Mezzogiorno si attesta su valori non superiori ai 18.000 euro. In oltre cinquanta anni non è cambiato praticamente nulla

Lo scorso anno alla fine del mese di marzo la Ministra ha organizzato un interessante forum proprio in vista della elaborazione definitiva del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dell’Accordo di Partenariato 2021-27; un forum chiamato “SUD – Progetti per ripartire”, un’iniziativa, ribadì la stessa Ministra “di ascolto e di confronto tra identità e competenze differenti, su priorità e metodi da seguire per la progettazione e la realizzazione degli interventi”. L’evento ospitò i contributi di rappresentanti istituzionali e di esponenti di fondazioni, associazioni, scuole e università, parti sociali, imprese, aziende sanitarie.

È passato più di un anno dall’insediamento dell’attuale Governo e senza dubbio è utile dibattere sulle tematiche che viviamo giornalmente nel Mezzogiorno ma ritengo che il primo elemento da monitorare sia quello relativo alla spesa effettuata e alla capacità che i vari attori istituzionali del Mezzogiorno siano stati capaci di attivare. Non mi preoccuperei solo del PNRR perché, come detto dalla stessa Ministra, i primi 21 miliardi sono arrivati solo pochi giorni fa, mi preoccuperei invece del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014 – 2020 pari a 30 miliardi di euro che, secondo le mie informazioni, finora non è stato per niente attivato e mi preoccuperei anche dell’avanzamento del processo realizzativo degli altri circa 20 miliardi, sempre del Fondo di Sviluppo e Coesione 2014 – 2020, impegnati e che ancora non vedono Stati Avanzamento Lavori (SAL).

Sarebbe opportuno cioè chiedersi come mai su un volano di disponibilità pari a 20 miliardi + 30 miliardi (50 miliardi di euro) non ci sia ancora nessun riscontro misurabile relativo alla spesa. In questa analisi che riguarda circa l’85% di risorse destinate al Sud sarebbe bene, in un confronto come quello proposto dalla Ministra del Sud e della coesione territoriale, identificare le responsabilità, sarebbe bene distinguere quelle legate alla incapacità dell’organo centrale nella attuazione dei PON e dell’organo locale nell’attuazione dei POR da quelle invece ricadenti nella ritardata erogazione dello Stato della quota pari al 50% dell’intero volano finanziario.

In realtà questa ultima motivazione, spesso l’abbiamo sottovalutata, ma forse la lentezza nella spesa da parte dei Ministeri competenti e delle Regioni fa comodo al Ministero dell’Economia e delle Finanze in quanto limita le erogazioni di cassa. È bene essere quanto più possibile pronti a conoscere i dati che ancora una volta denunciano un forte blocco nella spesa e quindi un difficile raggiungimento di risultati macro economici interessanti come l’aumento del PIL o della occupazione nel Mezzogiorno. Oggi, dopo la firma di un interessante accordo tra la Cassa Depositi e Prestiti e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, è possibile utilizzare l’istituto finanziario proprio come supporto nelle attività degli Enti locali nella attuazione delle opere; sarebbe bene, in realtà, trasferire formalmente, da subito, a tale organismo le competenze relative a progetti o a scelte già identificate nel Fondo di Sviluppo e Coesione perché sono sicuro che quando fra un anno si terrà un altro Forum troveremo sempre gli stessi dati relativi alla spesa.

Il PNRR ancora praticamente non è partito e forse nel 2023 avremo i primi segnali legati alla spesa; il Fondo di Sviluppo e Coesione è disponibile da sette anni e questa assenza della spesa testimonia, purtroppo, la nostra grave incapacità nel “fare”. Facciamoli pure i convegni ma ricordiamocelo: “i convegni non fanno aumentare il PIL del Sud”.


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