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Giorgia Meloni

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Si prepara la prima manovra finanziaria del Governo Meloni, previsto uno scostamento che porta il deficit al 4,5%, pesa l’aumento dei tassi

Sostenere le famiglie e le imprese per far fronte al caro energia è uno degli obiettivi centrali della prossima Manovra economica, la prima del governo di Giorgia Meloni. Un’operazione non certo semplice considerata la recessione che avanza.  Ma soprattutto l’incognita tassi d’interesse. Ora che la Bce ha smesso di acquistare Btp è inevitabile che il costo per il Tesoro salirà in misura consistente. Da dicembre Francoforte renderà la stretta ancora più pesante: sia per l’incremento dei tassi sia perché Francoforte comincerà a discutere sulla cessazione di ogni forma di sostegno al debito pubblico.

LA NUOVA MANOVRA TRA RIALZO DEI TASSI E AUMENTO DEL DEFICIT

Gli uffici del Tesoro in questi giorni stanno lavorando alla Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che dovrebbe essere presentata in Consiglio dei ministri entro il 4 novembre. Il documento sarà la cornice entro la quale verrà disegnata la prossima legge di bilancio. Manca ancora una cifra importante, il dato del Pil italiano del terzo trimestre, che l’Istat renderà noto domani mattina.  Poi il quadro sarà pronto.

Una volta approvata la Nadef, la palla tornerà agli uffici governativi che metteranno a punto il decreto e relativi collegati. Secondo quanto trapela da fonti vicine al dossier, il governo dovrebbe destinare il 75% delle risorse a disposizione per aiuti contro il caro bollette. Il 25% invece spetterà ai capitoli fisco e pensioni, a partire da flat tax e rivalutazioni. Il governo punta a creare condizioni per favorire la competitività delle imprese ed il recupero del potere di acquisto dei cittadini. Tra le altre misure, sarebbe allo studio un meccanismo per incentivare la permanenza al lavoro per gli over 63 con un sistema di sgravi contributivi a favore del lavoratore.  Sarebbe la soluzione di compromesso per superare quota 102 senza dover tornare alla Legge Fornero.

LE RISORSE PER LA NUOVA MANOVRA, PARTE A DEFICIT MA IL QUADRO È VARIABILE COME L’AUMENTO DEI TASSI

Il nodo, però, resta sempre lo stesso, come reperire le risorse. Potrebbe avere luogo uno scostamento di bilancio: fino a 21 miliardi di euro potrebbero arrivare dall’aumento del deficit programmato fino al 4,5% rispetto al Pil nel 2023, immaginando una crescita dello 0,6%. Ovvero uno scostamento dell’1,1% rispetto al 3,4% tendenziale. Il quadro economico è in rapido cambiamento e ricco di variabili.

Nella nota sulla congiuntura di ottobre l’ufficio parlamentare di Bilancio rileva: “L’incertezza delle previsioni relative al 2023 è molto elevata, perché l’andamento dei prossimi mesi dipende fortemente da fattori geo-politici, come appunto la guerra in Ucraina, e dagli impatti sulle aspettative”.

SI PENSA A RAZIONALIZZARE E RIVEDERE REDDITO DI CITTADINANZA E NASPI

Una parte dei fondi potrebbe arrivare da una razionalizzazione e revisione del reddito di cittadinanza e della naspi. Altre risorse verranno cercate tramite una spending review sulle spese dei ministeri. Tra le misure che subiranno ritocchi figura il bonus edilizio del 110%, che dovrebbe essere mantenuto ma previa revisione. Allo studio tra le fonti di finanziamento della Manovra c’è anche una web green tax, ovvero una tassa rivolta a chi effettua consegne a domicilio (e-commerce) senza utilizzare mezzi non inquinanti. Un provvedimento pensato anche come stimolo alla transizione energetica.


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