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Il ministro Giorgetti insieme alla premier Giorgia Meloni

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IL NODO resta quello delle coperture ma la manovra economica del 2024 comincia a prendere forma. Il pressing del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sostenuto dal vicepremier, Antonio Tajani e dal collega per gli Affari europei e il Pnrr, Raffaele Fitto, su una legge di stabilità senza interventi in deficit comincia ad avere i suoi effetti. Lunedì la premier, Giorgia Meloni, ha convocato il primo Consiglio dei ministri dopo la breve pausa estiva per fare un primo punto sugli interventi da inserire nella prossima manovra economia. Poi, il 4 settembre, la riunione con i capigruppo della maggioranza per serrare le fila e fare chiarezza sulle proposte dei singoli partiti. In cassa, al momento, ci sarebbero poco meno di una decina di miliardi, considerando anche il prelievo straordinario sugli extra-profitti delle banche che scatterà nei primi mesi del 2024. Altri 4-5 miliardi potrebbero arrivare dalla revisione delle tax-expenditures e dalla nuova spending review disposta dal ministero dell’Economia. Più o meno la metà dei 30 miliardi necessari per coprire la prossima legge di stabilità senza ricorrere a nuovo disavanzo.

Per questo, fra Palazzo Chigi e il Mef, si sono intensificati i colloqui, anche in vista del varo, il 20 settembre prossimo, della Nadef, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che rappresenterà, di fatto, la cornice della prossima manovra. E, come anticipato ieri dal Quotidiano del Sud, sono almeno due le piste che collegano la nuova legge di Bilancio con l’Europa. La prima è stata suggerita dal ministro Fitto e prevede, in sostanza, l’utilizzo di una parte delle risorse dirottate dal Pnrr al RepowerEu (il piano del Vecchio Continente per l’efficientamento energetico e l’indipendenza dal gas russo) per sostenere il reddito delle famiglie e gli investimenti delle imprese. Una strategia che sarebbe perfettamente in linea con l’idea dell’esecutivo di varare una legge di stabilità orientata soprattutto alla crescita economica.

Nel piano preparato da Fitto ci sono almeno due capitoli da cerchiare in rosso. Il primo è quello che prevede l’avvio di un nuovo “eco-bonus” da destinare alla riqualificazione delle abitazioni private. La strada resta quella delle tradizionali detrazioni fiscali, anche se è improbabile il ritorno dei meccanismi già utilizzati per il super-bonus 110% e che hanno creato non pochi problemi al Mef. La nuova misura sarà destinata, questa volta, soprattutto alle famiglie a basso reddito, che erano rimaste praticamente escluse, per motivi di capienza fiscale dalle precedenti misure. Per le imprese, soprattutto quelle piccole e medie che rappresentano il tessuto produttivo portante del nostro paese, ci sarebbe invece un nuovo credito di imposta per finanziare interventi innovativi volti all’efficienza energetica e all’autoproduzione con fonti rinnovabili. Sarebbero, in ogni caso, interventi trasversali, che potrebbero riguardare tutte le imprese.

Nel pacchetto della manovra economica anche misure a favore del patrimonio pubblico e degli edifici di culto. Anche in questo caso si tratterebbe di interventi “moltiplicatori” della crescita. In tutto il “tesoretto”, come anticipato dal Quotidiano del Sud, si attesterebbe sui 14 miliardi di euro. E darebbero un contributo importante per sostenere i consumi e rilanciare gli investimenti produttivi. Altre coperture potrebbero arrivare da un piano di privatizzazione dei servizi erogati dalle aziende municipalizzate o dei porti. Un’idea lanciata mercoledì da Rimini dal vicepremier, Antonio Tajani e che ha già sollevato, però. Le critiche da parte della Cgil. Sullo sfondo resta, però, la complessa trattativa con l’Europa sulla riforma del Patto di stabilità. Il confronto entrerà nel vivo proprio con i vertici economici previsti a metà settembre, quasi in contemporanea con il varo della Nadef. E, anche per questo, Giorgetti vuole presentarsi a Bruxelles non solo senza dover ritoccare ulteriormente il deficit ma anche senza una richiesta di proroga delle attuali regole del Patto. Questo non significa, però, dimenticare che, l’Europa attraversa un periodo difficile, segnato dalla guerra in Ucraina e dal rallentamento delle economie mondiali, a cominciare da quella cinese. Con la necessità di recuperare competitività sui mercati e avviare una transizione ecologica e digitale che prevede maxi-investimenti.

Sono le voci per le quali l’Italia chiederà all’Europa di scomputare dal calcolo del deficit, per avere in sostanza più margini di manovra per sostenere altri interventi. La trattativa è avviata, così come la nuova tela delle possibile alleanze con gli altri partner europei. Un passaggio essenziale per capire quali possono essere effettivamente le risorse che la prossima manovra economica potrà destinare a famiglie, lavoro e pensioni. Per ora l’unica certezza è la proroga al 2024 del taglio del cuneo fiscale fino a 35mila euro, che vale più o meno 100 euro al mese. Stesso discorso per le pensioni: dovrebbe essere allungata di un anno quota 103 (41 anni di contributi e 62 di età) e l’Ape sociale per i lavoratori disagiati. L’operazione costerebbe circa 1,2 miliardi. Anche se la Lega continua a insistere su un anticipo della cosiddetta “quota 41” secca, sia pure con meccanismi correttivi che calcolerebbero l’assegno Inps solo con il sistema contributivo e non misto. Forza Italia vorrebbe innalzare le pensioni minime da 600 a 700 euro, per arrivare a mille euro a fine legislatura.

C’è poi il costoso capitolo dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione. L’anno scorso è stata tagliata per fasce a partire dagli assegni oltre quattro volte il minimo e quest’anno, mantenendo lo stesso criterio, l’intera operazione potrebbe valere oltre 13 miliardi. Mentre per la proroga dei fringe benefit si studia una riduzione della soglia massima free-tax da 3mila a mille euro. Restano, poi, da coprire, nella manovra economica, le agevolazioni sui mutui prima casa per i giovani, la detassazione delle tredicesime, l’avvio del ponte sullo Stretto. Infine, il pacchetto famiglia, con la detassazione per chi assume neo-mamme e bonus per il secondo figlio.


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