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Un rendering del Ponte sullo Stretto

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Ponte sì, Ponte no.

La realizzazione di un Ponte che congiunga la Calabria e, tramite la Calabria, il “continente” alla Sicilia è storia vecchia, anzi più che vecchia diremmo antica.

Ma negli ultimi 30 anni più che una storia è diventata quasi una telenovela: Si farà, non si farà… Costa troppo (LEGGI), non c’è ritorno economico non si farà… È vitale per il corridoio Palermo-Berlino si deve fare (LEGGI)… C’è la ‘ndrangheta non possiamo regalare questo tesoro alla criminalità non possiamo farlo… C’è la ‘ndrangheta “dobbiamo imparare a conviverci” (ex ministro Lunardi docet) il ponte si farà… e via discorrendo in un carosello infinito che giunge fino ad oggi, alla crisi del coronavirus, al Recovery Fund e alla speranza, forse, che l’infrastruttura strategica per definizione (nel senso che la sua realizzazione deve inserirsi in una strategia di ampio respiro altrimenti sarà l’ennesima cattedrale nel deserto realizzata nel Mezzogiorno per tenere buoni i meridionali irrequieti che chiedono, bontà loro, di essere trattati come il resto d’Italia), venga realizzata.

Oggi il Ponte sullo Stretto viene inserito «su proposta di Sicilia e Calabria, nel Piano straordinario di infrastrutturazione».

E a darne notizia, con toni più o meno esaltanti e trionfalistici, sono i due presidenti di Regione, Jole Santelli per la Calabria e Nello Musumeci per la Sicilia: «Una grande vittoria la decisione della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni che ha inserito il progetto di realizzazione del Ponte sullo Stretto nel Piano straordinario di infrastrutturazione» sostiene la Santelli, «Finalmente il Ponte sullo Stretto di Messina assume una rilevanza strategica per le infrastrutture da parte di tutte le Regioni italiane» le fa eco Musumeci.

Si tratta per Jole Santelli di «un risultato importante in vista del dibattito parlamentare sulla conversione del ‘Decreto agosto’ che, di fatto, inserisce il Ponte nella programmazione delle opere da finanziare con il Recovery Fund. Un tassello significativo sulla strada della reale fattibilità di una infrastruttura strategica, non solo per due regioni del Mezzogiorno: Calabria e Sicilia, ma per l’intero Paese».

In sostanza per Santelli, ma anche per Musumeci, siamo di fronte ad «un progetto chiave, capace di dare nuova centralità al Sud nel contesto del Mediterraneo e dell’Europa»

Bene, ora che sulla carta (ma, badiamo bene, ancora il decreto agosto non è stato convertito), per l’ennesima volta, il Ponte sullo Stretto diventa una priorità per lo Stato, e facendo finta di dimenticare l’intricato labirinto di problemi burocratici legato alla società Stretto di Messina, di cui in tanti si dimenticano, bisognerà capire quando diverrà realtà ossia quando si passerà da carta e penna a pala e piccone (per dirla con una espressione colorita).

Tuttavia di questo, toni vittoriosi a parte, ancora non c’è notizia.


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