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Il presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani

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Riporto senza alcun commento alcuni comunicati stampa ed alcune dichiarazioni che sono apparse in questi ultimi giorni sulla copertura delle risorse relativa alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Evito di riportare anche una foto in cui il Ministro Matteo Salvini viene ripreso insieme ai due Presidenti della Regione Sicilia e della Regione Calabria in occasione del varo della Legge 58/2023 che riattivava l’iter realizzativo del Ponte e le dichiarazioni dei due Presidenti non solo di apprezzamento per la iniziativa del Governo ma anche di piena disponibilità a contribuire alla sua realizzazione.

Poi mercoledì 6 dicembre, alla insaputa di tutti, la Giunta regionale siciliana ha deliberato che non intendeva assolutamente partecipare finanziariamente alla realizzazione dell’opera in quanto impegnata nella realizzazione di altri interventi già programmati e prioritari; sono stato il primo a denunciare una simile decisione e, mi spiace dirlo, ma la notizia, che ho addirittura ritenuto non inopportuna ma scandalosa, per almeno un paio di giorni non è stata ripresa da nessun quotidiano e questo penso per due motivi: il mondo della informazione la riteneva poco credibile, era talmente paradossale che se fosse stata vera avrebbe incrinato addirittura la compagine di Governo; il Presidente Schifani era stato sempre un sostenitore del collegamento stabile

Invece era vera ed è esploso davvero uno scontro che, purtroppo, ha contemporaneamente, come ho detto il giorno dopo il varo della decisione da parte della giunta regionale siciliana, dato il via ad una serie di scontri interni alla maggioranza ed al tempo stesso ha regalato alla opposizione una grande occasione per tornare ad esistere.

Ed allora cominciamo a leggere le varie dichiarazioni, inizio da quella dell’europarlamentare e commissaria della Lega in Sicilia Annalisa Tardino: “Ci lasciano perplessi le dichiarazioni di Forza Italia”; infatti c’è una dichiarazione sia del deputato regionale di Forza Italia Tommaso Calderone che precisa: “è inaccettabile si dovrebbe pensare a eliminare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità invece si agisce al contrario”, sia della Senatrice, sempre di Forza Italia, Daniela Ternullo che ha ribadito: “Il Ponte sullo Stretto è da sempre una battaglia di Forza Italia: riteniamo sia una infrastruttura fondamentale non solo per la Sicilia ma per tutto il Paese.

Proprio per questo invitiamo il Governo a individuare coperture alternative rispetto a quelle indicate nell’emendamento alla manovra, in cui si sottraggono risorse preziose alla Regione siciliana”. Poi c’è una dichiarazione dell’Onorevole Cateno De Luca leader dello schieramento “Sud chiama Nord” che in estrema sintesi parla di “pura rapina nei confronti della Sicilia da parte del Governo, un Governo che annuncia che il Ponte sarà un’opera strategica per tutta l’Italia ma andrà a pagarla per una parte consistente con i soldi di Sicilia e Calabria”; mentre il Movimento 5 Stelle è pronto a fare le barricate.

Poi il segretario regionale del Partito Democratico Anthony Barbagallo ha dichiarato: “Adesso Schifani dica ai siciliani quante e quali opere saranno sacrificate sull’altare di Salvini grazie a questo scippo”. Ma un elenco delle opere è stato subito prodotto dal segretario regionale della Filca Cisl Sicilia Paolo D’Anca attraverso questa sua dichiarazione: “Si parla di possibile riduzione delle risorse per le infrastrutture siciliane come l’asse viario Palermo – Agrigento, la linea metropolitana di Catania, la strada statale 640 e l’autostrada Palermo – Catania”.

Analoghe dichiarazioni le troviamo da parte di altri due rappresentanti sindacali come il Segretario confederale della UIL Santo Biondo che ribadisce che siamo in presenza di uno scippo vergognoso e del Segretario generale della CGIL Sicilia Alfio Mannino e del Segretario Generale, sempre della CGIL di Messina, Pietro Patti che precisa: “Si tratta di una truffa annunciata per un’opera che chissà se e quando vedrà mai la luce e lascerà dietro di sé solo macerie”.

Poi c’è il Sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita (indipendente di Sinistra) che dichiara: “Salvini agisce come se il Ponte sia sostenuto e apprezzato dalla popolazione calabrese, è forse venuto il momento di fare chiarezza su questo punto. Si faccia come prevede lo Statuto della Regione Calabria, un referendum consultivo su questa opera e sulla sua obiettiva utilità. Si pronunci il corpo elettorale calabrese se effettivamente vale la pena sacrificare tutto per una sola opera”.

Poi c’è la dichiarazione del Presidente dei senatori del Partito Democratico Senatore Francesco Boccia: “Per dare copertura ad emendamenti bandiera come quello del Ponte il Governo sposta risorse che in realtà sono già utilizzate, muovendole come i famosi carrarmati di Mussolini” (confermo che il Senatore Boccia è Senatore ed è stato anche Ministro, faccio questa precisazione perché una simile dichiarazione così misera mi sembra poco congeniale ad un uomo politico, ad un uomo che, come detto prima, è stato Ministro degli Affari regionali).

Poi c’è la dichiarazione dell’Onorevole Davide Faraone Capo gruppo dei parlamentari di Italia Viva alla Camera il quale ha chiesto: “Cosa faranno i deputati, i senatori siciliani ed il Governo regionale davanti alla decisione di Governo di dirottare sul solo Ponte di Messina i fondi destinati alle altre infrastrutture dell’isola?”

E dulcis in fundo il comunicato stampa della Regione Sicilia a valle della presentazione da parte dell’emendamento che riarticola le coperture finanziarie sul Ponte utilizzando parte delle quote previste dal Fondo di Sviluppo e Coesione. In particolare nel comunicato si precisa: “La decisone governativa per cui la quota di nostra compartecipazione debba essere di 1,3 miliardi non è stata mai condivisa dall’esecutivo regionale.

La Regione era impegnata a contribuire con circa un miliardo di euro, disponibilità poi ridimensionata di fronte alla scoperta di dover far fronte alla realizzazione di opere programmate dal precedente esecutivo regionale e nuovi interventi di forte impatto economico e strategico” la nota si conclude ribadendo: “L’auspicio della Presidenza della Regione è che il Ministro Salvini si possa attivare per restituire le maggiori risorse sottratte alla Sicilia, necessarie per sostenere importanti investimenti per lo sviluppo dell’Isola”

Unica voce positiva che penso ridimensionerà lo sconforto di coloro che, svolgendo ruoli fondamentali all’interno della Unione Europea, leggeranno la serie di dichiarazioni è quella del Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto: “I calabresi devono stare sicuri che alla Calabria non sarà tolto un euro. Ai 300 milioni che devolveremo per il Ponte arriveranno tanti altri miliardi che serviranno per finanziare altre infrastrutture come la statale 106 e l’alta velocità. Il Ponte sarà l’opera bandiera per Forza Italia: se Calabria e Sicilia lo cofinanzieranno per il 10% non mi sembra una cosa folle. La Calabria troverà altri benefici per aver contribuito alla sua realizzazione”.

Non mi permetto di sollevare una ulteriore critica al comportamento soprattutto della Regione Sicilia, però solo per fornire un ulteriore dato alla incapacità gestionale della Regione ricordo che questa paura di perdere le risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione è davvero strano ed è strano sulla base di un dato: il Fondo di Sviluppo e Coesione 2014 – 2020 assegnava alla Sicilia 6,6 miliardi di euro, di questo importo è stato speso il 64% (secondo altri dati, quelli raccolti da me, solo il 46%) resta da spendere il 36%, cioè circa 2,4 miliardi.

Tale importo dovrebbe essere speso entro il prossimo 31 dicembre altrimenti sarà perso definitivamente. Questo solo dato rende ridicolo e paradossale il comportamento della Regione Sicilia e degli schieramenti politici, sì anche quelli della attuale maggioranza, che spesso utilizzano le attività mediatiche solo per dimostrare a se stessi di esistere.


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