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Il ministro dell’Economia Daniele Franco con il presidente del consiglio Mario Draghi

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IL MESE di maggio sarà decisivo per semplificare, sburocratizzare e digitalizzare l’Italia. In una parola cambiare il Paese. A costo di creare un vero e proprio ingorgo legislativo entro l’anno bisognerà incardinare le riforme che rappresentano il cuore del Pnrr. Impossibile sbagliare. Il rispetto dei tempi è stato al centro delle telefonate fra il premier Draghi e Ursula von der Leyen.

Il presidente del consiglio sa bene che il Pnrr si giocherà per intero sulle le garanzie offerte all’Unione europea in termini di maggiore libertà di impresa, possibilità che il mercato entri in settori dei servizi essenziali e qualche intervento alle leggi anti-corruzione. Sembra quasi di rileggere, sia pure in un contesto tutto mutato, le raccomandazioni che lo stesso Draghi scriveva, insieme a Trichet nell’agosto 2011 al governo Berlusconi. «Tutto dipenderà da quanto saremo in grado di rispettare la tabella di marcia del piano, riducendo al minimo i ritardi» ha dichiarato il presidente del consiglio nella replica alla Camera. «Indubbiamente i tempi erano ristretti ma la scadenza del 30 aprile non è mediatica: è che se si arriva prima, si avranno i fondi prima».

La commissione andrà sui mercati per finanziare fra maggio-giugno «poi la finestra si chiuderà – ha spiegato Draghi – se si consegna il piano subito si avrà accesso alla prima provvista, sennò si andrà più avanti». Da qui la necessità di mettere in cantiere molte misure entro l’anno.

SEMPLIFICAZIONE

Si comincia, entro pochi giorni, con il decreto Semplificazioni che punta a eliminare i vincoli burocratici che ritardano l’apertura dei cantieri. Entro maggio dovrà essere approvato il decreto con gli interventi urgenti da trasformare in legge entro giugno. Bisogna rendere più efficiente la legislazione ambientale, edilizia e di contratti pubblici, velocizzando le verifiche antimafia e limitando le responsabilità per danno erariale. Si studia poi il passaggio in rete di una piattaforma per la trasparenza che alleggerisca gli obblighi delle varie amministrazioni. Previsto un disegno di legge delega anticorruzione entro giugno.

CONCORRENZA

Le nuove norme sono previste entro luglio con il rilancio della legge annuale prevista nel 2009. Questa legge è stata applicata solo nel 2017, ministro promotore Carlo Calenda, e si è caratterizzata sia per limitazioni allo strapotere di società tendenzialmente in monopolio sia soprattutto alla facilitazione per l’ingresso di privati nel comparto dei servizi pubblici (poste, trasporti, energia). Pensando, ovviamente, che più privato – i servizi come i trasporti locali – sia la soluzione agli errori del pubblico.

BUROCRAZIA

Dovrà essere operativa entro il 31 dicembre la riforma della Pubblica amministrazione cui sta lavorando il ministro Brunetta. Innanzitutto verranno snellite le procedure per i concorsi tenuto conto che oggi il tempo tra la pubblicazione del bando d’esame e l’assunzione può arrivare a 4 anni. L’obiettivo principale è quello di velocizzare il ricambio generazionale puntando sulle competenze. Il centro della riforma, infatti, è rappresentato dalla rivoluzione digitale che renda più veloci le procedure. Attenzione particolare sarà assegnata alla parità di genere. Sul piatto ci sono 1,67 miliardi tra risorse europee e fondi strutturali per svecchiare e rinvigorire il sistema.

FISCO

La riforma del Fisco, che ha l’obiettivo di definire un sistema certo ed equo, partirà dalla revisione dell’Irpef, che dovrà rimanere un’imposta progressiva mantenendo in equilibrio i conti pubblici. Per tagliare l’Irpef, si legge nel Pnrr, bisogna potenziare il contrasto all’evasione fiscale con almeno 2mila nuove assunzioni e dare regole certe e stabili nella lotta agli evasori. Non si parla di nuove aliquote ma si esprime l’obiettivo di semplificare e razionalizzare le regole riducendo gradualmente il carico fiscale. Il disegno di legge delega, sarà presentato entro il 31 luglio.

GIUSTIZIA

Tempi serrati anche per la riforma della giustizia, con la revisione del processo civile e penale entro settembre 2021 e con i decreti attuativi entro settembre 2022. Essenziale per rendere più efficiente la giustizia civile la definizione di strumenti alternativi, ad esempio estendendo arbitrato e mediazione. Per l’appello previsto un potenziamento del filtro di ammissibilità e nel penale l’obiettivo sono processi più veloci e scorrevoli fin dal primo grado. Una commissione istituita dal ministero elaborerà le proposte su processo e prescrizione. La riforma dell’ordinamento con carriere dei magistrati, organizzazione degli uffici giudicanti e inquirenti e il Csm prevista in Parlamento entro giugno.


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