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Di Maio, Conte e Manfredi in pizzeria

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Pronti, via. Si riparte dalla capitale del nucleo originario dei Cinquestelle. L’ex premier Giuseppe Conte apre la campagna elettorale del Movimento a Napoli a sostegno del candidato sindaco Gaetano Manfredi. L’ex ministro alla Ricerca e all’Università è l’uomo indicato dall’asse Pd-M5s-LeU per la conquista di palazzo san Giacomo. Conte ha incontrato in un bar di via Santa Maria di Costantinopoli, i disoccupati e gli operai della Whirlpool.

“Il presidente Conte – ha spiegato Antonio Accurso, segretario generale aggiunto Uilm Campania – si è impegnato ad intervenire sui ministri Giorgetti e Orlando per impedire i licenziamenti, anche attraverso la proroga del blocco, e a riconvocare il tavolo per dare risposte alla vertenza”. Poi la conferenza stampa con il candidato sindaco Gaetano Manfredi. In sala c’era anche il presidente della Camera, Roberto Fico e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

“Il M5S deve essere il primo partito, il numero uno. Gaetano, tu permetti, loro vogliono scatenarsi con grande passione”. E’ un Conte carico quello che si presenta nel capoluogo campano. Conte ha scelto la Campania come trampolino di lancio per irrompere sul palcoscenico politico. L’ex premier segue con attenzione anche le manovre che avvengono in Calabria.

“Ci sono le condizioni per un patto per la Calabria, per mettersi attorno a un tavolo, a partire dal M5S, con tutte le forze politiche di sinistra che vogliono condividere questa responsabilità – ha sottolineato – Saremo protagonisti tutti insieme, coinvolgendo le forze civiche e stiamo creando le premesse. La Calabria ha bisogno di un grande investimento di fiducia e le premesse ci sono tutte” conclude Conte”.

Il Sud è la grande scommesso del Movimento targato Conte. Napoli in testa. “Lanciamo un appello a tutta la città: cari napoletani, lavoriamo insieme per questo progetto, date tutti un contributo, voi che amate Napoli e noi che amiamo Napoli – ha sottolineato ancora – Siamo qui in modo semplice, umile e anche franco, con la franchezza che ci è solita – ha spiegato l’ex premier – per dire ai napoletani che amiamo questa città. Lavoriamo insieme, venite da noi, raccontateci questa città. Noi saremo tra voi, nei vicoli e nei bassi del centro storico fino alle estreme periferie. Lavoriamo insieme per questo progetto, date tutti un contributo: voi che amate Napoli, noi che amiamo Napoli. Noi ci mettiamo la testa e il cuore, aspettiamo la vostra testa e il vostro cuore”.

“Non riteniamo il patto per Napoli – ha aggiunto – esclusivo delle forze che lo hanno sottoscritto. Noi siamo convintamente promotori di quel patto, ma riteniamo che c’è qualche passaggio legislativo che serve per completarlo e realizzarlo appieno. Le altre forze politiche di centrodestra devono partecipare, se amano Napoli lo devono dimostrare coi fatti”, ha detto ancora Conte. “E’ facile mostrarsi amanti della città, ma è necessario sottoscrivere quelle proposte legislative che porteremo al più presto. Molte le abbiamo già in quel Patto, abbiamo già indicato la via, serve una costante attenzione per Napoli, serve serietà” ha poi aggiunto.

Un messaggio chiaro anche ai “ribelli” grillini. “Il Movimento è questo, è unito. Se qualcuno parla a titolo personale lo fa per una personale opinione, ma è una voce al di fuori del progetto Napoli”, ha detto ancora l’ex premier rispondendo a una domanda sui dissidenti del M5S partenopeo che hanno annunciato la volontà di disconoscere l’accordo con il Partito democratico sulla candidatura di Manfredi.

E sul Rdc, “tanti professoroni, tanti abitanti delle Ztl avversavano il reddito di cittadinanza. Dicevano che era una misura assistenziale, ma io la rivendico appieno” ha sottolineato. “E’ una misura di inclusione sociale – ha detto ancora Conte – come possiamo amministrare il bene comune senza pensare a quelle fasce di popolazione che non hanno di che mangiare, che sono al di sotto del contesto della vita politica economica e sociale del Paese? Come può la politica non preoccuparsi di questo? Ci dicono che è una misura assistenziale, lavoriamo per le politiche attive. C’è stata una pandemia, abbiamo aggiunto il reddito di emergenza. Ci hanno riconosciuto anche i premi Nobel grandi capacità di creare una cintura necessaria, hanno detto che l’Italia è un modello”.


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