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I Cinque Stelle in una vignetta di Dagospia

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LA LITE è appena cominciata, ma già si vedono le conseguenze. Il partito di Grillo prende le distanze dagli (ormai) ex compagni, altrettanto fanno i pentastellati che stanno con Giuseppe Conte. “Beppe ha esagerato” riconosce un contiano che adesso avverte, con imbarazzo, di stare dall’altra parte della barricata.

È una linea virtuale quella che fissa lo spazio dei due competitor. E’ un po’ come ai tempi del Muro di Berlino. Ma quello ha resistito decenni, questo rischia di durare l’espace d’un matin. Perché dalle parti del Parlamento si ragiona ormai sulle conseguenze di una scissione.

Chi avrà la vittoria in mano? Nessuno ci scommette apertamente. Ma nessuno toglie la mano dal fuoco dal rischio che ormai i 5Stelle sono in aperta divisione. Tra i capannelli della Camera, tra telefonini, display luminosi a intermittenza, saluti interrotti da una chiamata urgente, la discussione non si schioda dall’argomento del giorno, lo strappo tra Grillo e Conte. Quest’ultimo è stato intercettato a mezzogiorno, dall’agenzia La presse, con tenuta sportiva e battuta pronta. “Andiamo avanti” gli chiedono. E lui risponde: ”Mai indietro”.

Ma l’ex premier è pallido, non ha digerito volentieri le parole di Grillo che l’ha bocciato, ignaro di quanto aveva speso per lui l’avvocato del popolo, sia come manager che come capo politico.

“È una svolta autarchica mortificante per tutti” replica Conte che, stando agli osservatori politici, rischia non solo di far saltare i gruppi parlamentari, ma pure la tenuta del governo. Credo che sia una mortificazione non solo per me, “ma per un’intera comunità che io ho conosciuto bene ed ho apprezzato, di ragazze e ragazzi che hanno creduto in certi ideali. E’ una grande mortificazione per tutti loro”.

L’ultimo scontro tra Vito Crimi e Grillo è avvenuto ieri mattina. Chi conosceva i due, era a conoscenza dei loro rapporti felici. Ora la loro amicizia è vicina alla rottura, senza se e senza ma. Grillo ha dato un ultimatum a Crimi. “Autorizza il voto su Rousseau entro 24 ore”.

Ma l’altro non modifica nulla. Il capolitico Crimi scrive su Facebook: “Grillo ha indetto la votazione del comitato direttivo impedendo una discussione e una valutazione della proposta di organizzazione e di rilancio del movimento alla quale Conte ha lavorato negli ultimi mesi”.

Ed apertamente Crimi ufficializza che lui “non concorda con la sua decisione. Il voto non potrà avvenire sulla piattaforma Rousseau poiché questa è inibita al trattamento dei dati degli iscritti. Inoltre consentire ciò violerebbe quanto disposto dal Garante della Privacy”. Ma non solo, Crimi dice: “Sto riflettendo se stare nel movimento 5Stelle”. “Gli avvenimenti delle ultime ore mi inducono a una profonda riflessione sul mio ruolo nel Comitato di garanzia”.

Crimi avrebbe espresso la volontà di pubblicare lo Statuto attorno al quale avrebbe lavorato Conte. Ma avrebbe trovato la netta opposizione dell’ex comico. Qui entriamo nel ginepraio di veti incrociati sulla Rousseau.

Sembra che di fronte alla volontà di Crimi di pubblicare lo statuto di Conte, la risposta di Grillo sarebbe stata lapidaria: “Fallo e sei fuori”. Nella serata di ieri, c’è stata una riunione di tutti i parlamentari alla Camera, gestita dal capogruppo a Montecitorio, Davide Crippa. Mentre nell’attesa si incrociavano sussurri, qualcuno faceva notare che alla Camera non tutti stavano dalla parte di Conte. Non amava – dicono – coinvolgere nessun deputato nelle scelte dei vertici, anche nell’ultima fase delle trattative per la presidenza regionale della Calabria, terminata sulla Ventura, ci avrebbe messo il naso. Giancarlo Cancelleri, sottosegretario ai Trasporti. “Mi sto interrogando sul mio ruolo all’interno del Comitato di garanzia”.  

Per la verità, tutti i partiti, non solo il centrosinistra, guarda con apprensione e sospetto, quel che sta accadendo tra i grillini, soprattutto sulle conseguenze. “Le cose che mi preoccupano sono due – ha detto Enrico Letta a La Stampa – il primo, temo di dare un vantaggio alla destra. Poi, c’è il rischio che tutto questo influisca nella partita del Quirinale, che è importante e delicatissima.

Letta, che non ha sentito Conte per cui non ha chiesto se farà nascere un partito nuovo, avverte che ci stiamo avvicinando al tempo finale della legislatura e per la scelta del Capo dello Stato “bisogna essere determinati e con le idee chiare”. Roberto Gualtieri, che di Conte è stato ministro ed ora è candidato sindaco di Roma, esordisce così: “Colpisce che chi aveva contribuito a chiedere a Conte di fare il leader di quel partito, adesso usi verso di lui, giudizi sprezzanti e ingenerosi”. Ma il momento è delicato – sottolinea Gualtieri – seguiamo con preoccupazione gli sviluppi”.

E Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, mette in chiaro: “Il movimento è un partito senza identità, non è di destra, né di sinistra, non poggia su alcun valore fondante, se non quello unico della protesta, cioè il Di Battista pensiero. Grillo è un padre-padrone da sempre. Lo si scopre soltanto oggi?”.


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