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Il governatore Vincenzo De Luca

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Dopo la schiacciante vittoria alle Regionali, il lanciafiamme anti Covid del governatore Vincenzo De Luca si è scaricato. Per contagi, la Campania è la nuova Lombardia meridionale, anche se ieri è stata la regione del Nord a effettuare il sorpasso: 983 (su 25.623 tamponi) a 769 (su 9.549). Nonostante le tante rassicurazioni, il virus è fuori controllo nella terra governata dallo sceriffo salernitano.

«Con l’incremento di 800 positivi al giorno è lockdown. Voglio essere chiaro su questo: arriviamo alla chiusura di tutto» ha detto lo “sceriffo”.

Il totale dei positivi in Campania dall’inizio dell’emergenza sale a 17.233, mentre sono 664.441 i tamponi complessivamente esaminati. Sono 5 i decessi legati al coronavirus registrati nelle ultime 24 ore in Campania (ieri un solo morto in Lombardia). Il bilancio dei deceduti sale a 475, sono 1.17 i nuovi guariti per un totale di 7.161. In Campania, ricorda l’Unità di crisi regionale, sono disponibili 110 posti di terapia intensiva e 747 posti di degenza.

LE CIFRE

«Come programmato – si legge in una nota dell’unità di crisi della Campania – a questi posti letto disponibili si aggiungono, in caso di necessità, quelli della Fase C che prevede l’attivazione di 600 posti letto di degenza, 200 di sub-intensiva e 200 di terapia intensiva».

Da tenere conto che l’indice di contagio Rt ha superato il valore soglia di 1 in 13 Regioni e 2 province autonome, a Trento e Bolzano. Secondo quest’ultimo monitoraggio settimanale dell’Iss-Ministero Salute, la Campania ha il valore maggiore, con 1.24, seguita da Sicilia con 1.22 e da Trento a 1.18.

Doveva essere un giorno di festa per la proclamazione ufficiale a governatore, ma quello di ieri è stato il momento di un altro triste bilancio. Record su record. Il presidente non ci sta, rilancia, snocciola numeri, ribatte colpo su colpo a critiche e accuse.

«Con 20mila tamponi al giorno non è che abbiamo risolto i problemi, ma rischiamo di aggravare i numeri perché stiamo cercando i positivi. Non facciamo tamponi a casaccio ma stiamo seguendo il contact tracing dei positivi tra agosto e settembre e quindi avremo un aumento dei numeri» ha sottolineato De Luca, riferendosi al contratto siglato dalla Regione per fare tamponi anche tramite privati.

L’ATTACCO AL NORD

Oggi, però, la battaglia di De Luca non è solo sanitaria, ma anche sociale contro quella eterna sperequazione tra Nord e Sud. «Vorrei ricordare che la Campania è una delle Regioni che ha meno personale medico. Abbiamo 43.500 addetti mentre il Veneto ne ha 59.302 con un milione di abitanti in meno, l’Emilia Romagna ne ha 58.250 con 1,5 milioni di abitanti in meno. Rispetto alla popolazione siamo la Regione che ha meno unità lavorative nel sistema sanitario».

Il governatore mette in evidenza il dato della Lombardia che ha 100.176 addetti: «Ne abbiamo meno della metà della Lombardia, 16.000 in meno rispetto al Veneto e 15.000 in meno rispetto all’Emilia».

«Avremo un aumento di positivi ma se non c’è personale per seguirli a domicilio, allora faremo i conti con le difficoltà – dice poi, difendendosi dalla critiche – Paghiamo il fatto che la Campania è la regione in Italia che ha il personale più ridotto rispetto ai cittadini».

STRUMENTI IN ARRIVO

Buone notizie arrivano da Roma. Dopo l’incontro di giovedì con il ministro della salute Roberto Speranza e il commissario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, De Luca ottiene buona parte di quanto richiesto. Arrivano, infatti, i nuovi ventilatori per i reparti di terapia intensiva e sub-intensiva della Campania. Il commissario straordinario ha, infatti, accolto le richieste arrivate da De Luca e, fa sapere una nota, «ha provveduto a spedire immediatamente le nuove attrezzature. In particolare sono stati inviati 100 ventilatori per le terapie sub-intensive e 50 per i reparti di terapia intensive».

«Si tratta di un contributo doveroso che si è reso necessario di fronte alla recrudescenza dell’epidemia che si è registrata in Campania nelle ultime settimane – ha detto Arcuri – I nuovi ventilatori si aggiungono alle attrezzature e ai dispositivi di protezione individuale già inviati copiosamente nei mesi scorsi per soddisfare il fabbisogno espresso dalla Regione. Presto invieremo, inoltre, 1.290.000 test molecolari aggiuntivi che consentiranno di raddoppiare il numero dei tamponi effettuati quotidianamente nella regione. Siamo pronti, in ogni caso, a coprire le ulteriori esigenze che dovessero emergere di fronte ad un aumento dei numero dei contagiati e dei ricoverati».

«ABBIAMO SALVATO LA JUVE»

Inevitabilmente, lo sfogo di De Luca ha investito anche la mancata disputa della partita tra Juventus e Napoli. «Alla Asl di Napoli non sono neanche arrivati i ringraziamenti perché abbiamo evitato di contagiare Cristiano Ronaldo. Vi immaginate cosa sarebbe successo? Avremmo conquistato il titolo del New York Times», ha detto.

E sulla preminenza delle decisioni delle Asl rispetto al protocollo della Figc validato dal Cts e dal ministero della Salute non usa mezzi termini: «Le Asl fanno esattamente quello che prevede la legge e il ministero della Salute. I calciatori sotto il punto di vista della sanità sono come tutti i cittadini, ma la Figc fa un protocollo in deroga alle disposizioni del ministero e della Regione e si apre un polverone. La Juventus decide in base a un protocollo che è un atto privato, che non è nulla dal punto di vista della sanità. Il Napoli non è partito perché era in quarantena. Dal presidente della Juventus è arrivata una dichiarazione penosa, imbarazzante».

ANESTESISTI IN ANSIA

Seriamente preoccupata, invece, l’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani (Aaroi-Emac). «Se l’andamento dei casi di infezione da SarsCov2 continuerà con i ritmi e i numeri attuali, e senza misure di ulteriore contenimento, stimiamo che in meno di un mese le terapie intensive al Centro-Sud, soprattutto in Lazio e Campania, potranno andare in sofferenza in termini di posti letto disponibili -dice il presidente Alessandro Vergallo – Siamo molto preoccupati per le Regioni meridionali dove rileviamo una maggiore impreparazione a far fronte a un eventuale peggioramento della situazione».


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