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Il premier Giuseppe Conte

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A Natale prevale il rosso. Anche le regioni si tingono del colore della prevenzione. La parola d’ordine del presidente del Consiglio è netta: scongiurare in tutti i modi la terza ondata della pandemia. Nulla è ancora deciso, ma nel governo sembra prevalere nettamente la scelta di circoscrivere la stretta da adottare durante le festività alle porte solo nei giorni festivi e prefestivi.

Dunque vigilia di Natale, Natale e Santo Stefano, vigilia di Capodanno e primo gennaio. Più 2 e 3 gennaio, perché si tratta di un sabato e una domenica. Otto giorni in tutto, e non chiudere dal 24 al 6 gennaio continuativamente come chiedevano i più ‘rigoristi’.

Giuseppe Conte attende il ritorno di Teresa Bellanova, Iv, per il confronto finale. Il vertice di ieri pomeriggio del premier con i capidelegazione è stato aggiornato. Potrebbe tenersi in nottata o nella giornata di oggi. Le misure più dure sul tavolo dovrebbero dunque riguardare solo festivi e prefestivi e non un periodo continuativo, come chiesto, in particolare, dai ministri del Partito democratico al tavolo ma anche dal responsabile della Salute Roberto Speranza.

A spingere per una linea dura sì, ma evitando una zona rossa “no stop” sarebbe il premier Conte sostenuto, in questo, dal Movimento Cinquestelle. E c’è chi, tra i presenti alla discussione, bolla l’ipotesi di “chiudere gli italiani in casa per due settimane consecutive una follia”.

Nessuna stretta nel weekend alle porte, quello del 18 e 19 dicembre. Ci si potrà spostare da zona gialla a zona gialla – quasi tutta Italia – come è stato consentito finora, mentre l’arrivo o la partenza da aree arancioni o rosse sarà possibile per i soli residenti. Il governo sarebbe orientato a non limitare gli spostamenti nelle prossime ore per evitare i ‘grandi esodi’ delle feste, come lamentato da alcuni governatori che chiedevano un giro di vite.

«Si è deciso di chiudere in maniera molto rigorosa, di chiudere parecchio. Qui al Ministero della Salute abbiamo proposto di optare per una misura rigorosa che assomigli molto alla zona rossa. Sarà un Natale poco allegro, è vero, ma sarà più sereno perché le persone a cui vogliamo bene sono in sicurezza – ha sottolineato il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa – Tutti nel governo condividiamo l’idea di voler rallentare la curva ma io credo che si ottenga realmente solo applicando il colore rosso, perché rallenti e poi cali sensibilmente la curva dei contagi. Dovremo passare le vacanze di Natale con la mascherina e solo con le persone che frequentiamo abitualmente».

Italia in zona rossa dal 24 dicembre al 7 gennaio per mettere il Paese in sicurezza. Questa l’indicazione fornita dal governo alle Regioni nell’incontro di ieri mattina che ha dato il via libera al piano sui vaccini. Il ministro Roberto Speranza ha ricordato come nelle regioni che sono entrate in zona rossa ci siano stati significativi risultati, mentre gli altri territori in zona gialla hanno sofferto maggiormente. Troppo pericoloso – questo il ragionamento di Speranza e di Boccia – tenere aperti nelle festività natalizie.

«Il modello di interventi territoriali ha funzionato bene e ha fatto scendere l’Rt dall’1.7 all’attuale 0,8 ed è ancora in discesa, anche se le reti sanitarie necessitano di essere sempre più difese e alleggerite» ha detto il ministro Francesco Boccia nel corso della riunione. «Resta fermo – ha proseguito – il mantenimento del modello di interventi territoriali anche a gennaio».

Sulla necessità invece di misure più restrittive aveva già precisato: «La decisione che si aspetta riguarda tre giorni, ovvero 25, 26 e 31 dicembre, tutto il resto del periodo è già sottoposto a prescrizioni molto chiare. Ritengo che dalle giornate prefestive fino al 6-7 gennaio sia più utile chiudere per tutti. Vogliamo chiudere il più possibile. La mia posizione e quella di Speranza sono note, vogliamo condividerle con le Regioni».

Una linea di rigore per contenere i contagi da Coronavirus, indicata anche dal comitato tecnico scientifico.

«Tutti i colleghi del Cts si sono espressi in una linea di rigore e di prudenza. La traduzione poi nel nostro verbale è stato motivo di una discussione animata, come è normale, siamo 26 persone che hanno menti libere, ma alla fine abbiamo condiviso la linea, nel senso ripeto del rigore e della prudenza – ha sottolineato il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo – Abbiamo sottolineato il rischio» dell’esodo natalizio il prossimo weekend, a meno che non venga deciso che il lockdown venga domani. Noi siamo in una democrazia, è evidente che questo comporta anche un dibattito politico e pubblico, sappiamo che andiamo incontro a un weekend ad alto rischio, possiamo solo confidare nel senso di responsabilità dei nostri connazionali».

«Servono misure da zona rossa per tutte le feste di Natale, almeno fino alla Befana». E’ quanto avrebbe chiesto il presidente del Veneto Luca Zaia nel corso della riunione tra governo e Regioni; una posizione condivisa dal ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia e da quello della Salute Roberto Speranza e dai rappresentanti di Lazio, Friuli Venezia Giulia, Molise.

«Se non chiudiamo tutto adesso ci ritroveremo a gennaio a ripartire con un plateau troppo alto» ha detto Zaia. Ma c’è un braccio di ferro con chi vuole una linea morbida. Per cambiare le ‘regole’ di Natale «è assolutamente tardi e siamo partiti con delle regole già di per sé piuttosto assurde» ha detto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

«Non vedo perché imporre alla Liguria una zona rossa per Natale quando i liguri in queste settimane si sono impegnati e sacrificati per far calare la curva del contagio e farci arrivare in piena zona gialla». ha aggiunto Toti. A Natale, tante cose non puoi quest’anno.


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