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La ministra Mariastella Gelmini e Massimiliano Fedriga, presidente della conferenza delle Regioni

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«Primo maggio, su coraggio» cantava Umberto Tozzi. Parole che potrebbero suonare profetiche nell’Italia in uscita dalla terza ondata pandemica. Non è, infatti, un mistero che l’intenzione del governo sia quella di allentare a dal quinto mese dell’anno le restrizioni imposte a partire da ottobre. Anche sull’onda di un forcing sempre più deciso che arriva da categorie produttive e regioni, in una settimana caratterizzata da manifestazioni e scontri di piazza. Proprio oggi gli enti territoriali dovrebbero presentare all’esecutivo una bozza di linee guida sulle riaperture.

«Obiettivo del documento che presenteremo al governo è garantire la massima sicurezza quando ci saranno le riaperture» ha detto all’Adnkronos Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della conferenza delle Regioni. Sul fronte della ristorazione i governatori propongono aperture a pranzo e a cena, con maggiore sfruttamento degli spazi esterni. Ma le ripartenze di maggio dovrebbero coinvolgere anche palestre, cinema, teatri e musei.

«Sulle riaperture c’è bisogno di un cambio di passo, dobbiamo assumerci la responsabilità di individuare delle date precise, io credo che già a fine mese ci siano le condizioni per riaprire alcune attività – ha spiegato a 24 Mattino su Radio24 il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – D’altronde se siamo convinti del nostro piano vaccinale dobbiamo essere consapevoli che ogni giorno lo scenario cambia perché aumenta il numero dei vaccinati». Ma «segnali concreti di speranza o di riaperture» secondo il ministro Giancarlo Giorgetti «spero si possano dare già dalla prossima settimana».

Ieri, intanto, il mondo dello spettacolo è tornato a farsi sentire, con l’occupazione simbolica del Globe Theatre di Roma da parte di un gruppo di operatori. «Intendo fare tutto il possibile per garantire la riapertura del settore spettacoli Un settore colpito duramente, che ha avuto sostegni significativi ma sta attraversando una sofferenza enorme» ha affermato il ministro Dario Franceschini che, dopo la ventilata possibilità di riapertura degli stadi in vista degli Europei di calcio, chiede uguale trattamento anche per lo spettacolo. «Ho precisato oggi che è evidente che qualora fosse prevista la riapertura degli stadi per partite di calcio, se negli stessi luoghi si svolge un concerto le regole devono essere le stesse – ha detto durante il question time alla Camera – Non si va in base al valore dell’evento ma in base a regole uguali per tutti».

Decisivi, come sempre, saranno i dati, unico parametro che il premier Mario Draghi, insieme al Cts, terrà in considerazione prima di far ripartire il Paese. La salute prima tutto è il mantra attorno a cui ruota ogni ragionamento del capo del governo, in una situazione nel quale non mancano fibrillazioni interne alla maggioranza. «Riaperture a maggio? Parliamo di aprile, siamo solo a metà aprile. Se ci sono meno contagi e ricoveri non vedo perché non si possa riaprire in sicurezza» ha affermato ai microfoni di Vista, Matteo Salvini. Che poco prima si era reso protagonista di un duro attacco al ministro Roberto Speranza, prendendo spunto dalla prossima uscita del suo libro/bilancio su un anno di pandemia. «Non so se altri ministri della Salute abbiano avuto lo stesso tempo libero, la stessa sfortuna – ha commentato – Penso che scrivere che la pandemia è occasione storica per la sinistra sia di una volgarità e arroganza che non meritano commenti». Richieste di dimissioni dunque? «Io lavoro per la squadra e per le riaperture. Non mi occupo del destino dei singoli» ha chiosato Salvini.

Il ministro della Salute può, in ogni caso, contare sul pieno appoggio del Pd. «Ho incontrato Roberto Speranza – ha twittato il segretario dem, Enrico Letta – abbiamo fatto il punto su campagna vaccinale e piano di riaperture in sicurezza, in pieno accordo sull’analisi della situazione e la linea da tenere».


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