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DALL’autonomia regionale prevista dalla nostra Costituzione alla tavolata differenziata ce ne corre. Un numero di coperti, coltelli forchette, piatti e bicchieri, variabili a seconda dei casi, che con il federalismo non ha nulla a che vedere. Eppure, era quello che chiedevano i nostri governatori. Che ognuno decidesse per conto suo i posti a tavola, come si sta facendo per i vaccini, “che il governo non ostacoli l’Italia che riparte”.

Un delirio di regole sparse che variano a seconda della latitudine geopolitica. Locali al chiuso, locali all’aperto, passeggeri all’interno delle automobili, discoteche. Pronti a scambiare le legittime richieste identitarie per qualcosa che non ha nulla a che vedere con le interpretazioni del Titolo V e gli art. 117, 118 e 119 della Carta. Succede così che mentre il tavolo tecnico prova a dettare al governo le nuove regole, già si pensa a come aggirarle. Tavolata libere, cioè senza limitazioni all’aperto, 8 commensali al massimo per chi consumerà i pasti all’interno dei ristoranti (ma se si tratta di nuclei familiari si può superare il limite).

Anche di questo si è discusso in conferenza-Stato-Regioni. Il ministro alla Salute, Speranza contrario ad un via libera generalizzato, la ministra agli Affari regionali, Gelmini propensa a regole meno restrittive. E la mediazione: il via fra due settimane con il limite delle 4 persone per tavolo che rimane per le regioni gialle. È passato quasi sotto silenzio l’ultimo report di Gimbe in base al quale i criteri fissati per la zona bianca scoraggiano il testing & tracing, prova ne sia che nell’arco di sole 3 settimane i tamponi sono calati del 34%. Restano senza alcuna copertura ancora 3 milioni e 300 mila over 60, categoria a rischio più elevato.

Per il resto tutto come prima e più di prima. Luca Zaia governatore del Veneto che insiste per la riapertura delle discoteche e dice “hanno ragioni da vendere”. Le regioni che hanno aperto ormai le somministrazioni ai più giovani ma sempre in ordine sparso. Il Lazio anziché seguire le indicazione del commissario Figliuolo – che chiede flessibilità sulle date dei richiami – preferisce restare fedele al “modello israeliano”. Prevede la prenotazione per fasce di età che al momento sono giunte ai nati nel 1981. Per gli over 18, da mercoledì scorso e fino a domenica prossima è operativo l’Open Week AstraZeneca, una settimana di vaccinazioni con ticket prenotati online fino ad esaurimento dosi disponibili (già “sold out”). Per gli over 12, nel Lazio la prenotazione sarà dal pediatra e non negli hub vaccinali. In Valle d’Aosta attualmente non ci sono date, ma il 2 giugno si è tenuto un open day per tutti i maggiorenni. Nelle Marche per ora la prenotazione è aperta ai 40enni (dal 30 maggio era già senza fasce d’età per persone con comorbidità), mentre fino al 6 giugno si potranno vaccinare i maturandi senza prenotazione, ma in ordine alfabetico, rimandando la decisione per le fasce più giovani a inizio luglio.

Tanto per non rischiare l’omologazione, cambiano anche le denominazioni. I giorni di vaccinazione dei maturandi nelle Marche o, si chiameranno “Vax Days” e riguarderanno circa 13.600 studenti. A Trento è stata aperta da poco la fascia 45-49 anni, campagna per ora senza nome.

L’anarchia delle regole è l’unica regola. Al punto che il Codacons si sta già preparando per dare battaglia sulle eventuali e prevedibili multe. Agli avvocati dell’associazione non mancherà certo il materiale, un vero e proprio caos di informazioni, il più delle volte poco chiare che lasciano intravedere una valanga di ricorsi. Nord e Sud in questo caso fa poca differenza.

LA GIUNGLA DELLE VACCINAZIONI REGIONE PER REGIONE  

In Calabria le prenotazioni da ieri alle 16 si sono aperte le vaccinazioni per gli over 12, comprendendo anche i ventenni e gli over 30 che erano in attesa di essere inseriti tra gli aventi diritto alla somministrazione. In Basilica si parte oggi. Unica disposizione uguale per tutti: alla fascia 12-16 saranno destinate unicamente dosi del siero della Pfizer, approvato sia dall’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, che dall’Aifa. Ha aperto ai maggiorenni da ieri anche il Piemonte (oltre alle 100 mila vaccinazioni previste nelle aziende), mentre la Campania ha avviato la prenotazione per i residenti over 12 anni sulla piattaforma Soresa. Il Veneto parte con la fascia dai 12 ai 39 anni con 700mila prenotazioni disponibili, mentre in Sicilia dai 16 ai 39.

In Abruzzo la prenotazione per chi ha almeno 16 anni è scattata ieri alle 14, mentre per la fascia 12-15 – udite, udite – si aspettano le indicazioni operative della struttura commissariale. In Alto Adige da oggi è possibile anche per gli altoatesini dai 16 ai 18 anni. In settimana apre a tutti anche il Friuli-Venezia Giulia, come ha fatto sapere la regione, mentre a Bolzano da oggi vengono aperte le prenotazioni per la fascia dai 16 ai 18 anni. In Umbria le pre-adesioni sono già aperte ai cittadini over 18, ma per ora vengono vaccinati i 50enni. Situazione simile in Basilicata, dove resta prioritaria la vaccinazione degli anziani e degli over 50, nonostante oggi si apre a tutti la piattaforma.

Nei prossimi giorni molte regioni apriranno alle fasce giovani. Dalle ore 12 di oggi la Sardegna aprirà le vaccinazioni alla fascia 16-39. In Liguria attualmente si possono prenotare i volontari over 18 per il vaccino AstraZeneca o Johnson&Johnson, mentre da oggi si passerà ai nati tra il 1982 e il 1986, e dal 7 giugno si andrà avanti con gli altri trentenni fino ad arrivare al 9 giugno con la fascia 20-24. Approccio graduale anche per l’Emilia-Romagna, poiché dal 7 al 18 giugno ogni due giorni si aprirà una nuova fascia d’età a partire da 35-39 anni in contemporanea con i 12-19, fino all’apertura completa del 18 giugno. La Toscana ha aperto le prenotazioni a tutti dai 16 anni in poi a partire dal 7 giugno, mantenendo al momento solo fino ai 38 anni. La Puglia apre alla fascia 35-39 anni, procedendo gradualmente da domani all’11 giugno, giorno in ci si potrà prenotare anche dai 16 anni. In Molise si è aperta ieri la prenotazione per i trentenni e da domani parte la fascia dei ventenni.

La corsa dei governatori è in pieno svolgimento, dunque. E ognuno tanto per non smentirsi corre per sé e punta su un cavallo diverso. “Il contributo dello Stato alla pandemia è stato totalmente negativo, pari a zero”, è andato giù pesante Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania. “Vedo che anche nel mondo dell’informazione circola questa esaltazione del commissariamento… ma il governo ha un solo merito: avere una linea di prudenza, tutto quello che si è fatto è in capo alle regioni”. Chiaro il concetto? 


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