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Prosegue la corsa a ostacoli per garantire il ritorno della scuola in presenza e scongiurare il ricorso alla Dad, esperienza sonoramente bocciata dagli ultimi risultati dei test Invalsi.

Se ne è discusso ieri durante l’incontro fra i sindacati e il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. Il quale ha ribadito ai presenti che «l’obiettivo di tutto il governo è la riapertura in presenza a settembre». Il mondo della scuola, ha proseguito, «ha reagito con responsabilità alla campagna di vaccinazione.

Il governo si è predisposto per tempo alla ripresa, stanziando in totale per la sicurezza più di 1,6 miliardi negli ultimi mesi. Ora siamo pronti per il Piano scuola che condivideremo con regioni e autonomie locali in Conferenza unificata» (domani ndr).

Fra gli argomenti affrontati durante il faccia a faccia anche quello dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico che trova favorevole l’Associazione nazionale presidi (Anp). «Le condizioni per un rientro duraturo e in presenza dipendono essenzialmente dall’esito della campagna vaccinale per personale della scuola e studenti.

L’alternativa a questo, deve essere chiaro a tutti, è la didattica a distanza» ha detto il presidente dell’Anp, Antonello Giannelli, durante la riunione con Bianchi. Il parere espresso dal Cts lo scorso 12 luglio, ha proseguito, «non è sufficientemente preciso e deve essere tradotto in concrete indicazioni per le scuole». «È inoltre fondamentale» ha il presidente dell’Anp «rivedere il protocollo per la gestione dei casi e focolai da Sars Cov2 nelle scuole e che si presti fin d’ora la dovuta attenzione al problema del tracciamento dei casi da parte delle Asl». 

Ma per Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, che trova «fuorviante» il dibattito sulla profilassi obbligatoria per il personale scolastico. «Se vogliamo davvero mettere la Dad in soffitta – ha proseguito – non possiamo ridurre la questione soltanto a questo aspetto, soprattutto se consideriamo che la percentuale di insegnanti immunizzata è molto elevata, a dimostrazione del senso di responsabilità che caratterizza la nostra categoria».

Obbligo o meno resta il fatto che il tema delle vaccinazioni sia centrale per archiviare l’esperienza della didattica a distanza, sonoramente bocciata dagli imbarazzanti risultati degli ultimi test Invalsi. Lo stesso Bianchi in mattinata aveva diffuso un videomessaggio dai suoi canali social esortando l’ecosistema scuola ad aderire alla campagna.

«Qui al ministero stiamo lavorando per preparare il rientro in sicurezza a settembre. È un lavoro articolato – aveva spiegato – che ci vede impegnati come governo insieme con i territori, con le istituzioni locali, con le organizzazioni sindacali, con le singole scuole, con le famiglie. È un lavoro di squadra che richiama tutti alla propria parte di responsabilità. Ognuna e ognuno può fare qualcosa, può dare il proprio contributo. Questo è vaccinarsi ed è il modo per mettere in sicurezza noi stessi e gli altri, un atto di responsabilità collettiva, un atto di solidarietà».

Un appello da estendere agli studenti visto che la percentuale di personale scolastico non ancora coperta è minima pur risentendo delle solite difformità fra regioni: l’85,5% dei dipendenti su base nazionale è stata vaccinata, secondo i dati forniti da Bianchi, con punte del 100% in Campania e Friuli Venezia Giulia.

Sulla profilassi obbligatoria, fra l’altro, ha frenato la sottosegretaria all’Istruzione in quota Lega, Rossana Sasso. «Nelle ultime ore si stanno moltiplicando le pressioni politiche per spingere il governo a introdurre un obbligo vaccinale per il personale della scuola che continuiamo a ritenere inopportuno e inutile – ha evidenziato – il generale Figliuolo ha più volte ribadito di voler attendere il 20 agosto per analizzare i dati e la situazione del Paese: lasciamolo lavorare in pace senza produrci in ingerenze del tutto fuori luogo. Siamo certi che i numeri sulle immunizzazioni dei lavoratori della scuola sono ancora più solidi di quelli, già assai lusinghieri, che risultano attualmente. In molte regioni, ha aggiunto, «che presentano stime al di sotto del dato nazionale c’è sicuramente da rifare i conti: tanti insegnanti si sono vaccinati seguendo le prenotazioni per fascia d’età, non utilizzando i corridoi appositamente creati per i docenti e quindi non rientrando nel conteggio ufficiale. Questa affannosa ricerca dei cattivi da sanzionare o, peggio, da escludere dal mondo della scuola non ci piace proprio».

La persona diversamente la vicepresidente della Commissione affari sociali alla Camera, Michela Rostan (Pd). «Introdurre l’obbligo vaccinale per il personale scolastico è una scelta di responsabilità assolutamente in linea con la strategia di prevenzione e contrasto adottata dal governo Draghi con il supporto del Commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo – ha ricordato – L’emergenza Covid-19 non è affatto superata e non possiamo consentirci l’esplosione di nuovi cluster alla ripresa dell’anno scolastico. Chi tenta di trarre profitto elettorale soffiando sul fuoco dell’irresponsabilità targata ‘no vax’ e ‘no green pass’, agitando improbabili questioni di libertà costituzionali violate, farebbe bene a farsi un esame di coscienza e a pensare ai danni che sta provocando al Paese».

L’idea di introdurre un Green pass (esteso anche agli studenti) per l’ingresso in classe, intanto, divide gli insegnanti. Oltre la metà dei 6mila e 700 docenti che hanno risposto al sondaggio della Tecnica della Scuola si è detta contraria. In otto casi su dieci, poi, dissentono sull’adozione della misura a scuola impiegati delle segretarie, gli assistenti tecnici e i collaboratori, come pure i presidi e le famiglie degli studenti. Tra questi ultimi ancora più marcato è il dissenso, che arriva a circa l’83% delle risposte al sondaggio nazionale al quale complessivamente hanno partecipato più di 11mila utenti. Le perplessità confermano la riluttanza degli addetti ai lavori verso questo genere di imposizioni: già al precedente sondaggio dello stesso portale sull’obbligo vaccinale, solo quattro su dieci erano stati gli insegnanti favorevoli. 


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