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Mario Draghi in videoconferenza con i governatori

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Il Super Green pass per ora rimane solo sotto la voce “varie ed eventuali”. Ma è solo questione di giorni, forse di ore. Il governo ha chiesto tempo, un ultimo passaggio. Per ora è arrivato solo il via libera dell’Aifa all’anticipo della terza dose di vaccino: il richiamo si potrà fare dopo 5 mesi e non più dopo gli attuali 6. Si gioca a carte scoperte. E si conoscono le prossime mosse: la durata del passaporto sanitario passerà da 12 a 9 mesi; chi non è vaccinato dovrà effettuare il tampone per andare al lavoro, ma il solo tampone non basterà più per accedere a teatri, cinema, stadi, musei, bar, piscine, locali al chiuso, ecc. Fin qui la linea dura. In ballo c’è il cenone di Natale. I posti a tavola, le regole per i ristoranti e per gli alberghi, e molto di più: la capacità di contrastare la quarta ondata, la ripartenza dell’economia reale.

SPERANZA: «ORE DELICATE»

Governo e Regioni, dopo essersi accapigliati per mesi, hanno continuato a farlo, anche se solo a distanza, nel vertice di ieri. I governatori chiedevano misure differenziate, divieti solo per i non vaccinati a prescindere dal colore. Massimiliano Fedriga ha esposto le principali richieste dei suoi colleghi.

Come al solito divisi tra chi voleva attivare subito il Super Green pass solo nelle regioni arancioni o rosse e chi, come per esempio il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, proponeva di anticiparlo subito a prescindere dal colore. Palazzo Chigi li ha ascoltati, ha preso appunti ma per il momento non ha comunicato alcuna decisione. «Sono ore delicate», ha twittato il ministro alla Salute, Speranza. Dietro la richiesta di nuova restrizioni per i no vax si cela la volontà di lasciare più liberi i vaccinati, non compromettere le attività commerciali e produttive, una sorta di via libera generalizzato per tutti gli altri.

Il punto di caduta che eviterebbe ulteriori tensioni potrebbe essere l’adozione di nuove limitazioni per i no vax, ma solo in caso di zona arancione, e la libertà “come premio per i vaccinati”. Al vertice di ieri hanno preso parte in video-conferenza i presidenti delle Regioni collegati con i ministri degli Affari regionali, Mariastella Gelmini, e della Salute, Roberto Speranza, e il sottosegretario alla Presidenza del consiglio, Roberto Garofoli. Da ieri, intanto, è scattato il via alle prenotazioni per le terze dosi per la fascia 30-59 anni e già si sono viste le prime code negli hub. Il timore è che in vista delle festività si possano creare ingorghi.

GOVERNATORI A COLORI

Giovanni Toti, presidente della Liguria, chiede maggiori controlli, il lombardo Attilio Fontana vuole tutelare le attività commerciali, il siciliano Musumeci invoca l’obbligo vaccinale, il valdostano Erik Lavevaz chiede di «tutelare la stagione sciistica che sta per cominciare». Governatore che vai, richiesta che trovi: un coro a più voci, alcune decisamente stonate. Attilio Fontana e Luca Zaia hanno incontrato ieri «cordialmente» Matteo Salvini. I presidenti di Lombardia e Veneto vorrebbero coniugare la stretta delle misure anti-Covid con il libero shopping pre-natalizio. Una richiesta inconciliabile: tutto e il contrario di tutto.

Oggi è in programma una nuova videoconferenza tra leghisti: si temono le disdette per le prenotazioni delle vacanze invernali. La Lega si è detta contraria a nuove chiusure e contraria anche al pass obbligatorio per i bambini sotto i 12 anni. Tenere insieme le due esigenze, economia e salute, è impresa alquanto complicata specie se di mezzo ci sono loro, i governatori. Delle due l’una. Per ora ha prevalso il no a nuove chiusure, un “no” poco convinto. Piano di opere pubbliche, turismo, ripresa economica non possono decollare a colpi di stop and go.

L’obbligo vaccinale taglierebbe la testa al toro. Per adottare una decisione del genere, però, Palazzo Chigi avrebbe bisogno di mettere sul tavolo altri numeri. Quelli sia pure leggermente in crescita di questi giorni non bastano. Non a caso Eugenio Giani, governatore toscano, quando propone l’obbligo parla di dati europei. Vorrebbe giocare d’anticipo senza aspettare che l’onda della quarta onda si alzi ulteriormente.

«La mia opinione, opinione personale – puntualizza Giani – è che sarebbe opportuno arrivare all’obbligo vaccinale e che senza vaccino si dovrebbe stare molto a casa, al limite consentire di andare a prendere da mangiare, i servizi essenziali, e in ogni caso tutte le misure che noi prendiamo dovrebbero servire a stimolare le vaccinazioni e non a fare il tampone ogni 24 ore».

GLI IMPIANTI SCIISTICI

La curva dei contagi tende ad appiattirsi. In Trentino Alto Adige, una delle regioni, dove il grafico punta verso l’alto, molti impianti sciistici già da ieri hanno aperto, altri apriranno alla fine del mese. Ed è arrivata anche la neve. La stagione, dunque, non sembrerebbe compromessa. Il Sud Tirolo, e in genere i Comuni confinanti con l’Austria, spingono perché vengano adottate per tempo le procedure più rigide. Il Natale è alle porte e il picco dei contagi.

Un analogo confronto Stato-Regioni si è tenuto ieri in Germania. Con altri esiti, però. Il portavoce di Angela Merkel, Stefen Seibert, ha dichiarato che al momento un’estensione dell’obbligo non è all’ordine del giorno. Resta in vigore, ma solo per i sanitari che entrano in contatto con persone vulnerabili.


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