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Il Sud si dimostra terra di inventori, secondo gli ultimi dati dell’Ufficio europeo dei brevetti si registra una crescita del 29%

Il Made in Italy dell’ingegno sempre più di frequente ha sede al Sud. È quanto emerge dalle statistiche dell’Ufficio europeo dei brevetti pubblicate a margine della presentazione delle previsioni di primavera della Ue. Emerge che sono state 4.773 le domande arrivate dal nostro Paese lo scorso anno, oltre 200 in più rispetto al 2021.

SUD, INVENTORI E BREVETTI: LA CRESCITA DEL SUD

Quelle provenienti dalle regioni del Mezzogiorno sono state il 29% in più dell’anno precedente smentendo la narrazione di un meridione pigro e privo di iniziativa. Tanto più che la gara dell’ingegno è sempre più serrata. Le domande sono in crescita dal 2016, portando l’Italia ad essere la quinta nazione più inventiva nell’area Ue e l’undicesima nel mondo. La maggior parte dei brevetti arriva dalle imprese (88%), mentre al secondo posto (7%) ci sono gli inventori privati: singoli cittadini che addirittura superano la quota (bassa, solo il 5%) che arriva da università ed enti di ricerca.

SUD TERRA DI INVENTORI, MA QUALI SONO I BREVETTI PIÚ DEPOSITATI

Ma che cosa si brevetta di più? Quasi 2.000 delle domande totali arrivano da meccanica e mezzi di trasporto, veri e propri trascinatori del Made in Italy. E c’è, complessivamente, una grande attenzione nei confronti dell’ambiente, con le tecnologie green che crescono del 23%. Spiccano quelle per il trattamento dei rifiuti, ma sono molte anche le novità sul fronte delle energie alternative e del design dei prodotti. Secondo i dati di Unioncamere, i motori geografici del balzo di quest’anno sono il Nord-Est ma soprattutto il Mezzogiorno, che ha fatto registrare una crescita delle domande del 29%.

La regione più dinamica è stata l’Abruzzo, che ha quasi raddoppiato i brevetti rispetto al 2021 (+93%), ma anche Umbria e Campania hanno visto impennare il numero di domande. Leader tra le province resta naturalmente Milano, che si prepara così ad accogliere l’arrivo di una delle sedi centrali della Corte europea dei brevetti, in trasferimento da Londra dopo la Brexit. Seconde a pari merito Torino e Bologna, poi segue Roma, unica intrusa in una top ten tutta del Nord. Da queste città arriva più della metà delle domande italiane. È Chieti, però, a far segnare l’aumento più degno di nota: dopo le 16 domande pubblicate nel 2021, l’anno scorso sono state ben 63.

I DATI ABI SU PRESTITI A IMPRESE A FAMIGLIE

E non finisce qui. Gli ultimi dati Abi sui prestiti a imprese e famiglie del Sud e della Campania in particolare confermano la tenuta economica del Mezzogiorno: tutto merito del Pnrr. I depositi in totale sono cresciuti in un anno del 2,9 per cento in Campania e del 2,8 per cento nel Sud e isole mentre quelli delle sole famiglie consumatrici rispettivamente del 2,1 per cento e del 2 per cento.

«I prestiti poi – dice Antonio Patuelli, presidente Abi – sono cresciuti più in Campania che nella media Italia: 3,5 per cento rispetto a 3,2 per cento e quelli alle imprese si pareggiano al 3,8 per cento, come pure i prestiti alle famiglie, più 4,7 per cento sia per la Campania sia nella media nazionale. Ma è anche il dato sulle sofferenze lorde che conferma questa tendenza». Nel senso che «mentre fino a qualche anno fa parlavamo di valori multipli della media nazionale ora il dato mostra aumenti più contenuti».

Chi volesse analizzare le recenti performance della economia del Mezzogiorno d’Italia con la mente sgombra dai sedimenti lasciati da una secolare iconografia che dipinge il Sud esclusivamente coi colori del sottosviluppo, potrebbe avere delle piacevoli sorprese, aveva dichiarato il consigliere di Nomisma Energia, Giulio Santagata, in occasione del Festival Euromediterraneo dell’economia organizzato da Il Quotidiano del Sud-Altravoce dell’Italia.

IL TESSUTO MANIFATTURIERO AL DEBOLE RISPETTO AL NORD MA NON COSÍ MARGINALE

Ad esempio il tessuto manifatturiero è ancora numericamente debole rispetto alle aree del Nord Italia ma non così marginale. Il sud Italia si piazza tra le prime regioni d’Europa in termini di produzione manifatturiera.

Una indagine condotta da Nomisma sulla manifattura italiana fa emergere come la percentuale di imprese che si caratterizzano per un elevato tasso di competitività e con risultati economici superiori alla media della manifattura sia al sud la stessa (7,1%) che si registra nel paese.

Si tratta di 610 imprese che hanno raddoppiato il fatturato negli ultimi quattro anni e che non sono episodi isolati nei diversi settori ma cominciano a costituire la base di filiere integrate.


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