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Walter RIcciardi

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Attualmente è per alcuni e non per tutti. Ma dall’autunno prossimo potrebbe diventare per tutti. È la quarta dose del vaccino anti-Covid, oggetto nei giorni scorsi di una circolare ministeriale e tornata d’attualità ieri a seguito delle dichiarazioni rilasciate a “Il Messaggero” da Walter Ricciardi, consulente del ministero della Salute.

Covid, quarta dose di vaccino per tutti

La circolare di Lungotevere Ripa, pubblicata una settimana fa, dà il via libera a sottoporsi alla quarta dose agli ultraottantenni, agli ospiti dei presidi residenziali per anziani, a persone con elevata fragilità che abbiano compiuto sessant’anni.

Presa sulla base delle indicazioni di Ema ed Ecdc, la decisione era stata accompagnata da molta cautela nell’estendere ancora il novero dei destinatari del “poker vaccinale”.

Tuttavia, Ricciardi ha come aperto una breccia preannunciando un altro «autunno difficile» in termini di contagi e la conseguente necessità di rilanciare una campagna vaccinale indirizzata a tutti. Il consulente del ministero della Salute ha sottolineato l’importanza dei vaccini, i quali avrebbero evitato, stando ai dati dell’Istituto superiore di sanità (Iss), 150mila decessi. Il vaccino anti-Covid, però, da quel che dice Ricciardi, si presenta come uno strumento sanitario dinamico, che ha dunque bisogno di essere rinnovato per mantenersi efficace. «La vaccinazione con tre dosi non protegge completamente dall’infezione, ma protegge dagli effetti gravi del Covid, dall’ospedalizzazione e soprattutto dalla morte», avverte l’esperto.

La quarta dose, quindi, «permette ai fragili e agli over 80 di rafforzare le difese». Ma lo sguardo di Ricciardi si volge già all’autunno, che lui preannuncia come «un momento delicato e difficile» in quanto «ci saranno le condizioni favorevoli per la propagazione del virus e ci sarà un’attenuazione della protezione vaccinale in tutta la popolazione». A ottobre, allora, via a «una nuova dose per tutti», ovvero una inoculazione ogni anno come avviene per l’influenza, e la speranza che entro quel periodo arrivino «vaccini onnicomprensivi», cioè che proteggano in maniera completa a differenza, ha spiegato Ricciardi, di quelli «che oggi abbiamo».

Quarta dose di vaccino anticovid: finora un flop

Intervenuto a Radio Cusano Campus, anche il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, si è fatto portavoce di un’agenda vaccinale che prevede un richiamo ogni anno. Servendosi poi di un esempio legato all’attività fisica, l’esponente del M5s ha aggiunto che «sopra gli 80 anni o per i più fragili va fatto subito» il richiamo con la quarta dose «perché il sistema immunitario va allenato e quando hai 20-30-40 anni è ben allenato, quando invece vai avanti con gli anni o comunque hai delle patologie hai bisogno di un personal trainer che lo rivitalizzi».

Ma dopo una campagna vaccinale lunga ormai oltre un anno e a seguito di una notevole flessione della curva epidemica, si registra una sorta di “pigrizia vaccinale” nella popolazione. È la fotografia scattata dal monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, che a un mese e mezzo dall’inizio delle somministrazioni della quarta dose, non esita a definire questa nuova fase «un flop». Solo 70.598 quarte dosi sono state infatti somministrate agli immunocompromessi con una copertura nazionale all’8,9%.

I numeri di «un vero e proprio flop»

«Dopo un mese e mezzo dal via libera per i pazienti più fragili – sottolinea il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta – le esigue coperture e le rilevanti differenze regionali documentano un vero e proprio flop, alimentato dal senso di diffidenza per un ulteriore richiamo». È per questo, secondo Cartabellotta, che occorrerebbe pensare a una campagna informativa piuttosto robusta per convincere le persone a vaccinarsi per la quarta volta contro il Covid.

«Ecco perché», riflette il presidente della Gimbe, «la somministrazione di un ulteriore richiamo alla platea recentemente allargata ad over 80, ospiti delle Rsa e persone nella fascia 60-79 anni con patologie concomitanti non può essere affidata esclusivamente all’adesione volontaria, ma richiede strategie di chiamata attiva, di fatto mai attuate in maniera sistematica».

Il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva, intanto, che negli ultimi sette giorni c’è stata una lenta discesa dei contagi (-6,5%), un lieve calo dei ricoveri ordinari (-0,4%) e delle terapie intensive (-1,7%), e che sono scesi pure i decessi (-11,4%). La circolazione del virus, avverte tuttavia la Fondazione, rimane molto elevata, ragione per cui si ritiene ancora «indispensabile evitare assembramenti e soprattutto utilizzare le mascherine al chiuso».


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