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Il suo nome è strettamente legato alla sua città, Matera. Architetto, cantautore, organizzatore di eventi civici e da sempre impegnato nel sociale, Paolo Irene 44 anni, è uno dei personaggi più popolari della città. Basta fare quattro passi insieme a lui per le vie cittadine per rendersene conto: da via Ridola a piazza Sedile, dal Sasso Barisano a quello Caveoso, Irene scambia un saluto con un concittadino, riceve un abbraccio da un altro. Un turista lo incrocia e gli chiede un selfie: «Tu sei quello di Viaggio a Matera, ti ho riconosciuto!».

Nato e cresciuto nei Sassi, Paolo Irene si è imposto sui social come materano doc, promotore delle bellezze e della cultura cittadina. Tra un video di cucina sul peperone crusco e uno scatto col blu del cielo e l’ocra calcarenite dei Sassi, racconta la way of life cittadina, promessa di sapori, bellezza e felicità per chi vi giunge, secondo la nobile filosofia meridiana del vivere bene. Ma l’architetto blogger non è solo un testimone della tradizione sulla rete ma anche promotore e interprete di istanze innovatrici: con il suo sito Viaggio a Matera è il primo ad aver aperto una partita Iva come influencer nella provincia lucana e con la pagina Facebook Open Matera, che conta 22.000 iscritti, porta avanti campagne civiche, politiche e di solidarietà.

Paolo, da cittadino attivo in città, architetto e influencer, come vedi il grande exploit della città a livello turistico?
«Da abitante dei Sassi, posso dire che c’è da sfatare il mito che l’interesse turistico per la città sia frutto della sua nomina nel 2019 a Capitale Europea della Cultura. Si tratta di un fenomeno via via crescente da vent’anni a questa parte, culminato nel boom di visite di tre anni fa. Oggi i Sassi di Metera sono diventati un brand, apprezzati in Italia e all’estero per il valore artistico e culturale, per la loro peculiarità architettonica, che oggi definiamo ecosostenibile. Ma il cambiamento si è verificato grazie alla legge 771 dell’86, un provvedimento di importanza storica con il quale si stabiliva l’interesse nazionale della conservazione e del recupero architettonico del rione dei Sassi, che ha avviato la rinascita della città. E poi la nomina dei Sassi a Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1993».

Anche il cinema ha contribuito a far scoprire la città.
«Sì, registi come Lattuada che nel ’53 girò qui La Lupa e Pasolini nel ’64 “Il Vangelo secondo Matteo”, cominciarono ad attirare un turismo di intellettuali. Poi il colossal di Mel Gibson “The Passion” del 2004 la rese nota a livello internazionale. Oggi la città è un riconosciuto set naturale: pellicole come l’ultimo 007, le fiction Rai “Sorelle” di Cinzia TH Torrini e “Imma Tataranni” record di ascolti, hanno dato vita al turismo cinematografico, con visite guidate che fanno tappa nei luoghi dove sono avvenute le riprese di James Bond o davanti la casa di Imma Tataranni».

Com’è nata l’idea di creare il blog Viaggio a Matera?
«Da cittadino comune sono sempre stato sensibile all’impegno civico, da architetto credo nell’urbanistica sostenibile e innovativa, rispettosa del nostro passato e sono orgoglioso della mia città. Quindi da organizzatore di eventi civici e da musicista cerco di dare il mio contributo per nuovi stimoli culturali. Così ad aprile del 2021 ho pensato di unire questi interessi alla mia passione per i social. E ho aperto Viaggio a Matera, una pagina di promozione turistico culturale della città. Ho iniziato subito a postare video di ricette tipiche, a pubblicare dei piccoli tour nei paesi della Basilicata meno conosciuti. E siccome sono appassionato di fotografia, a pubblicare foto degli angoli più suggestivi dei Sassi che per me non hanno segreti, visto che qui trascorrevo interi pomeriggi a giocare da bambino. Con mio grande stupore il blog ha avuto un successo immediato e molte attività ricettive di Matera mi hanno chiesto di pubblicizzare le loro attività sulla pagina».

Chi ti segue?
«Oggi sono seguito da 52.000 followers, persone dai 35 ai 64 anni. 43.000 italiani e 9.000 stranieri. Ogni volta che pubblico un nuovo scorcio della città faccio il pieno di like. Sono tanti a contattarmi per chiedermi consigli sui luoghi da visitare, o dove andare a mangiare in città, come cucinare questa o quella ricetta. Ho anche messo insieme un piccolo staff per rispondere ai messaggi, alle richieste che mi arrivano in privato».

Quindi ti sei rivolto al commercialista per aprire la partita IVA da influencer.
«Sì, l’ho aperta dopo tre mesi per fatturare i servizi ai clienti. E ho scoperto che da queste parti ero il primo e l’unico influencer. Infatti ho avuto parecchi problemi perché non essendoci precedenti il commercialista ha trovato difficoltà».

Prima di Viaggio a Matera tu hai costituito un gruppo Facebook molto attivo: Open Matera. Me ne parli?
«Open Matera è una bellissima realtà perché ha una sua utilità pubblica. L’ho aperto nel 2016 e oggi siamo in più di 22.000 persone. È un gruppo in cui si lanciano appelli, iniziative solidali, si segnalano problemi e si cerca di risolverli. Ci si aiuta senza chiedere nulla in cambio. E la gente risponde in pochi minuti a ogni appello. Abbiamo ritrovato gatti e cani che si erano persi, aiutato persone anziane, qualche famiglia che viveva momenti di difficoltà. Durante il Covid poi, c’è stata una grande mobilitazione. I materani sono molto solidali. È come se online si fosse ricreato il vecchio spirito del vicinato, il modello di insediamento dei Sassi dove gruppi di abitazioni affacciavano su uno spazio comune in cui c’era il pozzo. E le famiglie si aiutavano l’un l’altra nei piccoli e grandi problemi quotidiani».

Avete portato avanti anche delle questioni al livello politico?
«Nel 2016 abbiamo promosso una campagna per il sì al referendum abrogativo delle trivelle, in seguito, una raccolta firme per mantenere il vecchio logo della città, raccogliendo più di cinquemila firme in poche ore. Nelle ultime elezioni mi sono esposto in maniera del tutto indipendente per il sindaco che poi è stato eletto».

Secondo te i followers di un influencer possono essere considerati come un potenziale elettorato?
«Io penso di sì, un influencer ha la capacità di muovere consensi. Se Fedez si candidasse davvero in politica, magari in Parlamento, sarebbe eletto. C’é da scommetterlo».

Paolo, ma al di là del blog, hai mai pensato di candidarti a qualche carica cittadina?
«Confesso che mi è stato proposto. Ne sono stato onorato, ma finora ho declinato l’offerta. Un domani chissà. Per il momento faccio il cittadino attivo, nella piazza reale e in quella del web».


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