X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

TENGO sempre in considerazione i proverbi, perché in una frase condensano secoli di esperienza popolare. Uno, in particolare, ci avverte: “Chi si fa pecora, il lupo lo mangia”. Mostrarsi docili è sconsigliato. Educazione e sensibilità sono considerate sintomi di debolezza. La vita, seppur affrancata da varie forme di schiavitù, resta ancora imbrigliata in questa catena alimentare tutta umana, secondo la quale il più furbo sbrana il più ingenuo. Per un malinteso senso della forza, si oscilla di continuo tra prepotenza e impotenza: chi non è capace di divorare, sembra condannato a essere mangime; chi non sa imporsi, soccombe.

Quante volte, per difendere un nostro diritto, abbiamo dovuto mostrarci aggressivi, anche a costo di stravolgere la nostra indole? Per ottenere rispetto è dunque necessario affilarsi i canini? Un mondo dominato da dinamiche di sopraffazione è un mondo destinato a estinguersi, eppure non vogliamo prenderne atto. La natura, anche quella degli uomini, è molto più vasta dei nostri schemi mentali.

Non esistono solo il lupo forte e la pecora debole: c’è la pecora coraggiosa che porta il gregge in salvo; c’è il lupo vigliacco che agisce soltanto in branco; c’è il lupo domestico, persino affettuoso; c’è la pecora che è un ariete; c’è chi si crede lupo, ma è un cane. La storia ci sta dimostrando che la vita non può esistere là dove c’è squilibrio, sia esso climatico, ambientale o sociale, e che è unica la terra in cui tutti abitiamo.

Chi pensa di continuare a sbranare e a perpetrare i propri egoismi a scapito degli altri, si troverà pure a essere padrone del mondo, ma il mondo sarà un deserto.


La qualità dell'informazione è un bene assoluto, che richiede impegno, dedizione, sacrificio. Il Quotidiano del Sud è il prodotto di questo tipo di lavoro corale che ci assorbe ogni giorno con il massimo di passione e di competenza possibili.
Abbiamo un bene prezioso che difendiamo ogni giorno e che ogni giorno voi potete verificare. Questo bene prezioso si chiama libertà. Abbiamo una bandiera che non intendiamo ammainare. Questa bandiera è quella di un Mezzogiorno mai supino che reclama i diritti calpestati ma conosce e adempie ai suoi doveri.  
Contiamo su di voi per preservare questa voce libera che vuole essere la bandiera del Mezzogiorno. Che è la bandiera dell’Italia riunita.
ABBONATI AL QUOTIDIANO DEL SUD CLICCANDO QUI.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE