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Illustrazione di Roberto Melis

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Si torna a parlare in questi giorni di Napoli e, come di solito accade, se ne parla con gli stessi toni e  i medesimi argomenti che sembrano non cambiare mai, come immutabile  appare  da sempre  il  destino della città. Per molti, napoletani e non,  il fluire del tempo  sembra non riguardarla affatto, quasi fosse Napoli uno scoglio alto  e il tempo un fiume che le lambisce i fianchi ma non la penetra e non arriva  mai  a bagnarla.

Napoli è generosa, si diceva nei primi  tempi della prima quarantena di marzo. Poi, è accaduto che proprio a Napoli scoppiassero, mesi dopo, le violente proteste contro la ripresa  autunnale  delle limitazioni  sanitarie, e di Napoli si è commentata la faccia brutale e volubile che, a parere dei più, sempre cova sotto la patina civile  della città. Di questi ultimi giorni, infine, sono le polemiche sullo stato del suo sistema sanitario che si vuole preda di abbandono e squallore. In tutte queste visioni, Napoli  è,  ora come sempre, allo stesso tempo  caritatevole e bestiale, ingegnosa e retriva.

Si torna in questi giorni a parlare  di Napoli, e se ne parla sempre troppo e mai davvero. Napoli è una città perennemente sotto gli occhi del mondo che però non la guarda affatto, quasi  non si  aspettasse  che  di coglierla in fallo nei  suoi stereotipi, positivi o negativi che siano. Napoli ha diritto  al tempo, a essere calata nel fluire degli eventi mondiali. Allora io dico, lasciamo  che Napoli viva nel suo tempo.

Smettiamola di osservarla,  immobile, come fosse una  gouache  appesa al muro nella sua vecchia cornice incrostata dallo sporco dei secoli. Ma, piuttosto,  poniamola di nuovo nel contesto  della nostra epoca, allontaniamoci un po’ e osserviamo l’insieme generale: vedremo  non più solo Napoli, ma  un’Italia oggi  contraddittoria e  divisa, non solo nei colori giallo, rosso o arancione, ma frenata da divisioni più profonde, fatte di parzialità e schieramenti anche quando è in gioco il bene comune, di rigurgiti di un passato irrisolto, di faziosità degli animi, di eterno bisogno di un nemico. Non guardiamo Napoli, guardiamoci noi  tutti.


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