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Illustrazione di Roberto Melis

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I LUNGHI e monotoni giorni dell’emergenza sanitaria sono stati attraversati anche dalla solitudine. Non è stato così per chi aveva, già prima della pandemia, solide relazioni amicali. L’amicizia è una forma d’amore che non prevede il sesso, ma può diventare ugualmente un sentimento coriaceo. Per questo è importante scegliere con cura le persone da tenere vicine e alle quali affidarsi per affrontare le ansie. Di angosce e di incertezze, in questo lungo periodo di pandemia, ne abbiamo vissute molte.

Nell’amicizia bisogna riconoscersi, condividere pensieri, accettare di scoprirsi e di conoscere anche aspetti nuovi di noi stessi. La nostra vita fin dall’infanzia è costellata da rapporti d’amicizia che man mano si trasformano, alcuni si sfilacciano, altri si riprendono diventando pilastri per la vita.

Le amicizie sincere hanno illuminato i giorni oscuri dell’emergenza sanitaria, l’hanno resa meno soffocante, anche nella distanza è stato più facile sostenersi. Bacone, infatti, pensava che l’amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce. In questo rapporto esprimiamo la nostra capacità di amare, ma anche di essere liberi, completamente noi stessi.

È facile quindi sentirsi “trasparenti” perché l’altro comprende, va oltre le nostre parole. Abbassa lo sguardo e tace, e in quel preciso momento ci ha donato il suo esserci comunque, anche se facciamo scelte sbagliate.

Pur stando bene con noi stessi, abbiamo bisogno di un amico che ci faccia da specchio, perché da soli non ci bastiamo.

Quanto è stato possibile coltivare le amicizie durante la pandemia? I nuovi rapporti è probabile che abbiano vacillato al punto anche da interrompersi. In tutti i rapporti significativi è necessario trascorrere del tempo insieme, avere interessi in comune, divertirsi, condividere esperienze profonde. Le relazioni amicali forti, che avevano già consolidato tali esperienze, sono state il salvagente di molte situazioni di disagio create dalla lunga permanenza a casa. Il solo pensare di avere degli amici presenti nella propria vita ci ha reso più forti e anche più resistenti agli avvenimenti avversi, ha alleviato ferite.

Aprendo una finestra sulla speranza.


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