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Mario Monicelli era nato a Roma il 16 maggio 1915. Nella sua città è morto il 29 novembre 2010

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MAESTRO, lei ci perdona vero, se ogni tanto le fischiano le orecchie e la coinvolgiamo nella meschinità delle cose terrene. Ma, vede, stiamo vivendo anni complicati e orribili: non è la prima volta che questo vecchio pianeta finisce nel gorgo della paura e della sofferenza.

La differenza sta che rispetto a prima, si nota di più e meglio la prevalenza dei cretini. La stupidità è diventata enorme, altissima e se facciamo confronti con il passato ci spaventiamo. E siccome siamo fuori da qualsiasi parametro, ci sta sommergendo un dubbio difficile da sciogliere: è tutto vero? Certi fatti di questi anni ci fanno pensare a uno dei capolavori di Eduardo: L’arte della commedia. La sfida di un capocomico a un prefetto burocrate e ottuso nel saper riconoscere le persone vere o gli attori della sua compagnia che recitano personaggi.

Il commissario che non sa che deve preparare il piano anti-covid, quello che rinuncia per la moglie, l’altro che non crede alla pandemia e teorizza baci prolungati per i contagi. Il manager che vuole curare il virus con un ciondolo. I ministri che fanno confusione con la geografia, quelli con la storia, quelli che si intrecciano con i congiuntivi. Quelli che non sanno che ci sono tunnel solo sulla carta. E poi i negazionisti della terra piatta, dello sbarco sulla Luna mai avvenuto. I virologi che dicono e non ricordano. Quelli che non parlano ai giornali per la privacy e poi raccontano sui social, i momenti di intimità.

Il sospetto è che lei, da dove si trovi ora, si stia divertendo a orchestrare attori che recitano ruoli surreali, improponibili. Anche se mai come in queste ore ci mancano le genialità del Perozzi, le alzate d’ingegno e le supercazzole del conte Mascetti, gli scherzi cinici del professor Sassaroli, quello che oggi la tirerebbe in tasca anche alla pandemia. Un giro alla stazione a prendere a schiaffi chi parte: con le zone rosse di questi mesi avrebbe anche un valore di prevenzione.

Maestro, se non è lei a muovere i fili di questi attori, vuol dire che è tutto vero. E anche che i soliti ignoti di oggi non sbagliano più parete ma vanno dritti dritti alla cassaforte e se ne fottono di tutti, soprattutto di quelli che stanno peggio. Chi punta ai soldi non si accontenta più della pasta e fagioli. Soffrono e ridono sempre gli stessi. In fondo siamo rimasti al “ meglio un amico morto che un nemico vivo”. Nel dubbio si spara. E addio core.


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