INDICE DEI CONTENUTI
- 1 IL DISCORSO STORICO DI RE CARLO III AL PARLAMENTO ITALIANO
- 2 LE ORIGINI E IL RUOLO DIPLOMATICO DELLA VISITA
- 3 I TEMI CHIAVE DEL DISCORSO REALE
- 4 UN DISCORSO ANTI-BREXIT INASPETTATO
- 5 L’APPELLO ALLA PACE E ALLA DIFESA DEI VALORI DEMOCRATICI
- 6 NELLO STORICO DISCORSO DI RE CARLO AL PARLAMENTO ITALIANO HA PARLATO ANCHE: UN FUTURO DI COLLABORAZIONE E SPERANZA
La prima volta di un sovrano britannico nell’Aula di Montecitorio, Re Carlo III nel Parlamento italiano: «Sono qui per difendere la democrazia e rafforzare i legami fra i nostri paesi». Un discorso anti-Brexit inaspettato, con appelli alla pace e al fianco dell’Ucraina.
Ci voleva un Re per parlare ieri al Parlamento italiano di orgoglio europeo e di comune difesa dei valori democratici con leggerezza e intensità. Strappando applausi e anche qualche sorriso. Quella di Re Carlo III in Italia, la sua diciottesima ma la prima da Re,è stata certamente la classica visita istituzionale dei reali britannici in un paese amico come l’Italia. Ma il momento e la cronaca hanno assegnato a questa visita un peso e un ruolo che aiuta a leggere i fatti di questi mesi e settimane con più coraggio e fiducia.
IL DISCORSO STORICO DI RE CARLO III AL PARLAMENTO ITALIANO
Il soft power della Corona contro il bullismo e la volgarità di Trump che si vanta dei leader mondiali “in fila per baciarli” il fondoschiena, contro l’arroganza di Putin e delle sue mire imperialistiche, contro la follia di Nethanyau e il populismo che da destra ed a sinistra sta mandando a pezzi l’ordine mondiale. Può sembrare esagerato ma non lo è se si pensa come lo stesso Trump sia scattato sugli attenti quando il premier inglese Keir Starmer un mese fa alla Casa Bianca gli ha mostrato l biglietto siglato in oro con cui Sua Maestà Re Carlo III Carlo ha invitato, e per la seconda volta, fatto eccezionale, il presidente degli Stati Uniti a Buckingham Palace.
LE ORIGINI E IL RUOLO DIPLOMATICO DELLA VISITA
Bisogna ricordare come nasce questo viaggio per capirne il potenziale ruolo diplomatico. E’ stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella un anno fa ad immaginare la vista dei reali in occasione dell’anniversario (ottanta anni) della liberazione di Ravenna, un “fronte” dove le truppe alleate ma soprattutto inglesi ebbero un ruolo chiave. I rispettivi staff hanno poi definito il viaggio e gli itinerari di questi giorni che capitano nel pieno del delirio Trump, con il crollo dei mercati globali per via della guerra commerciale dichiarata al resto del mondo senza aver risolto, come invece aveva promesso, nessuno dei conflitti in corso, né in Ucraina né a Gaza. Una visita che capita anche vicina al 25 aprile.
Re Carlo, che pur avendo il poter della Corona e del Commonwealth non è un capo di stato né un leader politico e dunque non ha poteri decisionali in senso stretto, può però “guidare” o almeno ispirare orgoglio e dare autorevolezza alla diplomazia europea in una fase che la vede schiacciata, sballottata, a rischio irrilevanza. Ed è quello che ha provato a fare in un discorso di venti minuti che ha citato Virgilio, i partigiani e Dante che il Re ha letto in parte in italiano (“spero di non rovinare così tanto la lingua di Dante”) e in parte in inglese.
I TEMI CHIAVE DEL DISCORSO REALE
Ha toccato tutti dossier che contano, in Italia e in Europa: l’ambiente (“il vostro Virgilio è stato il padre dell’agricoltura sostenibile”), i “drammatici cambiamenti climatici”, la pace, la lotta alla mafia (“la mia amata madre la Regina Elisabetta andò a Capaci nel 1992 poco dopo l’assassinio di Giovanni Falcone”), il valore della cultura e del made in Italy. Il ruolo della Resistenza italiana (applausi per la partigiana Paola Del Din), “il sacrificio e la generosità di tanti civili” che con le truppe alleate misero fine all’occupazione e al regime nazifascista. L’importanza delle giovani generazioni e dei cittadini “che stanno alimentato il mosaico delle relazioni tra i nostri paesi, oltre 450mila italiani risiedono nel Regno Unito, decine di migliaia di cittadini britannici vivono in Italia”.
UN DISCORSO ANTI-BREXIT INASPETTATO
Fonti diplomatiche italiane dicono che mai si era sentito un discorso più antiBrexit di quello pronunciato ieri da re Carlo al Parlamento italiano allargato a cardinali, ambasciatori e autorità. In prima fila con un elegante abito azzurro Elettra Marconi, 93 anni, figlia di Guglielmo indicato da Carlo come “eccellenza italiana”. Il re si è seduto nello scranno più alto, abito blu da cerimonia, cravatta e panciotto bianco, ai lati i presidenti Fontana e La Russa, davanti la regina Camilla in tailluer cremisi con cui, ha ricordato, “festeggiamo i nostri vent’anni di matrimonio e il nostro primo viaggio in Italia”. Applausi a scena aperta.
L’APPELLO ALLA PACE E ALLA DIFESA DEI VALORI DEMOCRATICI
E’ la pace il problema più grande. “Oggi – ha detto – gli echi di tempi che speravamo fossero ormai consegnati alla storia riecheggiano in tutto il nostro continente. I nostri giovani stanno capendo che la pace non va mai data per scontata”. Da qui il primo appello alla “difesa dei valori democratici che Gran Bretagna e Italia condividono”. Subito dopo è arrivato il secondo appello in nome per conto di un valore comune che si chiama Europa. “Noi siamo due popoli e due Nazioni le cui storie sono profondamente intrecciate tra loro e con quella del nostro continente europeo. Siamo entrambi Paesi europei”.
Italia e Gran Bretagna sono “al fianco dell’Ucraina nel momento del bisogno”, così come “le nostre forze armate sono fianco a fianco nella Nato”. C’è molto non detto in questo passaggio: gli sforzi del premier inglese Starmer per mettere in piedi una forza di deterrenza europea, le riunioni dei “Volenterosi” allargate oltre l’Europa, la volontà di essere pronti anche militarmente se l’Ucraina ne avesse bisogno e gli Usa dovessero fare il passo indietro.
NELLO STORICO DISCORSO DI RE CARLO AL PARLAMENTO ITALIANO HA PARLATO ANCHE: UN FUTURO DI COLLABORAZIONE E SPERANZA
Re Carlo parla del nord e del sud dell’Europa, della Gran Bretagna “che sta lassù, un’isola spazzata dal vento” e dell’Italia “giù a sud, penisola baciata dal sole”. “Qualunque siano le sfide e le incertezze che affrontiamo come Nazioni, nel nostro Continente e oltre, possiamo superarle insieme e lo faremo insieme. E quando lo avremo fatto, potremo dire con Dante, e quindi uscimmo a riveder le stelle”. Tanti applausi hanno interrotto il discorso del Re. In aula anche molto stupore per la franchezza, la simpatia, l’ironia e la potenza delle parole.
Quando, per errore, i tecnici lo hanno salutato (“finisce qui l’intervento di Sua Maestà…”) Carlo si è guardato intorno e ha detto: “Non ho mica finito ancora”. Giorgia Meloni lo aveva ricevuto a Villa Gloria Pamphili in mattinata. Quando hanno lasciato il Parlamento, Carlo e Camilla sono andati a prendere un gelato. Prima di salire sulla Bentley il cui corteo i romani sembrano sopportare senza fastidio.
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