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NELL’IMMINENZA delle elezioni amministrative di oggi e domani 14-15 maggio, Berlusconi ha diffuso un nuovo videomessaggio, registrato all’ospedale San Raffaele in cui è ancora ricoverato. Egli ricorda a tutti i cittadini il dovere di andare a votare, dato che chi non vota lascia agli altri la possibilità di decidere del futuro del suo Comune e della sua città; di conseguenza “chi non vota non è un buon cittadino, non è un buon italiano.” Questa volta, prima ancora di riflettere a posteriori sui risultati delle elezioni, a proposito di tutti coloro che fanno parte del più grande partito italiano, cioè quello dell’astensionismo e di tentare, seppur blandamente da parte di tutte le forze politiche di recitare la solita giaculatoria sulle possibili e probabili cause che ne sono alla base, facendo qua e là anche qualche atto di mea culpa da parte dei partiti, la politica scende in campo preventivamente contro coloro che si asterranno dal voto (e che si immagina possano essere ancora una volta assai numerosi).

La discesa in campo preventiva contro i cittadini che non andranno a porre la scheda nell’urna, si basa sull’accusa ai cittadini stessi di essere irresponsabili se non ottempereranno a questo dovere civico. Tutti costoro si meritano dunque l’anatema di cui sopra, in una sorta di laica scomunica: né buoni cittadini, né buoni italiani. Forse non si è molto lontani dal vero immaginando che tanti altri politici, da sponde di partiti e schieramenti differenti, non abbiano problema a riecheggiare, magari in toni più velati e misurati, il ragionamento berlusconiano: tant’è, verrebbe da commentare a molti dei tanti cittadini sotto accusa, questi sono i politici contro i quali vogliamo proprio protestare attraverso il non voto! Di conseguenza: una ragione in più per non recarsi al seggio, nella speranza che il silenzioso grido di dolore contro una classe politica autoreferenziale, che ama i facili slogan contro il nemico di turno, fatta delle solite grida di battaglia, sul piano nazionale come su quello locale e spesso incapace, anche a livello locale, di una progettualità attentamente orientata ai bisogni dei cittadini, questa stessa classe politica abbia perlomeno un sobbalzo di coscienza pubblica.

Si chiedano innanzitutto loro, gli esponenti di partiti e schieramenti, se siano “buoni cittadini e buoni italiani” e in grado di dare lezioni di perfetta aderenza ai valori del civismo nonché, a volte capita da parte di illustri, a quelli fondativi della Repubblica. Le considerazioni appena espresse non intendono affatto suonare come invito al non voto, né tanto meno fare di tutta l’erba un fascio di quei politici e amministratori locali il cui impegno va in tutt’altra direzione rispetto a quello del semplice gioco contro, senza se e senza ma, spesso difendendo l’indifendibile, se si tratta di qualche esponente “amico” di partito o schieramento. Anche fra coloro che non andranno a votare ci saranno (come qualcuno sicuramente si preoccuperebbe di sottolineare) cittadini aprioristicamente indifferenti e ostinatamente tetragoni contro la politica? Chi sa, una qualche percentuale forse, anche se la coerenza, l’impegno, i risultati effettivamente raggiunti, tanto più sul piano locale, spesso sono valori premianti e che i cittadini sanno ben riconoscere, così come sanno riconoscere e apprezzare quei politici che, dagli alti scranni istituzionali su cui siedono, non perdono tempo a gettar fango sugli avversari/nemici sempre e comunque, a partire da qualsiasi problema in causa.

Recentemente la polemica che la Ministra dell’Università Bernini non ha avuto alcun timore di innescare nei confronti del suo “quasi gemello” Ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, (per il quale il problema abitativo denunciato dagli studenti universitari fuorisede in molte città, sedi di importanti università, sarebbe faccenda tutta interna alle città governate dalla Sinistra), va a elogio di una operazione di verità di cui, davanti ai cittadini tutti, Bernini è stata in grado di darsi carico, non perdendo tempo in polemiche del tutto fuori luogo, secondo il solito e trito copione Destra vs Sinistra, e chiamando a un tavolo i diversi e assai più complessi soggetti istituzionali implicati nel problema, ben al di là delle facili etichette a cui un Ministro delle alte sfere di Governo (e tanto più gravemente se a capo di un Ministero in cui figura una titolazione inneggiante al merito) aveva fatto inopinatamente ricorso.

Chissà: forse nel realismo di utopia ci potrebbe essere spazio per figure che, anche qui da noi, tengano la barra dritti alle istituzioni che rappresentano e sappiano avere ben contezza della differenza fra battaglia politica e responsabilità istituzionale: sarebbe questo forse un segnale importante per i cittadini e stimolo efficace a non disertare le urne elettorali.


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