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La sede del Parlamento Europeo

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Le manovre per il potere e gli equilibri in Europa in vista del voto per il rinnovo del Parlamento Europeo con un occhio alla presidenza della Commissione

Testa bassa e pedalare, niente polemiche, “portiamo i numeri”, poi con i voti si giocherà la partita sugli equilibri in Europa e sulla presidenza della Commissione Ue, considerando – sottolinea un big di palazzo Chigi- che Von der Leyen resta in campo e punta alla riconferma. “Ed ora sappiamo che prima o poi dovremo fare i conti anche con Mario Draghi”. I fedelissimi di Giorgia Meloni a palazzo Chigi si aspettavano questa mossa da parte di Ursula Von Der Leyen: “Con l’articolo sull’Economist della scorsa settimana Mario Draghi ha firmato la sua discesa in campo” il ragionamento che si fa.

Era solo questione di tempo, il refrain. Ieri le parole della numero uno di Bruxelles hanno confermano indiscrezioni che giravano da alcuni giorni a palazzo Chigi. Mario Draghi non verrà lasciato in panchina. Tra i big più vicini a Giorgia Meloni ci si augura però che un eventuale “soccorso” di Mario Draghi all’Europa non venga messo in contrapposizione all’azione del governo di Giorgia Meloni. Ci sono le elezioni di mezzo.

VERSO IL VOTO IN EUROPA IN CERCA DI NUOVI EQUILIBRI

Sul prossimo appuntamento elettorale europeo infatti la premier Meloni durante l’assemblea nazionale è stata molto prudente. Il messaggio che ha inviato, anche agli alleati, è che si deve procedere uniti, “senza egoismi” e senza “fughe in avanti”. Ma è questo il tornante “impegnativo” a cui guarda il capo dell’esecutivo, “abbiamo ottenuto risultati impensabili a livello di elezioni nazionali, potremmo farlo anche in Europa”, ha detto all’assemblea nazionale di Fdi. Non si è parlato di una sua eventuale candidatura (anche se una parte del partito spinge in questa direzione), né di quella possibile della sorella Arianna, all”esordio’ dopo la nomina ufficiale a capo della segreteria, il nodo sarà affrontato più avanti. Il borsino, ufficioso, però continua a dire sì.

Altro tema caldo, anzi bollente, nel day after dell’assemblea nazionale è il capitolo immigrazione. I numeri sono disastrosi e rischiano di provocare un calo netto dei consensi alla maggioranza di governo in vista delle prossime elezioni. A palazzo Chigi ne sono ben coscienti. Dopo la stretta sui migranti varata da Francia e Germania l’Italia, ancora una volta, è costretta a fare i conti con l’emergenza immigrazione in solitaria e senza il sostegno dei due tra i principali Paesi dell’Unione Europea.

IL NODO DELL’IMMIGRAZIONE

La sensazione che hanno i più stretti collaboratori di Giorgia Meloni è che l’Europa usi la leva dell’immigrazione per mettere in difficoltà il nostro Paese. Insomma, è cominciata la campagna elettorale e la sfida tra sovranisti e antisovranisti. E in questa direzione vanno lette anche le scintille tra il Commissario Gentiloni e l’esecutivo negli ultimi giorni sul fronte dei conti pubblici ma anche sul fronte caldo della trattativa tra Ita e Lufthansa.

A palazzo Chigi hanno intenzione di prendere di petto la questione: o l’Europa si muove come si conviene oppure dovremo fare necessariamente qualcosa. Sbaglia chi si attende gesti clamorosi. Però “o l’Europa fa quello che deve oppure dovremmo pensarci noi”. Magari dando un durissimo giro di vite al tema dell’immigrazione. Anche di questo si sta discutendo in queste ore a palazzo Chigi. Tanto che Ursula Von der Leyen è già avvertita.


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